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JOVIC, CABRAL E UN ATTACCO CHE HA GIÀ BISOGNO DI ESSERE RITOCCATO. I NUMERI PARLANO CHIARO E IL MERCATO È L'UNICA SOLUZIONE

di Pietro Lazzerini

Oggi parliamo di attaccanti. Non come lo intende Italiano, cioè comprendendo anche i giocatori che vengono schierati esterni o sulla trequarti, ma proprio di centravanti o presunti tali. In estate, quando venivano fatte le valutazioni sulle trattative compiute, ho sempre legato il voto finale alla resa delle due punte in rosa. Se Jovic avesse mostrato di valere anche qualcosa di meno rispetto ai 30 gol promessi a Moena, il voto sarebbe potuto salire ben oltre la sufficienza, viceversa, il voto non può essere altro che negativo. Ahinoi, al momento i numeri del serbo sono molto distanti dalle promesse estive e dunque le valutazioni non possono certo essere positive. Inoltre, c'è da valutare anche l'acquisto dell'altra punta, Arthur Cabral, arrivato a gennaio e mai entrato veramente nel cuore di Vincenzo Italiano e dunque nelle rotazioni dei titolari con una continuità tale da carpirne il reale valore. 

Sommati i minutaggi dei due, 805 minuti per Jovic e 446 per il brasiliano, si evince che le due punte viola segnano una volta ogni 313 minuti, suddivisi in due gol europei e uno in A per il serbo e uno solo nelle qualificazioni contro il Twente per il brasiliano. Un bottino decisamente magro che dopo 16 partite non può essere più considerato come casualità o "periodo no". I dati parlano troppo chiaro per far finta di niente. Se poi si aggiunge il fatto che Jovic non pare molto integrato nella rosa, per usare un eufemismo, e che talvolta sembri quasi più preoccupato a non farsi male che a dare una concreta mano alla squadra (come accaduto per il cambio chiesto dopo pochi minuti contro il Lecce o nel mancato ingresso in campo nel secondo tempo contro il Verona), il quadro diventa ancora più "allarmante". 

È naturale pensare che questa Fiorentina, senza una punta che garantisca qualche gol in più, difficilmente possa risalire la china in Serie A. E che anche per quanto riguarda il proseguo della Conference, non sempre si presenteranno di fronte squadre scarse come gli Hearts e dunque tutto diventerà presto molto più complesso. È anche chiaro che fino a gennaio, Italiano dovrà trovare soluzioni interne per aumentare la capacità della squadra di segnare. Nessuno dovrà smettere di sostenere le due punte, almeno fino a quando non verrà presa una decisione definitiva sul futuro di uno dei due. Ad oggi, senza un deciso cambio di passo, il prestito di Cabral è quasi certo. Lui vuole giocare di più e Italiano non lo reputa l'attaccante ideale per il suo gioco. È una convivenza, piacevole visto  il carattere del brasiliano, ma pur sempre una convivenza e non un vero e proprio matrimonio. 

E allora la soluzione può venire solo dal mercato. La Fiorentina ci sta già pensando chiaramente. Quando i dirigenti si sbottonano con qualche tifoso incontrato per strada, il discorso finisce spesso sugli attaccanti e in qualche modo fanno intendere che stanno studiando il modo di intervenire per sistemare la questione. Abbiamo già detto che continuano a seguire Arnautovic e col Bologna che vuole fortemente Zurkowski potrebbe anche essere avviata una vera e propria trattativa. Non è facile, anzi, è difficilissimo, però un tentativo potrebbe essere fatto. Ma non è certo l'unico giocatore seguito. Dall'estero di profili proposti ce ne sono a manciate, ma Italiano ha già fatto intuire di volere giocatori pronti per alzare l'eventuale asticella e non stranieri da dover "educare" al proprio calcistico per mesi prima di averli (forse) operativi. In questo senso bisognerà capire se i primi mesi italiani di Dessers alla Cremonese potranno eventualmente bastare a Italiano per renderlo un obiettivo, che piaccia è già un dato di fatto.  

La verità è che per aumentare la qualità di questa squadra servono gol certi e forse il belga-nigeriano non risponde a questo identikit. Qualche occasione post mondiale ci sarà di sicuro, tutto starà nel fatto di centrare l'obiettivo giusto. Il campionato di "clausura", quello che inizierà a gennaio, sarà totalmente diverso a quello che vivremo fino all'inizio della Coppa del Mondo. C'è spazio per recuperi di rincorsa, di sogni legati alla Conference e alla Coppa Italia. Nessuno ha intenzione di definire questa squadra come una banda di brocchi, perché la realtà è un'altra ed è stata ampiamente dimostrata nella scorsa stagione, soprattutto dopo l'addio di Vlahovic. Ma se c'è una lacuna da colmare è quella del gol e come detto prima, dopo 16 partite si può dire senza problemi che le operazioni del 2022 per quanto riguarda la sostituzione dell'attuale attaccante juventino non hanno dato i frutti sperati e dunque ancora una volta dal mercato passerà la possibilità di cambiare passo o di mantenere il trotto che sta caratterizzando questa prima parte di stagione.