JOVIC E CABRAL, LA VOLTA BUONA? POSSONO FAR CAMBIARE LA STAGIONE. IL SOSPETTO DI UN’ANNATA DAI DUE VOLTI, LE COPPE REGALANO STIMOLI FORTI. L’EMPOLI NON SCHERZA: SARA’ DERBY VERO
Capita di rado che una squadra italiana in coppa vinca 0-4 in trasferta. La Fiorentina ci è riuscita giocando una partita praticamente perfetta. Adesso c’è solo da capire quali riverberi avrà sul campionato un’affermazione così potente. I viola sono reduci da un punto in 5 partite in Serie A, ma volano nelle coppe. Semifinale in quella italiana, praticamente agli ottavi in Conference. C’è una curiosità allora da soddisfare: capire se Braga possa diventare il detonatore di una parte finale di stagione diversa e migliore dalla precedente.
Perché in Portogallo ha funzionato tutto e in campionato no? Non basta dire che i portoghesi si sono rivelati avversari molli. Venivano da 8 risultati utili nelle ultime 9 partite, avevano battuto il Benfica capolista e ora sono a 2 punti dal Porto. Terzi, in piena corsa per una qualificazione in Champions. Qualcuno, forse, esagerando un po’ li aveva descritti come una formazione fortissima, ma i lusitani non sono nemmeno scarsi come qualcun altro adesso vorrebbe raccontarli. La Fiorentina ha preparato bene la sfida e l’ha giocata meglio. Ha tolto il fiato al Braga che non ci ha capito nulla. Italiano ha surclassato Jorge. Ora sarebbe bello che anche in Italia la Fiorentina fosse capace di applicare quei movimenti così ben sviluppati, al netto di avversari sicuramente più geometrici e aggressivi rispetto al Braga. Come l’Empoli, ad esempio. Sarà derby vero con gli azzurri, non solo per la sana rivalità che scorre sulla Fipili, ma anche perché gli uomini di Zanetti hanno 3 punti in più in classifica dei viola. Giocano un calcio pieno di idee e di intensità.
C’è da scommettere che si riveleranno un ostacolo più spigoloso del Braga, ma la Fiorentina avrà voglia di dimostrare che non brilla solo nelle coppe. Ecco il punto: il sospetto che attraversa Firenze come una frustata è che la Fiorentina, seppur a livello inconscio, abbia scelto su quale obiettivo voler investire. Può capitare. Però mai a parole, ma nei fatti. In tanti, infatti, hanno scomodato l’annata ’89/’90, quella della salvezza all’ultimo tuffo con l’Atalanta e della finale di Coppa Uefa con la Juventus, per fare un raffronto. E non stiamo qui a ricordare la vergogna arbitrale dell’andata al Comunale di Torino e il terribile ritorno sul “neutro” di Avellino, fasciato dai drappi bianconeri. Quella Fiorentina, però, oltre a tanti validi giocatori, prima di tutto formata da uomini veri, poteva contare su due fenomeni: Baggio e Dunga. Con il rispetto che si deve alla Fiorentina attuale, per essere sufficientemente chiari bastano questi due nomi per far capire tutto. Quella stagione si alimentò in una singolare dicotomia: campionato di atroci sofferenze e Uefa farcita di prestazioni eccezionali, con vittime illustri lasciate sulla via continentale, come Atletico Madrid, Dinamo Kiev (in pratica la nazionale sovietica quasi al completo) e Werder Brema. Ci sta il paragone? Forse è un po’ forzato, ma è innegabile che i viola di Italiano stiano offrendo pure loro due volti.
Per allontanare, dunque, il sospetto dei corsi e ricorsi storici, vorremmo vedere una nuova Fiorentina da domani a giugno. Molto dipenderà da un paio di giocatori che hanno distrutto il Braga: Jovic (6 gol in 9 partite in Conference) e Cabral (4 centri in 8 gare). Quante volte abbiamo invocato i loro gol e abbiamo indicato nell’attacco il problema più grande della Fiorentina? A Braga Jovic e Cabral hanno segnato gol belli, convinto per l’atteggiamento e messo in mostra una cattiveria agonistica incoraggiante. Sarà la volta buona? Un’altra domanda mica da ridere. Perché dentro ci sta tutto. Ci sono scintille che accendono un percorso. A Braga è cominciato l’incendio delle speranze viola?
Anche i numeri narrano due storie diverse. La Fiorentina in Conference ha segnato 20 gol in 9 partite, mentre in campionato 23 in 22 gare. Ma si può? Strano, ma è così.
Pure in questo caso si può affermare che le difese di turchi, scozzesi, lettoni e portoghesi siano più vulnerabili di quelle italiane, ma non basta. Ha ragione Italiano quando spiega che “si deve fare tanto di più, in attacco e dietro”.
Un mese fa c’era il timore che alla metà di febbraio potesse finire tutto, invece tutto è ancora in gioco. Con prospettive interessanti. Una stagione dai due volti, ma uno alla fine potrebbe avere un sorriso inaspettato.