.

KALINIC, OVVERO LA SCINTILLA PER SOGNARE UN GIRONE DI RITORNO DIVERSO

di Tommaso Loreto

48 ore dopo, è ancora Nikola Kalinic il protagonista delle vicende viola. Anche se ieri a Verona contro il Chievo non era in campo. Il "no" del croato alla proposta cinese resterà scritto nella storia, e non potrebbe essere altrimenti. Con le parole riferite alla stampa croata l'attaccante ha scardinato qualsiasi convinzione sulla modernità del calcio, dimostrando che c'è ancora chi è disposto a puntare sulla propria carriera piuttosto che su una dorata pensione come il campionato cinese. 

Va in archivio una storia di mercato difficile da dimenticare, nella quale la Fiorentina si è divincolata come farebbe un equilibrista a diversi metri da terra. Il riferimento alla clausola tirato fuori da ADV proprio qualche giorno prima che dalla Cina proliferassero le voci, il tira e molla con l'offerta del Tianjin mai arrivata, la due giorni milanese di Corvino e, infine, un comunicato che si rallegra per la scelta di Kalinic sostenendo che il club viola mai si è seduto a un tavolo di mercato.

Verrebbe da pensare che, allora, sia stato lo stesso Kalinic ad apparecchiare il suo eventuale trasferimento alla corte di Cannavaro per poi tornare sui propri passi, ma questa è un'altra storia e continuare a parlarne sembra tutto fuorchè utile. Che per i viola incassare 40 milioni dalla partenza di Kalinic fosse un affare resta un dato di fatto, cosa realmente pensava di fare la Fiorentina a fronte di una cessione del genere una questione che oggi sembra non aver più troppo senso. 

E anche anticipare quella che sarà un'estate di rifondazione, in questo momento e in attesa che il mercato di gennaio si chiuda, oggi come oggi serve il giusto. Anche perchè il fattore più interessante di tutta questa storia potrebbe persino essere il girone di ritorno che attende la squadra di Sousa. Probabilmente il primo a festeggiare la scelta definitiva di Kalinic, fosse solo per le conseguenze in positivo che può avere una scelta del genere su tutto lo spogliatoio.

Perchè adesso, un gruppo messo a dura prova sotto il profilo delle ambizioni, ritrova proprio nella scelta del croato uno stimolo in più per chiudere nel migliore dei modi questa delicata stagione. Là dove non è arrivata la società con innesti di spessore c'è arrivato Kalinic, dichiarando amore alla piazza ma soprattutto restando il riferimento dell'intero gioco della Fiorentina. Che adesso, con il suo bomber là davanti per i prossimi tre mesi, potrebbe persino pensare di avviare una rimonta in classifica dettata da quell'unità e quell'entusiasmo che Kalinic (lui sì) ha saputo trasmettere a tutta la tifoseria con quell'intervista a Sportske Novosti.  

Tommaso Loreto - Direttore www.firenzeviola.it