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KEAN, ADLI, CATALDI, BOVE: NON CHIAMIAMOLI SCARTI DELLE BIG. LA LORO MENTALITÀ HA CAMBIATO LA FIORENTINA: ECCO PERCHÈ. BELTRAN: UNA RONDINE NON FA PRIMAVERA. L'ARGENTINO DEVE GUADAGNARSI LA CONFERMA PER LA SECONDA PARTE DELLA STAGIONE

di Lorenzo Di Benedetto

Dopo la serata magica contro il Milan serviva una conferma. E la conferma è arrivata, nella sfida contro il Lecce, in un pomeriggio perfetto che ha dato solo buone notizie, eccezion fatta per lo stop di Gudmundsson. Lo 0-6 del Via del Mare ha messo in luce tutti i pregi della nuova Fiorentina che adesso è pronta a tornare in campo in Conference League, dove Palladino dovrà mandare in campo solo e soltanto le sue riserve, anche se per gli allenatori tutti i giocatori sono sempre titolari. In teoria può essere così, ma la pratica ci dice altro: il tecnico viola ha delineato le sue gerarchie, che sono sempre più chiare. Sarà vita dura per Cristiano Biraghi e Martinez Quarta, per la gioia di molti, visto che soprattutto il capitano non ha mai goduto di troppa stima da parte dei tifosi e non solo. Quella contro il San Gallo sarà però un'occasione anche per loro, al pari dei vari Ikone, Sottil, Kayode e Terracciano, tutti destinati a partire dal primo minuto, nella speranza che la mentalità vista nelle ultime uscite possa restare la stessa, anche se cambieranno gli interpreti.

Non chiamateli scarti.
La mentalità, giusto. La Fiorentina è cambiata, è più sicura di sé, ha più carattere, e i meriti sono da attribuire a tanti. Partiamo da Raffaele Palladino: le sue scelte sono state tanto chiare quanto forti, viste appunto le esclusioni dei senatori, ma fino a questo momento ha avuto ragione lui e i risultati sono la dimostrazione. Poi ci sono quattro nomi da fare, lasciando fuori Gudmundsson: Yacine Adli, Edoardo Bove, Danilo Cataldi e Moise Kean. Quattro giocatori che sono arrivati a Firenze durante l'ultimo mercato, ai quali va aggiunto Robin Gosens, da club che non hanno creduto in loro, ma soprattutto da club che nelle ultime stagioni sono sempre arrivati sopra alla Fiorentina in classifica in Serie A. Stiamo parlando di Milan, Roma, Lazio e Juventus. Questa cosa incide, eccome, perché chi è abituato a lottare per vincere acquisisce esperienza positiva, acquisisce maturità, acquisisce mentalità vincente. E proprio da loro è partita la riscossa viola, iniziata con la Lazio, dove il mattatore fu però Gudmundsson, e proseguita con Milan prima e lecce poi. Da tutto questo non può che trarne vantaggio anche chi deve ancora crescere e maturare, come Comuzzo, sempre più sicuro di sé, o Colpani, che speriamo si sia lasciato alle spalle il periodo no.

Tocca a Beltran.
Il prossimo calciatore dal quale adesso è lecito aspettarsi uno scatto in avanti è Lucas Beltran. Partiamo da una certezza: il numero 9 è stato uno dei migliori nella gara contro il Lecce, ma se prima della gara in Salento era ingeneroso definirlo un flop, adesso, dopo 85 minuti giocati a un buon livello, sarebbe frettoloso definirlo un top. Il tempo ci dirà molto, ma il pensiero resta sempre lo stesso: l'argentino deve dimostrare di poter essere un vero protagonista con la maglia della Fiorentina. Ok la buona prova a Lecce, ma una rondine non fa primavera. Serve continuità di prestazione, servono i gol, altrimenti a gennaio sarà lecito fare delle valutazioni e pensare di mandare Beltran a giocare con continuità altrove, anche solo per sei mesi. Presto per prevedere cosa succederà, la speranza è che il Vichingo possa iniziare a segnare e non fermasi più, magari partendo proprio dalla gara contro il San Gallo, dove sarà lui a guidare l'attacco viola.