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L'ASSURDA POLEMICA DELLA 10 A PJACA. E' IL PRIMO A SENTIRNE LA RESPONSABILITA': GARANTISCE ANTOGNONI. DA LAFONT AL CROATO: LA FIORENTINA ESCE RINFORZATA DAL MERCATO ESTIVO

di Marco Conterio

Per anzianità non certo di carta d'identità ma di servizio, e pure per talento, la priorità sulla scelta era la sua. Però Federico Chiesa ha scelto il 25. Che è la sua data di nascita e un numero a cui è talmente legato da averlo scelto anche in Nazionale. Per questo la Fiorentina ha fatto bene a dare la maglia numero 10 a Marko Pjaca. Sarà forse solo di passaggio, perché la formula della recompra offre ben più che una garanzia alla Juventus. Ma in una viola che si sta costruendo un futuro roseo a suon di talenti, con la media età più bassa della massima serie, sarebbe opportuno anche godersi il presente. Invece le polemiche e i veleni hanno il sopravvento, in questo momento storico dove le dietrologie sorpassano pure scienza e verità. Dove serve il migliore dei vaccini per sopportare la fiumana di sentenze e fumose spiegazioni che, in ogni ambito, ci travolgono. E pure nel pallone, pure in chiave fiorentina.

Perché l'ironia di un tempo, quella che nei secoli ha segnato uno dei popoli più distinguibili d'Italia e del globo, ha smarrito quel suo amaro ma ineffabile sorriso per far spazio a un cupo pessimismo. Giancarlo Antognoni, bandiera sempiterna di Firenze, ha vidimato che issare il 10 sulle spalle del croato è cosa buona e giusta. Perché nel calcio moderno è numero passeggero, al Chievo l'ha vestito pure Lupatelli ma sulle rive dell'Arno anche il Tanque Silva. Quel che non è da perdere è il fatto che questo numero un tempo sacro, e oggi ben più che profano, è che possa e debba rappresentare il talento. E Marko Pjaca lo è puro, cristallino. Arriva dall'antica e giurata rivale sportiva, però il calcio d'oggi ha insegnato che c'è un treno d'alta velocità che corre sui fili del mercato che è impossibile fermare e che, spesso, viaggia pure sulla tratta Firenze-Torino.

Federico Bernardeschi ieri, oggi Marko Pjaca e domani chissà. Sull'altare dell'alta finanza, del bilancio e della plusvalenza, non può e deve essere evitata qualsiavoglia piazza con cui trattare. "E' giusto che sia sulle sue spalle", dice Giancarlo Antognoni. "Prima di tutto è un onore, ma anche una responsabilità. Voglio far vedere a tutti che mi merito di indossarla", ribatte e sottolinea Marko Pjaca. Però tempus fugit e a Firenze ne viene concesso sempre meno. La campagna acquisti era considerata ben più che disastrosa, sebbene il calendario regalasse tempo ulteriore alla proprietà, a Pantaleo Corvino e a Carlos Freitas. Da Gil Dias e dal partente Cyril Thereau a Kevin Mirallas e Marko Pjaca è un salto avanti, in quell'attacco che a detta di tutti necessitava di rinforzi. Poi la storia è quella della scorsa settimana. Alban Lafont per Marco Sportiello. Il riscatto di German Pezzella, Federico Ceccherini a rinforzare la batteria di centrali. Gerson, Edmilson Fernandes e Christian Norgaard in mediana. David Hancko per l'uscente Maxi Olivera. La Fiorentina 2018/2019 è più forte di quella dell'ultima stagione. E anche più giovane.