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L'ATTACCANTE SERVE SUBITO

di Cristiano Puccetti

I primi mesi di campionato avevano mascherato alla grande l’unica vera pecca del calciomercato estivo: la mancanza di un centravanti titolarissimo. La conferma dell’incisività di Jovetic, che ha iniziato la stagione in modo travolgente, l’auspicata crescita di Ljajic, il decisivo apporto di El Hamdaoui (elevatissimo rapporto minuti giocati-gol realizzati) e l’inattesa rinascita di Toni avevano differito il problema, attenuato l’urgenza. Per qualche settimana la Fiorentina aveva addirittura congelato la questione-centravanti, alleggerendo la pressione sulla fondamentale sessione invernale di mercato, dove tutti aspetteranno al varco la Viola e tenteranno di prenderla per il collo. Servirà pertanto un altro colpo di genio di Pradè e Macia.
Infatti, purtroppo, le settimane a cavallo tra novembre e dicembre hanno riproposto in primo piano l’argomento. Il decorso lunghissimo, eterno dell’infortunio di Jovetic, lo sfigato stop di Ljajic, la leggera flessione di Toni e la scarsa autonomia di El Hamdaoui hanno costretto precipitosamente Pradé e Macia a riaprire il fascicolo. La tempestività della società, davvero eccellente da quando ha ripreso il timone Andrea Della Valle, ha accelerato la soluzione del problema. Dal patron viola è arrivo l’attesissimo input: “Comprate, siete autorizzati. Scegliete bene, come avete fatto in estate”. E’ indubbio che, dopo l’esaltante cavalcata nel primo mercato, adesso ‘il gatto e la volpe’, come vengono affettuosamente chiamati a Firenze, si giocano sulla scelta dell’attaccante una parte cospicua della credibilità acquisita.
Il bomber, da che mondo è mondo, è davvero l’unico acquisto che non si può sbagliare. Perché costa molto e perché decide, nel bene o nel male, le sorti di una squadra. Scegliere un attaccante è come selezionare un gioiello perfetto da incastonare in un telaio già costruito. Sì perché un terzino se non è malaccio, va bene per tutte le stagioni. Il centravanti no: seppure agevolati dalle indicazioni di Montella, si tratta di pescare un elemento che possa fondersi alla perfezione con le caratteristiche di Jovetic, che sia possibilmente un po’ diverso da Toni e da El Hamdaoui – per garantire al tecnico viola più soluzioni a seconda delle esigenze – e che riesca ad integrarsi in una squadra con un gioco già collaudato.
Vero che sono grandi professionisti, ma camminare in un campo minato sarebbe stato meno problematico per Pradè e Macia. C’è un ulteriore fattore che incombe: il tempo. Le condizioni di Jovetic sono in grande miglioramento, ma non garantiscono la possibilità di un impiego costante (facendo i dovuti scongiuri), Ljajic dopo lo stop impiegherà alcune settimane a ritrovare confidenza e brillantezza, Toni è stato meraviglioso protagonista tra settembre e ottobre, ma va dosato e non può tirare la carretta da solo, El Hamdaoui, proprio quando avrebbe potuto trovare continuità, partirà presto per la Coppa d’Africa, ha fondate speranze di andare avanti col Marocco e tornerà sicuramente con i postumi di uno sforzo notevole, quasi come quelli di un Mondiale. Ad essere ottimisti potrà rimettersi a disposizione alla fine di febbraio. Che fare, dunque? Giocarsi la fase decisiva del campionato e della Coppa Italia (se la Fiorentina riuscirà ad eliminare l’Udinese) con una preoccupante penuria di attaccanti? Diventerebbe un problema serio, da scongiurare. Per questo è assolutamente necessario che Pradé e Macia estraggano dal cilindro un colpo a sensazione, un nome che esca dal niente, che non è mai stato fatto dai giornali. Al contempo un giocatore pronto, maturo per giocare subito e fornire un ricambio immediato per le soluzioni offensive di Montella. Arriverà qualcuno dal Sudamerica? Dal panorama attaccanti abbiamo volutamente tenuto fuori Seferovic. Non per disistima, anzi. Lo svizzero ha iniziato concretamente ad assaggiare il grande palcoscenico: ha segnato in Coppa Italia, in campionato con la Sampdoria (rete annullata, ma azione censurata e mai rivista in replay, situazione grottesca e misteriosa) ed ha sfiorato il gol del 3 a 3 a Roma con una conclusione sfortunatamente respinta da Goicoechea. Il giovane merita di giocare e non di marcire in panchina come ha fatto per anni Babacar. Subito un prestito in B e si vedrà di che panni si veste. Ecco anche perché, il nuovo centravanti servirà a Montella praticamente subito, da inizio gennaio. Buon lavoro a Pradé e a Macia…

Cristiano Puccetti

direttore sport Lady Radio