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L’INTRAMONTABILE MAGO FRANCK NON BASTA, L’ARBITRO DÀ UNA MANO ALLA LAZIO: IACHINI FURIBONDO, LA RIMONTA FA MALE. MA LA FIORENTINA NON MERITAVA LA SCONFITTA. DA MERCOLEDÌ LA PAROLA D’ORDINE È FARE PUNTI

di Leonardo Bardazzi

Brucia. E brucia tanto. La rimonta laziale è una beffa, perché la Fiorentina gioca alla pari e addirittura, grazie al suo fuoriclasse,  accarezza a lungo l’idea di prendersi la capitale. Invece, il rigore generoso concesso a Caicedo e il gol-partita di Luis Alberto, lasciano un pugno di mosche in mano ai viola e la necessità assoluta a Beppe Iachini di iniziare a far punti già da mercoledì contro il Sassuolo. Al di là del risultato comunque, la partita di Roma dimostra ancora una volta che la Fiorentina è una squadra da trasferta, a suo agio negli spazi aperti e brava a compattarsi anche contro avversari forti come quello di ieri sera. 

Che dire poi di mago Franck, l’intramontabile, meraviglioso campione che stupisce ogni volta di più. Il suo gol è una meraviglia, un’opera d’arte fatta con i piedi. Dribbling tra tre uomini, tiro secco sul primo palo e gol, la miglior risposta possibile a chi pensava che fosse troppo vecchio per essere utile, che fosse una figurina data in pasto ai tifosi tanto per vendere qualche maglietta, che l’infortunio di novembre fosse stato l’ultimo atto di una carriera fantastica. Ribery invece, anche senza condizione atletica, è ancora il faro di tutto. E’ il fuoriclasse a cui aggrapparsi e l’unico vero campione di questa squadra. Quando è calato lui, la Fiorentina ha perso brio e fantasia e la Lazio ha preso campo. Fino alla vittoria. La jella comunque ci ha messo lo zampino, perché la traversa di Ghezzal è un altro di quegli episodi che non faranno dormire Beppe: sarebbe stato il 2-0 viola, sarebbe stato, probabilmente, il colpo del ko di una Lazio apparsa lontana parente del rullo compressore che era. L’algerino per altro è stato una delle sorprese della formazione titolare: una scelta azzeccata, visto la partita che ha fatto e visto che con due incursori come mezzali, i viola avevano alzato il baricentro e messo in crisi i palleggiatori di Inzaghi. Sembrano tutto apparecchiato per la notte magica. Le meraviglie di Franck, l’aggressività del centrocampo, la personalità, le poche palle concesse a una delle squadre più forti del torneo.

Il finale ha cancellato tutto, anche con la preziosa collaborazione dell’arbitro Fabbri e del Var, che ha premiato Caicedo nonostante l’evidente intenzione di cercare il rigore già molto prima del veniale contatto con Dragowski. Iachini a fine partita era furibondo, ai microfoni delle tv a stento ha trattenuto la rabbia. Rispetto al Brescia però è stata un’altra Fiorentina. Prendiamo il buono e cancelliamo in fretta le amarezze. La classifica non aspetta, il campionato neppure. Mercoledì c’è una partita da non sbagliare. Ci sarà Chiesa, ma non Vlahovic, espulso nel finale. Giocherà, di nuovo, Cutrone, ieri negativo, ma in quella che forse non era la sua partita ideale. Contro il Sassuolo, in una partita da giocare in attacco, dovrà essere un’altra musica. Per lui, senza gol in serie A da 31 partite di fila, e per la Fiorentina.