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LA COPPA UGUALE SVOLTA: QUESTA FIORENTINA SA SOFFRIRE. BARAK OTTIMO: UNO CHE FA GOL. ARRIVA ANCHE BAJRAMI. NASTASIC PER NIKOLAOU: SI PUO’ FARE. CONFERENCE: GIRONE ABBORDABILE

di Mario Tenerani

La crescita di una squadra è fatta di gradini più o meno alti, svolte più o meno grandi. A Enschede la Fiorentina dell’era moderna, quella del rinascimento firmato Italiano, ha scritto probabilmente una svolta. Saranno le prossime scadenze a raccontare quanto sarà stata determinante. Ma è indubbio che quella Fiorentina di lotta e di governo, nella bolgia di uno stadio indemoniato, ha saputo soffrire. Non abiurando la propria filosofia calcistica, ma dimostrando di avere artigli e denti canini ben affilati. Anche nella tattica: offensiva, certo, ma non spregiudicata, con una soglia di attenzione sempre alta. I viola sono stati continui durante lo svolgimento della gara. Potevano prendere gol, ma potevano farne di più. Diversi. 
Poi Terracciano, versione ghigliottina. E’ andato giù all’ultimo minuto come una lama e ha salvato una stagione. Pietro, il sottovalutato. L’uomo della gavetta, eterno dodicesimo prima di restare folgorato sulla via di Italiano. Premiato anche il grande lavoro di Angelo Porracchio, suo preparatore. 

Ci è piaciuta questa Fiorentina, tanto. Bella, ma non bellissima, dannatamente concreta, lucida, cinica. Sarà dura vederla sempre così, ma nel frattempo averla ammirata in quel frangente così sfavorevole, ci induce a immaginare un domani migliore. I viola hanno ricevuto un’iniezione di autostima che potrebbe avere effetti taumaturgici. Lo scopriremo domani col Napoli anche se la squadra di Spalletti è più forte dei viola e assetata di vendetta dopo gli 8 gol subiti nella stagione scorsa tra Coppa e campionato. Non è escluso che la Fiorentina possa pagare un pedaggio salato dopo il dispendio psico-fisico del giovedì olandese. Non è una certezza, ma una possibilità da tenere in debita considerazione. Anche se siamo solo all’inizio dell’annata calcistica, quando è meno verosimile essere sgonfi. Ma la stanchezza non è solo nelle gambe, spesso si manifesta nella testa. Italiano dovrà toccare le corde giuste dei propri uomini. Poi ci sarà il turn-over, diventato un marchio di riconoscimento del calcio di Italiano. 

Il girone di Conference ha consegnato queste rivali ai viola: Basaksehir Instanbul, Hearts e Riga FS. Turchia, Scozia e Lettonia i paesi di provenienza. Gente tosta, non c’è dubbio. Tifosi caldi e tante incognite.  
Ma sembrano avversari abbordabili. Niente di scontato, nulla di impossibile. 
La Fiorentina può giocarsela fino in fondo. Trasferte particolari, ma fanno parte del contesto della Conference. La Roma nella stagione ha colto un’impresa. I sogni vanno coltivati.  

Intanto è arrivato Barak, nome che era nel mirino da tempo. La società ha atteso l’ufficialità dell’Europa per annunciarlo. A centrocampo mancava qualcosa, non fosse altro per la lunga assenza dal campo di Castrovilli. E non solo. Barak è un giocatore che si è costruito nelle stagioni, passando da interno a trequartista, centrocampista completo. Se serve può partire anche largo e convergere. E’ un ottimo colpo per il club viola perché Barak ha molta confidenza col gol. Negli ultimi due campionati ne ha fatti 18 mentre in totale, su 130 presenze ne ha fabbricati 27 con 12 assist complessivi. Si capisce che il suo rendimento sotto porta è cresciuto in modo esponenziale nei tempi più recenti. I viola hanno bisogno come il pane di gente che la butti dentro. In Olanda c’è stata l’ennesima dimostrazione. Barak è qualità, ma anche quantità. Ha le due fasi, è moderno. Sicuramente Firenze è piazza pesante rispetto alle altre maglie che ha indossato. Si dovrà confermare, ma le premesse sono molto buone. Ci pare un acquisto mirato. La Fiorentina adesso è più forte. E la società non dovrebbe fermarsi qui: Bajrami sta per sbarcare a Firenze. Sarà un altro colpo viola. Con l’Empoli la Fiorentina parla di Zurkovski e pare anche di Kouame. E dopo? Occhio alla difesa: si sta preparando uno scambio tra Nastasic e Nikolau dello Spezia (ex Empoli). Non è fatta, ma si può fare. E forse si farà.