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LA FIORENTINA ADESSO HA UN OBIETTIVO: FARE 40 PUNTI PER SALVARSI. ROCCO, FIDUCIA A TEMPO A MONTELLA. SQUADRA CON LIMITI EVIDENTI: SERVE UN MERCATO VERO. A GENNAIO OBBLIGATORIO COMPRARE UN ATTACCANTE

di Mario Tenerani

E’ arrivata la quarta sconfitta consecutiva, un punto nelle ultime 5 partite. La situazione è grave perché la Fiorentina da segnali inquietanti: il modo con cui i viola hanno affrontato il primo tempo di Torino - non che il secondo sia stato trascendentale - è la fotografia di una crisi evidente, di gioco, carattere e risultati. E’ inspiegabile, ancor prima che inaccettabile, scendere in campo in quel modo. Squadra molle, confusa, nervosa, con screzi diffusi tra compagni.

Teniamo in considerazione le assenze pesanti di Ribery e di Pezzella,ma ci fermiamo lì perché non bastano per giustificare in toto il profilo mediocre di questa Fiorentina. C’è anche la paura, sicuramente: le sconfitte aiutano a perdere, così come le vittorie alimentano nuovi successi. 

I viola sono fragili, insicuri. La mancanza di esperienza di alcuni elementi non giova in questo momento.

La società all’inizio della stagione, essendo nuova e con tanto da ricostruire, non ha indicato un obiettivo stagionale, ad esempio il ritorno in Europa. Forse a gioco lungo questa decisione può essersi rivelata sbagliata perché nello sport, come nella vita, gli obiettivi sono come fari nella notte. Rocco Commisso ha ripetuto spesso che la Fiorentina avrebbe solo dovuto far meglio dell’anno prima. L’intento del presidente era lodevole, desiderava rendere più lieve il cuore di Montella e dei giocatori, ma non tutti sanno cogliere in un gruppo questa sensibilità. Magari c’è qualcuno che potrebbe pensare, “comunque vada sarà un successo”. Ma non è così. 

Tradotto nei fatti, si è parlato di stagione tranquilla, volta a creare le basi per un futuro prestigioso. I recenti accadimenti hanno modificato questo percorso e adesso la Fiorentina invece un obiettivo ce l’ha suo malgrado e non è allegro: deve fare 40 punti per salvarsi. Il mantenimento della serie A può diventare davvero un traguardo concreto. Nessuno sorrida perché la narrazione del calcio italiano è piena di squadre che avrebbero dovuto fare tanto e poi alla fine sono scivolate di sotto. Quello che è accaduto solo pochi mesi fa, seppur con una gestione diversa, è paradigmatico. Non prendere consapevolezza della gravità di un frangente, ripetere gli errori, procrastinare le decisioni, può generare scenari pericolosissimi. Non c’è niente di male nel pensare a salvarsi, ce n’è tanto invece nel far finta di niente. 

Rocco nel dopo partita si è mostrato arrabbiato e deluso per quanto aveva visto. Lo ha detto a Montella e ai giocatori nel viaggio di ritorno in treno. Commisso non se l’è sentita di dare la fiducia massima al tecnico - come invece aveva fatto Pradè -, ha parlato di “partita dopo partita”. Ma soprattutto il presidente ha chiesto di ottenere “20-22 punti” alla fine del girone di andata che moltiplicati per 2 danno proprio la quota salvezza di cui abbiamo parlato. Rocco ha già capito tutto, bisogna salvarsi. 

E’ normale che l’allenatore sia sotto processo, così vanno le cose nel calcio e nello specifico in Italia. Se la Fiorentina perde spesso dimostrando una preoccupante involuzione, la conduzione tecnica è responsabile. A Torino la scelta di schierare Ghezzal dalla parte di Ansaldi, non è stata felice: dopo 50 minuti Montella ha rimediato inserendo Sottil. Ma questo è un aspetto singolo di un contesto generale perché anche gli altri hanno fatto acqua. 

Il secondo tempo ha visto una reazione della Fiorentina, ma i minuti più importanti sono stati quelli finali quando, sarà un caso, si è acceso Chiesa con alcune sgassate decisive. Il gol di Caceres è arrivato proprio su un’azione così e alla fine un tiro di Federico è uscito di pochi centimetri.

Montella sa di avere una fiducia congelata, fa parte del mestiere. E sa anche che se con Inter e Roma non ci saranno miglioramenti, durante la sosta di Natale Commisso lo sostituirà. Come detto, Vincenzo ha le proprie responsabilità, ma perdere di vista il punto più critico della Fiorentina sarebbe un grave errore. La squadra, infatti, ha limiti tecnici e fisici. E’ stata  costruita di corsa - questa è un’attenuante -, ma non bene. Ci sono giocatori che non hanno reso e che giocano sotto ritmo. La Fiorentina non è una squadra rock come Atalanta e Cagliari, ma lenta nel pensiero e nell’attuazione del medesimo.  

La ferita più grande però resta l’attacco, la madre di tutti gli errori: Pedro è ancora lontano da una condizione accettabile, Vlahovic è forte ma acerbo, Boateng non è un centravanti. Non si può confidare in una squadra che ha queste lampanti difficoltà nel segnare. La Fiorentina non fa gol, è un difetto cronico: dall’ultima vittoria di Sassuolo sono arrivate 4 sconfitte e un pareggio. I gol realizzati sono stati 4 di cui 2 inutili a Cagliari sul 5-0 per i sardi e un altro insufficiente di Caceres a Torino. L’unico valido è stato quello del pari di Castrovilli col Parma al Franchi. E’ possibile andare avanti così? Crediamo di no: prima emergenza, allora, trovare qualcuno che sappia buttare la palla in rete. 

Il mercato di gennaio dovrà colmare questa lacuna e pure le altre, quantomeno una parte, emerse dalla sessione estiva. Sia chiaro, con tutte le difficoltà del caso perché la finestra invernale è più corta e difficile di quella classica. I calciatori top non si muovono e se lo fanno costano una fortuna. Ma ci possono essere comunque delle opportunità che devono essere sfruttate con lucidità, tempestività e disponibilità economica. Ci vuole il coraggio di investire. 

E’ stato giusto e bello parlare di Centro Sportivo e stadio nuovo, temi che hanno dato un respiro diverso alla città, ma ora l’argomento cogente è la squadra, una formazione che ha necessità di interventi di qualità. Senza una Fiorentina all’altezza il resto non conta. Purtroppo.