La Fiorentina batte un colpo, ma fa più rumore quello ineccepibile della Curva Fiesole. Paratici scelta di minor rottura rispetto a Giuntoli. Il tempo delle riflessioni al Viola Park (forse) è finito, anche per Vanoli che pensa al cambio modulo
Forse, e mai come oggi è necessario sottolineare l’avverbio interrogativo in questione, al Viola Park il tempo delle riflessioni è allo scadere. La mossa per proporre a Fabio Paratici il ruolo di Responsabile dell’Area tecnica potrebbe sancire il via a una ristrutturazione societaria tanto necessaria quanto tardiva, difficilmente inquadrabile in un rilancio viste tutte le incertezze del momento, e considerato che non solo i risultati ma tutta la valanga di problemi che hanno sommerso il mondo viola sono lì a dimostrarlo.
La Fiesole attacca
Così in un sabato qualunque sotto Natale (un sabato italiano per gli amanti del vintage anni ’80) in cui risuona il colpo battuto da una Fiorentina isolata nel suo castello di Bagno a Ripoli, arrivano anche le parole al vetriolo della Curva Fiesole. Un comunicato ineccepibile, che non lascia spazio a nessun tipo d’immaginazione, e che ribadisce un concetto chiaro: a questa proprietà e al suo management non crede più nessuno. C'è di che condividere ogni singola recriminazione. Trattasi di accuse legittime, persino sostenute dai fatti del passato e del presente, anche se un ricordo non può che andare a chi (pochi, ma pur sempre anche su queste pagine) aveva già evidenziato determinati aspetti ricevendo particolari trattamenti, pure da chi preferiva sostenere determinate figure piuttosto che colori, storia e tradizione di questo club. Ma tant’è, anche questo fa parte del gioco.
L’offerta a Paratici
Intanto però, come detto, la mossa Paratici anticipa reazioni in società. I primi sondaggi risalgono al day-after di Losanna, quelli diretti tra società e dirigente a ieri, poco prima che il Tottenham perdesse 2-1 in casa contro il Liverpool, e riguardano il ruolo di Responsabile di un’area tecnica in cui l’ex bianconero collaborerà comunque con il ds Goretti. Attuale co-direttore sportivo degli Spurs insieme a Lange, per Paratici la Fiorentina significa tornare in serie A, dopo il decennio di successi in bianconero, le stagioni a Londra con il flop di Conte sulla panchina, ma pure dopo il cataclisma successivo all’arrivo di Cristiano Ronaldo a Torino. Una vicenda che ha cambiato faccia alla dirigenza della Juve con l’addio di Marotta (era il 2018) oltre al proliferare di una sequela di plusvalenze fittizie che lo stesso Paratici ha poi pagato con 30 mesi di squalifica allargata al campo internazionale.
Il sorpasso di Paratici su Giuntoli
Di certo, insieme a un buon curriculum in termini di scouting per via dei primi passi mossi a Genova sulla sponda blucerchiata, Paratici può vantare buoni rapporti con procuratori importanti come Lucci e Ramadani, figure con le quali la Fiorentina ha spesso chiuso affari importanti, Chiesa incluso, senza contare che il suo ingresso in società potrebbe risultare meno radicale rispetto a una rivoluzione firmata Giuntoli. L’altro grande candidato era proprio l’ex ds di Napoli e Juve, ma da ieri la sua candidatura è tramontata a fronte di una soluzione di minor rottura rispetto alle gestioni passate, Un sussulto, un primo passo seguente a tutte quelle riflessioni che non hanno frenato la caduta senza freni della squadra, con la conseguenza immediata di doversi aggrappare a un mercato di gennaio in cui le recenti dichiarazioni di Vanoli (su chi non se la sente di lottare) hanno già aperto le danze.
Cambio di modulo
E a proposito di Vanoli, in un moto d’improvviso decisionismo che ha scosso l’inerzia del Viola Park, anche il tecnico pare propenso a dare una sterzata. In una gara in cui si gioca la permanenza sulla panchina viola l’allenatore sembra (finalmente) orientato a ritoccare il 3-5-2 che tante delusioni ha regalato, con un passaggio a 4 in difesa che può rilanciare ulteriormente Kouamè (o Parisi se a fare il terzino a sinistra finisse Ranieri). Con Fortini, Mandragora e Fagioli sarebbe una Viola sul 4-4-1-1 con Gudmundsson e Kean riferimenti offensivi. Impossibile di fronte a questa Fiorentina fare previsioni, ma anche in questo caso se la speranza è l’ultima a morire non resta che augurarsi che entrambi mostrino di avere molta più voglia di vincere rispetto all’apatia (fastidiosa) di giovedì, per niente mascherata al momento del loro ingresso in campo (ininfluente) nel match poi malamente perso contro l'onesto Losanna.