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LA FIORENTINA C'E', PER LE PRIME POSIZIONI C'E'...

di Stefano Prizio

Il difetto di fabbrica lo conosciamo, l'abbiamo visto evidente al primo minuto successivo al gong di fine mercato, meno di un mese fa. Non ci torneremo, almeno fino a gennaio non ci torneremo, anche perché in rosa questi sono e questi rimarranno. Fino a gennaio appunto. Difettuccio (che non è da poco) a parte, la Fiorentina contro la Juventus ha dimostrato qualcosa di importante: di esserci. Di essere una squadra. Una compagine ben allenata. Ben costruita, Ben assortita.

I meriti? Di chi ha rivoluzionato tutto rivoltando la squadra come un calzino e lasciando un sacco di milioni in cassa per soprammercato. I meriti intanto diamoli a Daniele Pradè che ha costruito il mercato ed Edoardo Macià certosino talent scout di giocatori qualitativamente validi a costi bassi. E' già possibile dire che questi due dirigenti hanno fatto un gran bel lavoro.

Poi bisogna parlare di Montella, l'uomo che ha edificato gioco e personalità di una squadra nuova di pacca che si fa ammirare in casa e in trasferta. Una squadra che raccoglie meno di ciò che merita, ma che diverte, entusiasma, si fa voler bene dai tifosi. Una squadra simpatica, giovane, ma anche caratteriale, capace di sfoderare una prova d'orgoglio (di lucidissimo orgoglio, esattamente quel che chiedeva Montella in conferenza stampa alla vigilia) contro la prima della classe, la ricca, arrogante e corazzatissima Juventus.

La partitissima finisce in pari, coi viola che possono recriminare per alcune occasioni importanti sfumate davanti a Buffon e la Juve che mai mette il sale sulla coda di Viviano. Finisce con una vittoria morale (che vale 1 punto come un pareggio, ma porta tanto entusiasmo) che regala alla città gigliata una notte serena e un'alba - quella di domani - in cui sarà un piacere parlare di pallone. Vince l'ambiente viola, vince la tifoseria, a dispetto delle imponenti misure d'ordine che paventavano un "inferno", così come ha titolato il "foglio" sedicente sportivo che si pubblica in alcune zone del Piemonte.

Perdono i gufi, gli aizzatori. Perdono le streghe. E perde anche il povero Antonio Conte, invitato in tribuna, ma talmente poco presente di spirito da doversi rimpiattare in piccionaia scortato da stuoli di bodyguards a libro paga pubblico. E' questione di attributi. Per chi ne ha (Andrea Agnelli e Marotta li hanno dimostrati sedendo regolarmente dove la Fiorentina gli aveva riservato il posto).

Questa Fiorentina va tutelata. Coccolata. Amata. Perché lo merita. Ma non bisogna nasconderne la qualità, non bisogna soffocarne le aspirazioni. Frustrarne i sogni. Alzare l'asticella è sempre un errore, ma far finta che questa squadra non possa recitare un ruolo importante in campionato sarebbe un errore ancora più grave. Stimiamo i viola per quel che valgono. E non è poco. Questa Fiorentina c'è! Nel campionato visto finora c'è anche per le prime quattro posizioni!

Stefano Prizio

giornalista di Radio Toscana e Squer.it