LA FIORENTINA E' QUASI FATTA MA NON E' FINITA. IL MERCATO ESPLOSO A META' AGOSTO CHIEDE TEMPO PRIMA DI AVERE UNA SQUADRA VERA. CASO KALINIC: E' L'ESTATE DEI CLUB 'OSTAGGIO'
Costruire più che rifinire una squadra al 17 agosto ha certamente un rovescio della medaglia ben chiaro e cristallino. L'amalgama che non c'è, il gran numero di giocatori che non hanno mai calcato lo stesso campo con la stessa maglia con lo stesso allenatore. Giovanni Simeone, Cristiano Biraghi, Gil Dias, Valentin Eysseric, Marco Benassi e ora pure German Pezzella. Gran parte dell'asse titolare che Stefano Pioli dovrà gestire e maneggiare e per questo servirà pazienza e dar tempo a questa Fiorentina. Serve però una precisazione, che da tempo scorre su queste colonne: fare mercato in entrata, prima, per Pantaleo Corvino e per Carlos Freitas, era impossibile. Cedere era la conditio sine qua non per comprare, far partire giocatori con ingaggi pesanti era indispensabile per prendere calciatori in entrata.
Stefano Pioli aveva chiesto rinforzi ma era altresì consapevole che non sarebbero caduti dal cielo e che sarebbe servito tempo, prima di poterli accogliere. Ha chiesto pazienza alla piazza e sarà una ricetta fondamentale, prima di vedere la miglior Fiorentina. Gli ingredienti ci sono. Dietro la coppia è affidabile con Astori capitano e con Pezzella, che è stato tra i migliori del Betis ma pure talento con grandi referenze in Sudamerica, al suo fianco. Poi Vitor Hugo, che tatticamente deve sgrezzarsi ma che può dare il suo apporto una volta subentrato e Milenkovic, che sta crescendo sempre più nel corso delle settimane. Biraghi è probabilmente quel che la Fiorentina, dall'acquisto di Pasqual dall'Arezzo, non aveva più fatto: un terzino di tante garanzie, senza troppi picchi ma di regolarità e soprattutto uomo di ruolo. Sulla destra il grande dubbio è relativo a Bruno Gaspar, apparso troppo acerbo, e la garanzia Tomovic non è forse abbastanza rispetto alle aspettative dei tifosi. In mezzo la sensazione è che Pioli abbia intenzione di dare le chiavi a Badelj e di affidare lo scudo a Veretout. Di considerare Cristoforo l'alternativa pure tattica al croato e Sanchez quella al francese.
Sulla trequarti, se questo può essere l'anno di Chiesa e della sua esplosione, molto ruoterà attorno alle caviglie e alle condizioni di Saponara. Eysseric può sostituirlo ma anche e soprattutto agire sulla sinistra, Benassi può prenderne il posto e giocare sia sulla mancina che sulla trequarti ma anche in un centrocampo a tre. Zekhnini e Hagi sono ancora acerbi ma hanno enormi potenzialità, la sensazione è che probabilmente la dirigenza e Pioli abbiano fiducia nell'apporto che da subito potrà dare Gil Dias.
Infine, l'attacco. Simeone evoca ricordi romantici e dolci, per età, nazionalità e numero di maglia. Babacar è a un bivio: dalla Turchia non si esauriscono i pressing, il giocatore sarà ancora una stagione riserva e alternativa ma non pare aver grandi intenzioni di salutare Firenze. La Fiorentina è disposta ad ascoltare offerte, sintomatico della volontà di farlo partire ed è davanti che potrebbe arrivare un ulteriore rinforzo per la rosa di Pioli. Anche perché Kalinic resta in uscita e non può essere altrimenti. Che sia per i milioni dell'Everton o per le garanzie che arriveranno dal Milan, il futuro è altrove. E il fatto che non si sia presentato all'allenamento è l'ennesimo simbolo di un'estate malata, dove le società rischiano spesso di finire 'ostaggio' dei propri calciatori. Un dilagare, in ogni latitudine, al quale la Lega dovrà trovare presto fermo e forte rimedio.