LA FIORENTINA TORNA CON MERITO IN EUROPA. ORA CONTA INVESTIRE PER CRESCERE. ARRIVA INFANTINO, TALENTO DEL ROSARIO. BELTRAN E’ UN NOME CHE INTRIGA. AMRABAT, LO UNITED GIOCA AL GATTO COL TOPO. SUTALO OK: SU DI LUI GRANDI REFERENZE
Era previsto un verdetto così, ma dovevamo leggere il dispositivo della Uefa per toglierci i dubbi residui. La sentenza è arrivata ieri sera verso le 19: Juventus esclusa dalle competizioni europee per la stagione 23/24 e quindi, anche se tecnicamente mentre scriviamo manca l’annuncio, dentro la Fiorentina. I viola, arrivati ottavi alle spalle dei bianconeri, prenderanno il loro posto. Ma il protocollo impone che sia la federazione competente a darne notizia alla Uefa. La Juventus è stata multata anche con 20 milioni che sommati ai circa 80 persi per la mancata partecipazione alla Champions League fanno quota 100 circa…
E’ vero che la Juventus non aveva molta voglia di fare la Conference e stando a casa un anno potrà rifarsi una verginità calcistica in Europa per rientrare poi, se riuscirà a qualificarsi in campionato, in Champions dal 24/25, ma è altrettanto giusto sottolineare come questa squalifica sia una macchia grossa nella storia di questa società. La Juve è stata estromessa per aver aggirato le regole. In più, come detto, c’è una rimessa economica pesantissima. Poteva andarle sicuramente peggio in termini di sentenze, sia in Italia che in Europa, ma non crediamo che a Torino abbiano di che festeggiare dopo tutto quello che è emerso in questa brutta vicenda.
Torniamo alla Fiorentina. In Conference i viola potranno riprendere il filo interrotto il 7 giugno scorso nella sfortunata finale di Praga persa ai titoli di coda col West Ham. La grande amarezza, però, potrebbe trasformarsi in una straordinaria voglia di rivincita: Italiano e i suoi uomini ci riproveranno, mettendo nel mirino la finale di Atene. Stavolta la Fiorentina partirà dal play off con un bel vantaggio: conoscerà tutto di questa manifestazione e potrà sfruttare il bagaglio dell’esperienze maturate nel ’22/’23.
La bella notizia dovrebbe indurre la società ad aggredire il mercato con uno spirito diverso perché ora conta solo investire per crescere. Infatti, sempre ieri sera, dall’Argentina è arrivata la notizia che i viola sarebbero molto vicini a Gino Infantino, nato nel 2003, trequartista del Rosario Central. Affare che dovrebbe concludersi con 4 milioni. Un ventenne che nella regione di Santa Fe’, da sempre giacimento petrolifero di talenti del calcio, si è fatto notare.
Prima regola per fare bene nel calcio: conti sempre in ordine. Anzi, proprio la vicenda della Juventus e del ripescaggio dei viola in Europa dimostra come questa società, ancorché criticabile per i tanti errori fatti e per una modalità di comunicazione spesso incomprensibile, sul terreno della gestione economica non prenda lezioni da nessuno. Non ha barato, né aggirato le norme.
Seconda regola: sul mercato puntare sempre alla qualità, mantenendosi dentro un perimetro segnato dall’equilibrio economico-finanziario.
Terza regola: per crescere bisogna sempre investire. Contando sui rischi calcolati, bandendo i tatticismi del mercato. Si punta un bersaglio e si colpisce. Il vecchio adagio del “chi più spende meno spende” non è da rottamare.
La Fiorentina non deve fare voli pindarici, ma se vuole schiodarsi dalla fascia 8-9 posto della classifica ha necessità di migliorare la qualità complessiva della squadra. E per farlo deve seguire una strada precisa: comprare bene. L’operazione può riuscire meglio se in cassa si hanno quasi 40 milioni, esclusa la verosimile cessione di Amrabat tra i 25 e i 30 milioni. Usciti per adesso 11 (più di 2 di bonus) per l’ottimo Parisi, un paio per Arthur, altrettanti per Sabiri a gennaio. Potrebbe andarsene anche Cabral - solo se la Fiorentina acquisterà un altro centravanti - di fronte ad un’offerta robusta, diciamo tra i 20 e i 25 milioni.
Portiere, difensore centrale (al posto di Igor) e un attaccante che garantisca in partenza un bottino superiore al tandem Jovic-Cabral. Tre operazioni decisive per la spina dorsale della formazione di Italiano.
Lukas Beltran del River Plate intriga, non c’è molto da aggiungere. Gioca al Monumental, è di origine italiana (come la metà degli argentini), ha solo 22 anni, un istinto del gol da uomo d’area che però sa muoversi anche tra le linee, alla Lautaro Martinez, senza voler eccedere nei paragoni importanti. La Fiorentina lo segue da tanto con Burdisso e se ne intuiscono le ragioni. E’ argentino, questo dovrebbe bastare e avanzare. Dal 1980 ad oggi, cioè da quando dopo anni e anni di chiusura totale il calcio italiano riaprì le frontiere agli stranieri, gli argentini sono stati quelli che hanno reso di più nel nostro campionato, considerando anche quanti hanno giocato in serie A.
Come detto, l’Argentina è stata fabbricata dagli italiani, dalla nostra migrazione cominciata a cavallo tra l’800 e il ‘900, tanto da registrare 20 milioni di abitanti su 40 totali, di marcata provenienza dal Bel Paese. Forse anche per questo o soprattutto per questo, gli amanti del tango hanno sfondato spesso da queste parti. A Firenze, poi, sono arrivati marziani come Bertoni, Passarella, Diaz e Batistuta, giusto per rimanere ai più famosi. I primi due, tra l’altro, campioni del Mondo: Bertoni nel ’78, Passarella ’78 e ’86.
Non ci sono certezze, Beltran va misurato qui da noi, ma spiando qualche partita del River, si capisce che probabilmente la stoffa c’è. Altra prova: su di lui ci sono tanti club delle principali leghe mondiali. Clausola rescissoria fissata a 20 milioni di dollari (circa 19 di euro) che tra pochi giorni salirà a 25 come tetto. Allora, se i dirigenti viola lo seguono da almeno da un anno perché non affondare il colpo? Sempre che loro ci credano veramente.
L’alternativa “usata-sicura” rimane Nzola, pallino di Italiano per averlo allenato a Trapani e La Spezia. Richiesta 15 milioni, si può chiudere a 10 o poco più. Beltran sarebbe una scelta politica diversa, ma Nzola conosce già il nostro calcio.
In difesa il nome caldo è Sutalo, Dinamo Zagabria. E’ interessante verificare come gli addetti ai lavori ne parlino tutti benissimo e in tanti vedano in lui margini di prospettiva notevoli. Fisico imponente, letture difensive giuste, la Dinamo lo valuta 25 milioni anche perché al momento i croati non hanno fretta di vendere. Probabilmente se i viola o chiunque lo voglia si avvicina a 20 partono le trattative. Piede destro, ma va bene anche col sinistro, come caratteristiche pare adatto all’Italia. Sarebbe un altro buon affare, da inquadrare nella medesima ottica: investire per crescere, il ragazzo è del 2000.
In porta ci sono tanti movimenti, ma la Fiorentina riflette anche molto. Italiano stima Terracciano, ma vorrebbe allargare la rosa dei numeri uno. C’è da valutare anche Cerofolini autore di alcune buone partite. La strada più battuta adesso è quella della Polonia, dove negli ultimi tempi sono nati portieri interessanti. Grabara classe ’99, attualmente al Copenaghen, sembra davvero nel mirino dei viola. Non costa molto, soltanto 5 milioni. In scia Audero e Montipò, ma l’impressione è che la Fiorentina sul portiere non voglia accelerare.
Amrabat è vicino al Manchester, ma la trattativa con gli inglesi è faticosa. La Fiorentina è partita da una base di 30 milioni, solo che lo United gioca al gatto col topo. Ha sicuramente l’assenso del centrocampista e quindi tenta di far passare il tempo per far calare il prezzo. Una partita a scacchi, ma alla fine Amrabat partirà e il Manchester dovrebbe essere la sua destinazione. Avanti un altro.