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LA LAZIO AI RAGGI X: GUENDOUZI IL MOTORE, ROVELLA L’IDEA, DIA IL PERICOLO, ZACCAGNI LA FANTASIA. CASTROVILLI LA SORPRESA?

di Alberto Polverosi

Ciro Immobile è stato il più forte centravanti italiano degli ultimi quindici anni. Ha vinto per la prima volta la classifica dei cannonieri (10 gol) al torneo di Viareggio con la Juventus nel 2010, la prima (28 gol) in Serie B col Pescara di Zeman (e di Insigne e Verratti) nel 2012, poi la prima (22 gol) in Serie A col Torino nel 2014, quindi la prima (29, come Icardi) nel 2018, la seconda (36) nel 2020 e la terza (27) nel 2022 sempre con la Lazio. A 34 anni ha lasciato l’Olimpico e si è trasferito in Turchia, al Besiktas.

Questa premessa serve per far capire che la Lazio non è solo entrata in una stagione nuova, ma in un’epoca nuova. Non c’è più il re di Formello, l’uomo che risolveva da solo ogni problema. Il tempo è cambiato. L’allenatore è il fiorentino Baroni (una presenza con la maglia viola nel campionato 81-82, quello del secondo posto), un tipo pratico, concreto, che ha capito presto la natura della squadra. Difesa a quattro, due mediani, tre rifinitori alle spalle di un centravanti, la Lazio è una squadra compatta, non uno squadrone, ma ha una bella forza dentro. E’ soprattutto una squadra fisica con Nuno Tavares (185 centimetri e 78 chili), con Dia e Guendouzi in mezzo al campo. Il mediano francese è la garanzia di Baroni, lo trovi ovunque ci sia bisogno della sua presenza. Guendouzi è il motore, Rovella, al suo fianco, è l’idea da cui nasce il gioco laziale.

Sugli esterni attaccano Lazzari e soprattutto Nuno Tavares che contro il Milan ha fatto un partitone. Non partono mai insieme, va su uno soltanto, l’altro resta a controllare la difesa insieme a Gila e Romagnoli e tutt’e quattro hanno la protezione di Guendouzi. Il meglio della Lazio è dalla trequarti in su, con Isaksen (per ora il meno ispirato del quartetto) a destra, Dia al centro, Zaccagni a sinistra e Castellanos centravanti. Detto poco sportivamente, per la Fiorentina è un vantaggio che Castellanos sia fermo per infortunio e debba saltare la partita del Franchi.

Un discorso a parte va fatto su Dia: non è un centravanti puro e non è nemmeno un trequartista puro, è qualcosa che unisce i due ruoli e li rende pericolosi per la difesa avversaria. L’ex salernitano (già due gol in questo campionato) è in continuo movimento, così da creare spesso dei disagi alla difesa avversaria. Stavolta però dovrà prendere il posto di Castellanos, trasformandosi in centravanti autentico, e lasciare il suo a Zaccagni, a Noslin oppure a Castrovilli. Dia sa sempre dove colpire.

A quanto risulta a Formello, Baroni sta pensando anche a un colpo a sorpresa: far debuttare l’ex viola Castrovilli dal primo minuto. Finora è stato in campo solo per 27 minuti, divisi fra i primi 3' col Venezia e i 24' col Verona, nell’ultima giornata. Esiste la possibilità che finisca sulla fascia sinistra, liberata da Zaccagni a cui verrebbe assegnata la posizione del 10 vero, la maglia che indossa, alle spalle di Dia. Zaccagni è il giocatore maggiormente dotato di fantasia della Lazio, difficile inaridire la sua creatività, difficile frenarlo quando ti punta. Castrovilli esterno sinistro è la stessa posizione in cui un anno fa Italiano lo schierò a Verona (dove segnò un gran gol nonostante la sconfitta dei viola: per la cronaca segnò anche Noslin...), un esterno che si accentra e calcia. Oppure Baroni, per farlo giocare titolare, potrebbe lasciare tutto invariato, schierando Castrovilli alle spalle di Dia, da trequartista puro, che probabilmente è la sua posizione ideale. La concorrenza è quella di Noslin, che Baroni conosce bene, che può esser schierato sulla fascia per servire Dia.