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LA LEGA È SEMPRE IN RIUNIONE… A CACCIA DI UNA DATA CHE NON C’È. SUL PIANO FISICO NON SARÀ FACILE. IN PREPARAZIONE 3/4 SETTIMANE

di Mario Tenerani

Il calcio ha ansia da ripartenza. Alcuni presidenti scalpitano e programmano addirittura un ritiro… Tutto stride con il bollettino di guerra - perché di un conflitto stiamo parlando - che ogni giorno alle 18 snocciola i numeri della tragedia come in un triste rosario. Non si capisce dove finisca la realtà e dove cominci la finzione. Se non ci fosse un dramma nel mezzo potrebbe scappare un sorriso amaro di fronte alla totale incapacità di comprendere un momento unico nella sua tragicità. Spesso sembra che il calco viva una dimensione parallela e in quanto tale mai teso ad incrociare la direttrice della realtà. Stavolta non siamo davanti ad un problema di qualcuno, mentre qualche altro la sfanga. Stavolta la peste è per tutti. Ci sono morti e danni economici devastanti. La malvagità di questo virus taglia orizzontalmente la società, le conseguenze sono generali e in molti parti del mondo. Le criticità economiche ci sono per tutti: il calcio, al quale tutti vogliamo un gran bene e ci manca tanto, deve capire però che per quanto smuova 3 miliardi di euro all’anno ha davanti imprese che fatturano anche di più. E che pagano lo stesso dazio. Non si capisce allora perché l’uno dovrebbe avere un vantaggio rispetto all’altro.

Aiuti per tutti o per nessuno. Ieri mattina il capo della Protezione Civile Borrelli ha spento ancora l’incendio dell’illusione del calcio. Molti presidenti erano convinti che tra pochi giorni le loro squadre sarebbero tornate ad allenarsi. Non è dato sapere su quali convinzioni scientifiche si basassero le teorie dei virologi “de noantri”, provenenti dal cenacolo di Lotito. Infatti la frase di Borrelli, “probabilmente staremo chiusi in casa fino a inizio maggio”, ha fatto saltare in aria i programmi della riunione di Lega, al tavolo col sindacato dei calciatori. L’ennesimo summit per abbaiare alla luna e parlare del nulla. Certo, il tema dei tagli agli ingaggi si può e si deve affrontare anche se nel frattempo non è stata trovata una soluzione. Ma riunirsi per stabilire una data, laddove un giorno non ci può essere perché nessuno sa quando saremo fuori dal tunnel del Coronavirus, pare davvero un esercizio astratto. Sarà il Governo a disegnare la rotta e tutti, calcio compreso, si dovranno adeguare. In queste condizioni, ammesso e non concesso che il campionato rimuova i propri passi, le squadre potrebbero scendere in campo per allenarsi dopo il ponte del 1 maggio, se tutto filasse liscio. E la serie A potrebbe accendere i motori alla fine di maggio. Serviranno almeno 3/4 settimane, infatti, per la preparazione.

Medici, allenatori e preparatori hanno già deciso la tempistica. Ripartire dopo un evento inedito e con tanto tempo di stop, costringerà gli staff a prendere le precauzioni del caso: capire, intanto, se servirà una idoneità supplementare per quei calciatori colpiti da Covid-19. Quali ricadute potrebbe avere sulla tenuta fisica? E altro: come saranno le sedute di lavoro? E gli spogliatoi? I reparti fisioterapici? Persino le docce, e non è una battuta, potrebbero diventare un problema perché la distanza lì non c’è. La faranno una alla volta i giocatori? Sembra uno scherzo e invece purtroppo sono tutte criticità che verranno fuori quando ricomincerà l’attività perché quasi sicuramente non sarà ancora scritta la parola fine sulla vicenda Coronavirus. Il calcio non è la scherma o il tennis, si vive un gruppo e il branco è numeroso. Tenere tutti dentro osservando la distanza di un metro sia in campo che nelle strutture è tutt’altro che semplice. I viola stanno facendo un po’ di lavoro nelle loro case, ma serve a poco, pochissimo. Gli allenamenti veri per giocare ad altissimi livelli sono un altro film. La società si sta attrezzando per recapitare ai propri atleti ciclette e tapis roulant, giusto per mantenere un minimo di tono. Ma la condizione sui rulli non si trova. La preparazione di 3/4 settimane dovrà essere tosta perché poi si giocherà 3 turni ogni 7 giorni, con un rischio infortuni elevato. Occorreranno cambi frequenti. Abbiamo elencato solo una minima parte di ostacoli da superare. Il calcio ai tempi del Corona è ancora da inventare.