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LA MORTE DEL CALCIO PARTE 2. UN NUOVO MIRACOLO ITALIANO, MA IL CONTRATTO NON SERVE. ALLA RICERCA DELL'ANIMA PERDUTA

di Leonardo Petri

Il calcio a Firenze è finito parte due. E naturalmente non mi riferisco al meraviglioso lavoro di Italiano e dei suoi encomiabili ragazzi che spero possano, fino in fondo, regalare a chi se le merita gioie e trofei. La squadra, il gioco, il campo sono il bello del calcio e mai mi sognerei di non sostenere una meravigliosa cavalcata come quella dei ragazzi viola. Poi però c'è il binario parallelo: una parte della città, il club e i relativi progetti e le prospettive conseguenti.
Purtroppo il sabotaggio di gennaio è stato talmente grande che ogni giorno vi sono ripercussioni. L'ultima, incredibile, l'ha riportata ieri l'ottimo Tuttomercatoweb: "Vlahovic è costato alla Juve settanta milioni, più cinque di bonus semplici, più cinque di bonus molto difficili, ovvero la vittoria della Champions". Me li immagino, ieri sera, il Presidente, i dirigenti, i tifosi commercialisti, i ragionieri in viola, i revisori di conti gigliati trepidanti a seguire la Juventus sul campo del Villareal. L'augurio che possiamo farci è che non vi sia alcun bonus coppa Italia, quello si, potrebbe essere particolarmente imbarazzante.
Tutto questo per dire che non è solo vincere una, due, tre partite la felicità; la felicità dovrebbe essere creare i presupposti per vincere i trofei o almeno fare di tutto per vincerli. Niente di più e niente di meno. Quando vedrò nitida questa intenzione sarò il primo ad applaudire chi mi avrà convinto.
In questo momento si sta celebrando "il nuovo miracolo Italiano", ma vorrei proporre alcune riflessioni. La prima: è stato lo stesso mister a definirsi aggrappato all'alta classifica. L'essere aggrappati rappresenta di per sé una situazione precaria, non certo di relax o di confort. Ne deriva che è sacrosanto gioire per le vittorie ma sbagliato chiedere di raggiungere obiettivi per i quali questo gruppo non è stato messo nelle condizioni di competere.
Secondo: quanto pensate che le ambizioni di Italiano possano tollerare che gli vengano tarpate le ali in volo? Date retta a me, temo che non potrà più accadere anche perché la posizione del mister si sta rafforzando giorno dopo giorno, col lavoro.
Terzo: sapete quando scade il contratto di Italiano? Nel giugno 2023, lo stesso giorno in cui sarebbe scaduto il vincolo di Vlahovic e in cui scadranno quelli di Dragowski, Milenkovic e Pulgar. Ma potrebbe scadere fra un minuto o fra dieci anni, Italiano non lo si blinda con una firma. Quel che è successo a Spezia serva da esempio e da monito, lui non resterà a Firenze un minuto in più di quanto non vorrà. E per volere, comunque vada questa stagione, da giugno andrà seguito pedissequamente. Altrimenti che nessuno si lamenti o pianga sul latte versato.
Ancora, il calcio è finito perché quasi nessuno ormai pensa più a tutelare l'anima viola. È attraverso l'anima che si preserva la storia e si gettano le basi per il futuro. Usciti dal club Antognoni e Dainelli nessuna figura di riferimento è stata inserita. Ho trovato persino commovente l'intervento di Sebastien Frey a Violafun, in cui l'ex portiere si è rammaricato del disinteresse dell'attuale società nei confronti dei tanti ex che hanno contribuito a scrivere la storia viola. Servirebbero, eccome se servirebbero, ma le deriva di una parte della città fa sì che in troppi ritengano più importanti plusvalenze, commercio calcistico e indici di liquidità.
Quindi il calcio a Firenze è davvero seriamente in pericolo perché tagliare le radici è sempre un guaio, con conseguenze certe. Quel che servirebbe è godere delle vittorie del gruppo tecnico ma esortare la società a volere un po' più bene alla propria squadra di calcio e a Firenze. Ultimo esempio. Come si può presentare la semifinale di coppa Italia con la frase "per noi non sarà mai una partita come le altre"? Come può suonare credibile dopo che quindici giorni fa è stato venduto a questa squadra il capocannoniere del campionato? Come crederci? Come? Domandiamocelo e domandatevelo.