LA PRINCIPESSA DELLE SETTE SORELLE, I PROGETTI DI ROCCO E UNA FIORENTINA GIOVANE E BELLA. IL FUTURO È VIOLA MA IL PRESENTE È GRIGIO. TORNARE IN CAMPO RESTA UNA CHIMERA. IL TAGLIO DEGLI STIPENDI E L’ESEMPIO DELLA PREMIER
Una squadra giovane e forte. Ambiziosa. Perfino colorata, se per colorata si intende viva, emozionata ed emozionante al punto di essere in grado di tornare tra le primissime della classifica. La Fiorentina che verrà la immagino così, perché Commisso non è uno che parla a vanvera e quel suo desiderio “di tornare tra le sette sorelle”, anzi di far diventare la Viola “la principessa delle sette sorelle”, è la vera chiave per i sogni di una città innamorata.
L’emergenza di questo periodo è una ferita anche sul piano dei conti, ma Rocco non si ferma e ha già chiarito i suoi piani: no a cessioni eccellenti e sì ad acquisti di livello. Giovani, possibilmente italiani e soprattutto in grado di garantire il salto di qualità. La Fifa vuol ampliare il mercato fino a gennaio e l’Uefa chiuderà un occhio sul fair-play finanziario, ma i club nei prossimi mesi avranno mille problemi. Difficile insomma immaginare offerte milionarie, più facile semmai pensare a scambi e prestiti, giusto per tappare qualche falla in organico. Il prossimo futuro viola insomma potrebbe vedere la squadra attuale confermata quasi in blocco (al massimo potrebbe esserci un’eccezione in difesa), con Chiesa ancora qui, con Castrovilli valore aggiunto, con Vlahovic e Cutrone a dividersi l’onere e l’onore del gol, con Franck Ribery finalmente libero di inventare, senza dimenticare gli ottimi acquisti fatti in inverno che saranno un gran valore aggiunto per il prossimo futuro viola. Vista la situazione generale, gennaio infatti potrebbe diventare un enorme vantaggio per la Fiorentina. Molto più di quanto già si poteva immaginare qualche mese fa. Nessuno infatti può vantare acquisti come Kouame e Amrabat, due in grado di fare la differenza e aggiungere punti alla classifica viola. L’attaccante è tipo svelto ed efficace ed è una seconda punta perfetta per pensare a una squadra a trazione offensiva, il veronese invece è una delle sorprese più belle dell’anno e in coppia con Castro aumenterà di parecchio la qualità del palleggio viola. Poi c’è Agudelo, la scommessa di Pradè, che per lui ha immaginato un futuro alla Pizarro: i 70 milioni spesi da Rocco insomma rischiano di diventare una straordinaria spinta verso l’alto, anche perché club come il Milan patiranno molto più di altri lo stop imposto dal coronavirus.
Parlare di calcio naturalmente non significa perdere il contatto con la realtà. Semmai aiuta a pensare a un futuro diverso, più nostro. Far ripartire lo sport sarebbe fondamentale per l’inizio della ripresa di tutto il nostro Paese, per ricominciare a vivere la nostra normalità, le nostre domeniche di tifo e passione. Ma la realtà purtroppo per il momento è un’altra. La protezione civile parla di metà maggio per iniziare a pensare a qualcosa di diverso rispetto alla quarantena attuale. Anche solo per tornare ad allenare i giocatori servirebbero tamponi per tutti, check-up completi, ulteriori quarantene per squadre e arbitri fino a fine campionato. Senza contare che gli stadi dovranno restare chiusi per chissà quanto tempo ancora. I capi del calcio, terrorizzati dal dissesto economico, le stanno pensando proprio tutte per riaccendere i motori, ma anche loro, come tutti noi, dovranno attenersi alle regole. E sperare che la tempesta passi prima possibile. Tra un litigio e l’altro c’è un esempio da prendere a modello: in Premier si sta per raggiungere l’accordo per tagliare del 30% gli stipendi dei calciatori. Per finanziare i settori giovanili, i piccoli club delle serie inferiori e per dare una mano (22 milioni di sterline non sono briciole) a chi lavora giorno dopo giorni per battere il virus. Ecco, vorrei che l’Italia prendesse appunti. E che ripartisse con logiche diverse, senza restare schiava dei diritti tv, degli ingaggi e delle mega commissioni degli agenti multi milionari. Anche se questa stagione fosse andata però, nascerà comunque una Fiorentina in grado di farci battere il cuore. E già questo basta a rendere almeno un po’ più leggera, questa ennesima domenica con la porta di casa sprangata.