LA RISCOSSA DOPO CAGLIARI: ECCO IL REGALO VIOLA PER I 70 ANNI DI ROCCO. A VERONA SARÀ BATTAGLIA, MA LA FIORENTINA È PIÙ FORTE. CHIESA E IL (SOLITO) FASTIDIO DA GESTIRE CON PRUDENZA
Settant’anni di Rocco. Vissuti a mille all’ora, senza un attimo di respiro, tra la sua Calabria e New York, la città che lo ha reso grande e che ha fatto diventare possibile il suo sogno: essere protagonista nel calcio, l’amore di una vita. In settimana ha giurato amore eterno a Firenze (musica per gli orecchi dei tifosi), ma per farlo felice la Fiorentina ha una sola possibilità: vincere.
La sosta è stata lunga, il fardello di Cagliari è stato pesante da sopportare. Adesso però finalmente arriva l’occasione per reagire, per dimostrare che questa squadra ha cuore, orgoglio e risorse sufficienti per essere più forte anche delle assenze. A Verona non si può sbagliare, almeno nell’atteggiamento. Barone, Pradè e lo stesso Montella hanno battuto forte su questo tasto, la squadra è consapevole di essere sotto osservazione e giocherà con la consapevolezza di doversi far perdonare una prestazione desolante. Il Verona di Juric è tosto, non ha attaccanti prolifici, ma punta tutto sull’intensità, sull’agonismo, sull’uno per tutti, tutti per uno. La pioggia (prevista copiosa sul Bentegodi) renderà tutto più vintage, la partita insomma potrà diventare una battaglia. Ma non scherziamo: la differenza tecnica con la Fiorentina c’è eccome. Rispettare l’avversario è un obbligo, i viola però sono più forti e hanno tutte le possibilità di dominare la partita. Motivo in più per aspettarsi un successo, un nuovo inizio dopo la peggior partita di questa stagione. L’Aeroplanino se la giocherà con coraggio: dentro un centravanti (Vlahovic, almeno stando alle ultime indicazioni), più Chiesa e Ribery. Una mossa quasi inevitabile visti gli stenti offensivi delle ultime uscite e i limiti del solito 3-5-2 senza punte. Franck ovviamente aggiungerà tecnica e personalità. Con lui, lo dicono i numeri, la Fiorentina si trasforma, diventa padrona del campo e difficile da battere. A Fede invece toccherà il compito più duro, quello di correre a tutta fascia, per dare conforto a un centrocampo incerottato ed equilibrio a una squadra altrimenti sbilanciata. Il guaio è che i fastidi all’adduttore sono tornati a farsi sentire. Anche a Coverciano il gioiello viola ha dovuto lavorare più dei compagni per evitare guai peggiori. Riscaldamento lunghissimo e pochi rischi in partitella: la ricetta è questa, non a caso anche ieri ha saltato le prove tattiche con il resto dei compagni. Sarà così per un po’, almeno fin quando i dolori non saranno spariti del tutto. I medici viola comunque non sono preoccupati, anche se la situazione andrà gestita con grande attenzione per evitare di peggiorare le cose. L’altro rischio della partita è lo scarso dinamismo della coppia Badelj-Cristoforo. Il Verona come detto corre come una lepre, i due mediani viola invece hanno il passo felpato. Badelj ultimamente ha deluso parecchio, mentre Cristoforo non gioca da una vita e da epurato si ritrova d’improvviso titolare. E’ un rischio che Montella poteva anche evitare, ma evidentemente il giovanotto Zurkowski è considerato ancora troppo acerbo. Il succo della domenica viola in ogni caso, resta sempre quello. C’è bisogno di tornare a vincere: la classifica è ancora buona, Milan e Toro restano dietro e tolte le due là davanti, nessuno ha ancora il passo giusto per staccare le altre. Provarci allora è d’obbligo. E non solo perché Rocco vuole spengere le candeline con tre punti in più. Di certo sarà spettacolo sugli spalti. Da Firenze arriveranno in quattromila, i veronesi invece potranno sfruttare lo storico gemellaggio per godersi una domenica di festa e isolare gli imbecilli che sfruttano lo stadio per vomitare il loro odio.