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LA RIVINCITA DI QUELLA SEMIFINALE CON I RANGERS..

di Tommaso Loreto

Corsi e ricorsi del destino. Quando nel giro di un anno puoi ritrovarti sopra un'altalena di immagini e stati d'animo, non necessariamente passando dalle stelle alle stalle, bensì accarezzando l'idea di percorrere il tragitto inverso. Per Josip Ilicic l'arco temporale dell'ultimo anno rappresenta più di un semplice percorso, una vera e propria parabola, dal finale ancora tutto da scrivere. Quasi che, davvero, quegli applausi di tutto lo stadio al momento della sostituzione avessero sancito la definitiva uscita dal tunnel. In effetti il 3 maggio del 2014, per lo sloveno, resta una data infausta.

Una ferita ancora aperta per quell'occasione clamorosa sciupata nel finale della gara contro il Napoli, quando in ballo c'era una coppa. Il tanto atteso trofeo che i Della Valle sognano d'inserire in bacheca. Come andò a finire è, purtroppo, storia nota, con quell'errore sotto porta e tutti i successivi problemi nei mesi a seguire. Fino al riscatto finale, definitivo e forse completo, con la doppietta contro il Cesena, peraltro alla vigilia di una semifinale di Europa League. Un altro di quei momenti, di quei picchi, che la società dei Della Valle ha collezionato negli anni di permanenza fiorentina, senza tuttavia potersi togliere la soddisfazione di celebrare una vittoria finale.

Di quelle che restino negli annali, con tanto di ambito trofeo da piazzare finalmente in una bacheca desolatamente ancora vuota. E se non bastasse il parallelo con la finale di Coppa Italia di un anno fa, tanto varrà ricordare quando la squadra allora allenata da Cesare Prandelli sfiorò la finale di Coppa Uefa, impattando suo malgrado proprio in semifinale.

Prima ancora di mettere i brividi al Bayern Monaco in Champions League, due anni prima, Jorgensen e compagni si scontrarono contro il muro di una squadra scozzese schierata in massa davanti al portiere. Sia all'andata, a Glasgow, che al ritorno. A Firenze, del resto, le barricate dei Rangers ressero fino alla fine, supplementari inclusi, oltre la terribile lotteria dei rigori che vide, tra i più distratti dal dischetto, prima Liverani, poi Bobo Vieri.

Una delusione cocente, per una finale che vide poi i russi dello Zenith di San Pietroburgo andare a vincere sui Rangers dopo aver superato in semifinale il Bayern. Un epilogo che tutta la Fiorentina adesso si augura di non rivivere, possibilmente riscrivendo il finale di una competizione come l'Europa League pienamente onorata negli ultimi due anni. Magari con tanto di lieto fine a Varsavia, in finale contro una tra Napoli e Dnipro. Per raggiungere finalmente quel primo trofeo da mettere in bacheca, che da anni il club dei Della Valle sta inseguendo.

Tommaso Loreto - Direttore www.firenzeviola.it