LA SETTIMANA DEL DIESSE E DEI NUOVI DIRIGENTI: C'È ANCHE L'IDEA VITALE
Per disegnare il futuro viola si è atteso anche troppo, ma la pratica salvezza ha contribuito a rendere più macchinoso un ingranaggio già di suo abbastanza complicato. La società viola per mille ragioni sperava di archiviare definitivamente la questione serie A già a Bergamo, per avere le mani libere nella ricostruzione. Il desiderio non è stato soddisfatto perché i viola sono stati mediocri, come spesso è accaduto loro in questa stagione fallimentare, rispedendo al mittente le belle sensazioni emanate dopo le partite con Milan, Inter e Roma. Bologna e Parma, stroncando Genoa e Lecce, hanno dato un grande aiuto alla Fiorentina, rendendo la salvezza un dato quasi acquisito. Una vittoria sul Novara mercoledì potrebbe, stando anche ai verdetti delle dirette concorrenti, consegnare la matematica certezza ai viola.
Ecco, un minuto dopo di questo auspicabile traguardo, Andrea e Diego Della Valle, dovranno chiudere il cerchio intorno alle nuove figure dirigenziali. Per l’avvio di una nuova politica tecnica e societaria, è necessaria la presenza di questi manager che dovranno mettere in pratica gli indirizzi della proprietà.
Non si può più aspettare. Ogni giorno che passa è un giorno perso e regalato alla concorrenza. Il valzer dei nomi, dopo l’addio a Corvino, è stato infinito: da Oriali e Sartori, da Lo Monaco a Marino, passando per Perinetti e Braida. Ora anche Fassone, scuola Juve, direttore generale del Napoli con la valigia in mano. Lo schema dovrebbe essere questo: uno come Oriali, ad esempio, a fare il direttore generale, con compiti anche di rappresentatività della famiglia presso le sedi competenti. Al suo fianco dovrebbe muoversi un diesse abile, profondo conoscitore del calcio, uno col quale andare sul sicuro. Il prossimo sarà un mercato difficilissimo perché i soldi saranno veramente pochi: serviranno idee e soprattutto rapporti pesanti.
In questo contesto un dirigente già inserito nella realtà di Firenze - non ci sarebbe bisogno di spiegargli niente, conoscerebbe già ambiente, volti, nomi e cognomi - farebbe un gran comodo: è per questo che tra i candidati è emerso anche Pino Vitale. Fiorentino del mercato centrale, formidabile manager di Lucchese (quella degli anni d’oro) e dell’Empoli. Un direttore sportivo-generale che ha saputo vendere per montagne di euro e, prima, di lire. Da ragazzo ha giocato nel Nagc viola di Cinzio Scagliotti, anche se la sua squadra fiorentina è stata la mitica Rondine, dove poi ha imparato a fare il diesse.
Forse l’ultima fuga in avanti dei fratelli Della Valle dovrebbe essere una maggiore fiorentinizzazione della società viola. Un modo per avvicinarsi di più alla città, per capirla meglio e per trasmettere senza traduzioni i messaggi calcistici più importanti. Magari potrebbe essere questa la via giusta per rinascere.
Mario Tenerani
giornalista de Il giornale della Toscana