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LA SFIDA DEL MONTE INGAGGI: ALZARLO A QUOTA 50 PER TORNARE A ESSERE AMBIZIOSI. CHIESA DA PRESERVARE, LA VOGLIA DELLA SQUADRA DI RIALZARE LA TESTA

di Leonardo Bardazzi

Dicono che la squadra abbia gran voglia di rivincita, che voglia provarle tutte per non chiudere il campionato con due mesi d’anticipo. Credere all’Europa League è pura utopia, immaginarsi una Fiorentina ferita e quindi caparbia già contro il Torino, lo è molto meno: sarebbe l’unico modo possibile per scrollarsi di dosso la tensione, le delusioni di Cagliari e le polemiche intorno a Pioli. E soprattutto per iniziare a preparare la partita clou con l’Atalanta in coppa. Conoscendo questa squadra la reazione ci sarà, perché se è vero che le ultime partite sono state un fiasco, è vero anche che sotto il profilo del temperamento, dell’applicazione, della volontà, questo gruppo si è fatto sempre apprezzare. 

Preoccupa semmai l’infortunio di Chiesa, visto che Fede si trascina acciacchi ormai da dicembre. In questi giorni riposerà, già lunedì però sarà di nuovo valutato: il rischio di non averlo per qualche partita è alto. Perché fastidi come il suo, se non curati adeguatamente, rischiano di cronicizzarsi. L’unico obiettivo infatti deve essere quello di averlo al massimo a Bergamo, in più, proprio Chiesa, ha tutto l’interesse di fermarsi adesso per poi accelerare in vista degli impegni azzurri di giugno e dell’Europeo Under21, nel quale Di Biagio conta su di lui per provare a vincere. Andrà dosato insomma, anche se il prezzo da pagare potrebbe essere fare a meno di lui in qualche occasione. A proposito di Fede, la sosta ha scatenato le voci di mercato: la Juve è su di lui, Paratici avrebbe già cominciato a tessere la tela per affiancarlo a Berna. Le cifre che girano sono da capogiro, ma invito a una riflessione: se Fede dovesse vestirsi di bianconero, sarebbe il secondo gioiello in due anni a essere ceduto alla grande rivale. In tutta la storia viola, non è mai successo. 

Chiesa insomma andrà difeso con le unghie fino all’ultimo giorno utile, andrà fatto sentire importante e messo nelle condizioni di giocare in una squadra più forte di questa. Come? Alzando il monte ingaggi, ricominciando a pensare all’obiettivo sportivo come target primario. E questo senza dimenticare l’importanza di avere i conti in ordine. La scelta dell’allenatore sarà fondamentale, ma la vera sfida viola dell’estate prossima sarà aumentare i salari, almeno fino alla soglia dei 50 milioni netti indicata da Corvino dopo la rivoluzione di un paio di estati fa. Attualmente la Fiorentina ne spende poco più di 40, meno anche del Toro e della Samp. Con questi numeri è dura essere protagonisti e infatti la squadra è decima e destinata (coppa esclusa) a un altro anno nell’anonimato. Spendere di più per gli stipendi non significherebbe abbandonare il progetto giovani, anzi. Quello di cui ha bisogno la Fiorentina di oggi sono altri 3, massimo 4 giocatori di ottimo livello da aggiungere a quelli che già ci sono, per arrivare a formare un gruppo di titolari da 16-17 elementi, ai quali affiancare giovani bravi su cui fare affidamento. Visto il budget a disposizione, in questi due anni Corvino si è dovuto affidare a tante, troppe scommesse, alcune delle quali per altro poco azzeccate. In estate però le cose dovranno cambiare. E l’input potrà arrivare solo dai Della Valle. Quello che si chiede è un passo in più, non l’impossibile. Le spese pazze dei tempi di Gomez e del monte ingaggi oltre i 70 milioni sono andati e non torneranno più. Ma in ballo ci sono le ambizioni, una parole che a Firenze sembra svanita nel nulla. Occorre ricominciare a lavorare per una Fiorentina protagonista, magari non forte come quella di Frey, Toni e Mutu o come quella di Borja, Gonzalo e Pepito, ma comunque capace di stare dove deve stare: in zona Europa. Come detto nessuno pretende la luna e allora benvengano le plusvalenze: Veretout potrà andare al Napoli, forse qualcun altro chiederà di essere lasciato libero. Nel calcio ci sta. Soprattutto oggi che le offerte ai giocatori sono schizzate alle stelle. La sfida però è reinvestire. E non prendendo altri 4-5 sconosciuti in giro per il mondo, ma attraverso acquisti mirati che facciano diventare gli addii come un’opportunità per crescere. Un’ipotesi realizzabile solo se si è disposti a mettere sul piatto ingaggi più alti rispetto a quelli proposti ultimamente, altrimenti, anche con assegni sostanziosi in cassaforte (Veretout se ne andrà per non meno di 22-25 milioni), si dovrà comunque andare a pescare altri Noorgard. Altri Edimilson. L’esempio perfetto potrebbe essere Cutrone, un nome che gira con insistenza in questi giorni: ha fame, è italiano, ha il gol nel sangue. Se il Milan lo lasciasse davvero andare sarebbe un profilo ideale. 

In bocca al lupo infine alle ragazze viola, che oggi si giocano lo scudetto. Allo Stadium ci sarà il pienone, un fatto storico per il calcio femminile: motivo in più per sognare l’impresa. La Champions ha formato il carattere delle Women’s, la Supercoppa è stato un piccolo capolavoro. Ora però c’è da mettere la ciliegina sulla torta. Senza paura contro le più forti, Firenze fa il tifo per voi.