LA VIOLA STA MEGLIO, ROCCO SBOTTA ED HA DELLE RAGIONI. MA MOLTO C’È DA FARE NEL SENSO DI EQUITÀ E GIUSTIZIA. IL REGALO CHE CHIEDO AD ITALIANO
Mentre Facebook censura la foto di un magnifico panino con la finocchiona perché offensivo verso categorie protette, dando tutto il senso della stolidità di questi tempi del politicamente corretto, la Fiorentina accoppa il Toro ed approda in semifinale di Coppa Italia e a margine assorbe il caso Amrabat gestendolo in maniera abbastanza chiara, anche mandandolo in campo e facendogli prendere qualche innocuo ed inevitabile fischio.
Finita la partita, è Rocco Commisso a prendersi intera la scena esplodendo in diretta tv, malgrado l’esito favorevole dell’incontro, il presidente viola se la prende col presidente granata Urbano Cairo, e coi suoi giornali e ricorda la causa legale tuttora in corso per un articolo dal quale l’imprenditore si sentì offeso. Poi fa un j’accuse sul calcio malato citando il caso Juve e rivendica di essere stato profeta in tal senso (fatto vero). Su molti aspetti il presidente viola ha delle ragioni, anche se tutte le associazioni di categoria dei giornalisti stigmatizzano la sua uscita, forse più per spirito di corporazione che per reale convinzione di merito sulle vicende richiamate dall’imprenditore italo americano.
Rocco dice bene, molto dovrebbe essere riformato nel calcio italiano, e anche nel sistema dell’informazione in nome dell’equità e del rispetto delle regole, così come molto dovrebbe essere riformato nel sistema giudiziario che consente ai paperoni di intimidire i giornalisti minacciando o adendo le vie legali da una posizione di netto vantaggio economico, insomma, "miliardario vs padre di famiglia". Altrimenti accade come a chi scrive che portato in tribunale da un miliardario come Della Valle per una cifra iperbolica per un diversamente miliardario, vince la causa perché l’articolo contestato non è diffamatorio (dicono i giudici), ma perde il posto di lavoro, ne ha la vita rovinata e non becca neanche un euro di risarcimento, né una richiesta di scuse dalle torme di giannizzeri e servi che al momento della causa si schierarono in favore del più forte, voltando le spalle al debole (associazioni di categoria comprese).
Ha ragione Rocco Commisso, molto c’è da fare sulla via di una migliore giustizia. Ma tornando a bomba sul pallone, la Fiorentina sembra star meglio di salute e procede nella coppa nazionale, una competizione su cui è logico puntare per dare un senso alla stagione, anche se buoni segnali si erano registrati anche nell’ultima di campionato. Insomma se dal mercato non sono arrivati regali clamorosi, le buone nuove giungono dal campo, più concrete e croccanti.
Ma chiudiamo sempre in tema di regali perché uno in particolare ci piacerebbe riceverlo da Vincenzo Italiano, il tecnico viola che sta rispondendo coi fatti e le prestazioni a qualche mugugno di troppo giunto prematuramente sul suo operato. Ad Italiano, si diceva, chiederemmo il regalo di tirar fuori dal ricco novero dei ragazzi della cantera viola, almeno uno o due elementi che trovino un posto definitivo tra i titolari viola, uno su tutti quell’Alessandro Bianco che gravita ormai fisso nel gruppo della prima squadra.
Questo sarebbe davvero un indovinato viatico in vista del varo del Viola Park, il buon materiale non manca nel gruppo che cova Alberto Aquilani, ma tocca ad Italiano capire chi abbia le stimmate per fare il gran salto e poi dargli insegnamenti e fiducia mandandolo in campo, anche rischiando un po’ poiché per raccogliere un bel malloppo bisogna alzare la posta, sufficit animus dice Gabriele D’Annunzio e i nostri padri latini gli fan eco con melius cavere quam pavere (meglio stare attenti che aver paura). Perciò Vincenzo, se puoi regalaci un trofeo, sennò un paio di titolari pronti per la prossima stagione.