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LAVORI AL FRANCHI E STADIO ALTERNATIVO, REGOLAMENTI E DIPLOMAZIA PER TROVARE CASA AI VIOLA

di Donato Mongatti

In vista dei lavori di ristrutturazione dello stadio Artemio Franchi, se la procedura si concluderà positivamente e nei tempi previsti, per la stagione 2024/25 la Fiorentina dovrà trovarsi una nuova casa. La prossima potrebbe già vedere l'avvio dei cantieri (verso fine 2023-inizio 2024), ma l'entità degli interventi non costringerà il Club viola ad abbandonare anzitempo l'impianto di Campo di Marte.

Pertanto la Società gigliata ha a disposizione oltre un anno per comunicare alla Commissione Criteri Infrastrutturali e Sportivi-Organizzativi quale sarà la sede alternativa.

A stabilirne tempi e modalità è il “Titolo II – Criteri Infrastrutturali” del manuale delle licenze nazionali della Lega Nazionale Professionisti Serie A, che ogni anno viene aggiornato in vista della stagione successiva. Ad oggi, dunque, possiamo consultare il dispositivo per la stagione 2023/24, che contiene comunque linee guida e regole principali ormai consolidate (chiaramente per la stagione 2024/25 farà fede il documento che sarà prodotto il prossimo anno).

Per illustrare ai nostri lettori la normativa in materia, dobbiamo partire dall'articolo 19 delle NOIF (Norme organizzative interne della FIGC) che, in merito all'impianto sportivo, stabilisce che “Le società debbono svolgere la loro attività sportiva nell'impianto sportivo dichiarato disponibile all'atto dell'iscrizione del Campionato”, impianto che “deve essere ubicato nel Comune in cui le società hanno la propria sede sociale”.

Al comma 2, poi, si indica che “l'utilizzo di un impianto sportivo ubicato in un Comune diverso, è regolato dalle norme sulle Licenze Nazionali, emanate annualmente dal Consiglio Federale”.

Gli adempimenti per la prossima stagione (2023/24) in merito agli stadi, stabiliscono che entro il prossimo 15 giugno vada indicato l'impianto (di proprietà o il contratto di convenzione) che si intende utilizzare; allegando la relativa licenza rispondente alle norme delle leggi sulla pubblica sicurezza; le attestazioni di solidità, sicurezza e agibilità dello stadio; e “nel caso in cui la società non abbia la disponibilità di un impianto nel proprio comune, istanza per ottenere la deroga a svolgere l’attività per la stagione sportiva 2023/2024 in un impianto non ubicato nel proprio comune” (corredata dalle relative licenze e autorizzazioni), “nonché dal nulla osta del Prefetto relativo ad un impianto ubicato nel territorio nazionale”.

Come detto queste regole valgono per la prossima stagione, mentre il problema di trovare uno stadio alternativo per la Fiorentina riguarda il 2024/25. Ma anziché scegliere un impianto alternativo, perché non sceglierne due? Se ci fosse questa possibilità, comunicando prima dei sorteggi dei calendari quali partite giocare in uno o nell'altro stadio, la Fiorentina potrebbe avere dei benefici economici che, in parte, andrebbero a ridurre l'inevitabile danno causato dal giocare lontano dal Franchi. Scegliere, ad esempio, di giocare le partite con le “grandi” in un impianto con capienza significativa potrebbe compensare in parte la perdita da “biglietteria” che causerebbe un ipotetico Fiorentina-Juventus giocato a Empoli. Però, sul piatto, andrebbe pesato sia lo svantaggio per i tifosi viola che si troverebbero ad affrontare una stagione non solo da “sfrattati”, ma pure da “migranti”, sia l'ordine pubblico da gestire in una città che sarebbe massicciamente “invasa” da due tifoserie che con la locale squadra poco hanno a che fare. Arriverebbe il “nulla osta” dalla locale Prefettura anche se si raggiungesse un accordo per la concessione col titolare dell'impianto? Difficile, ma non impossibile. Sicuramente in questi mesi il Club viola dovrà lavorare per valutare le soluzioni migliori e avviare le trattative coi proprietari e concessionari degli impianti.

L'articolo 19 delle NOIF al comma 3 stabilisce che “In ambito professionistico, le Leghe, su richiesta delle società o d’ufficio, in situazioni eccezionali e di assoluta urgenza correlate alla singola gara, possono disporre secondo la rispettiva competenza e per fondati motivi, che le medesime società svolgano la loro attività in impianti diversi”. Un lavoro “politico”, partendo da quanto dispone il succitato “comma 3” potrebbe essere il punto di partenza per ottenere la possibilità di disputare alcuni incontri in un impianto diverso da quello che sarà già alternativo al consueto (Franchi), ma servirà la massima attenzione, perché, malgrado un eventuale assenso, i Club che ritenessero la concessione illegittima potrebbero impugnare l'atto. Servirebbe un aggiornamento delle disposizioni che però implicherebbe una “diplomazia” lunga e tortuosa.

Ecco perché l'ipotesi di cui sopra, probabilmente, non sarà presa in considerazione: il lavoro da fare per individuare un impianto alternativo sarà tutt'altro che agevole, figuriamoci trovarne due.

Lo stadio “temporaneo” a Firenze, del quale scrivemmo per primi mesi fa, sarebbe stata la soluzione migliore, (visto cosa offre attualmente la Toscana), ma il tempo per adeguare quello della Scuola Marescialli di Castello, se la procedura per avviare la ristrutturazione del Franchi rispetterà le scadenze annunciate, sarebbe sufficiente? Non è da escludere che alla fine dal cilindro esca una soluzione inaspettata, anche se, alle volte, viste le dichiarazioni di alcuni dirigenti gigliati, verrebbe da pensare che il problema non li riguardi.