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LAVORI IN CORSO

di Franco Ligas

A tre mesi dal mio “colpo di testa”, cimentarmi settimanalmente nelle cose Viola, è giusto chiedermi se è il caso di continuare o no. Confermo e riconfermo che scrivere per me non è facile ma ho ceduto alle 'lusinghe' dei colleghi di questo sito che mi hanno cercato per scrivere su firenzeviola.it. Anche l’editore si è fidato e ancora si fida. Io sono cambiato e sono in confusione, se non in crisi. I risultati non sono straordinari, resiste lo zoccolo duro che mi legge (grazie per le dimostrazioni di affetto) e si allontana quello che mi vuole più critico (i giocatori della Fiorentina fanno a gara per non farsi mancare niente). Una cosa è certa: a me non piace fare politica sportiva e nemmeno affogare nel gossip.
Sono e voglio restare un cronista che parla di sport, in questo caso di calcio, e utilizzare il “diritto di critica” a fine costruttivo. Il mio giudizio critico non è mai contro la persona ma rivolto al “fatto” che rende la persona protagonista nel suo ruolo di calciatore. Il calcio è un gioco di squadra e contro quelli che lo ignorano sarò sempre severo, con un limite: il collettivo è una conquista e un critico deve essere paziente, soprattutto a “lavori in corso”.
   Il lavoro di Delio Rossi è all’inizio e non conosciamo la data della chiusura. Una squadra di calcio è per definizione un cantiere aperto; solo chi si allena seriamente mettendo in difficoltà l’allenatore contribuisce alle fortune della Società e della tifoseria.
Delio Rossi ha iniziato il suo percorso con il fardello carico di problemi se non di problematiche. Non lo aiuta il calendario ma ci si è messo di buzzo buono. Lungo il percorso potrebbe perdere qualche “pezzo da novanta” o aprirsi ai giovani. Per gennaio pretenderà novità ma intanto lavora, lavora, lavora. I primi risultati si sono visti e non mi fermo al successo ottenuto contro la Roma e basta. La Fiorentina è tornata a scuola ed è disposta ad affidarsi al nuovo giusto e intransigente Maestro. Milan, Palermo e Roma, sia pure con sfumature diverse, sono lì a confermare che qualcosa si muove (anche fra i più riottosi alla disciplina di gruppo) e quel qualcosa sa di squadra. A Delio Rossi do’ e devo dare fiducia perché non è un mago ma un lavoratore serio e preparato. E’ nella posizione del conduttore che deve essere disturbato il minimo possibile. Non essendo a libro paga di nessuno continuerò ad auscultare i gemiti della “nuova” squadra; se diventeranno pericolosi chiamerò aiuto. Nella partita di domenica ho apprezzato la volontà di essere squadra, la voglia di soffrire di Vargas, il desiderio di libertà di De Silvestri, la sicurezza di Nastasic, la caparbietà premiata di Gamberini (le critiche al capitano fanno bene), la generosità prima di Montolivo e poi di Jovetic nel lasciare il rigore a Silva. Ho notato il ruolo di suggeritore del tecnico; il suo costante intervento per ricordare le posizioni in campo, è il segno che il lavoro da fare è tanto. Ah mi dimenticavo: ho apprezzato l’abbraccio all’unisono per festeggiare la rete o le reti. Ma non ho dimenticato quanto detto all’inizio di questa lunga chiacchierata: sono pronto a lasciare il mio incarico. Guarderò con attenzione i progressi di Delio Rossi e rifletterò sui risultati.
   Non facendo parte di nessuna cordata giornalistica, non faccio tifo né a favore né contro nessun allenatore (non lo sono stato nemmeno di Mihajlovic anche quando l’ho criticato). Chiudo, è tardi, ma prima un chiarimento permettetemelo: il rigore e l’espulsione di Juan sono stati criticati da tifosi e colleghi. Sono d’accordo, la doppia punizione è eccessiva ma non è la Fiorentina che deve cambiare le regole del gioco. Si rivolgano al signor Blatter. Se la protesta parte soltanto da domenica 4 dicembre, è segno che quei signori soltanto adesso sono usciti da un lungo letargo!!!

Franco Ligas

giornalista Mediaset