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LECH POZNAN E MONZA: DUE LEZIONI DA IMPARARE, PRIMA DEI BILANCI E' TEMPO DI STRINGERSI INTORNO ALLA SQUADRA E ALIMENTARE IL SOGNO DI DUE FINALI. IL NO AI 55 MILIONI DEL PNRR E LE INCOGNITE DEL FRANCHI

di Tommaso Loreto

Non era più abituata a perdere la Fiorentina, e forse anche per questo il k.o. di Monza si è fatto sentire più del dovuto. L’avvio di gara, i due gol segnati in fretta, tutto sembrava preludere a un altro exploit dei viola, sì sconfitti nel ritorno di Conference dal Lech Poznan ma pur sempre approdati alla semifinale da disputare tra l’11 e il 18 maggio con il Basilea. In realtà l’ultima trasferta in campionato è terminata molto prima del dovuto, e più che la rimonta brianzola è stata la mancanza di reazione del gruppo l’aspetto più negativo.

Chiaro che in un momento del genere, tanto più dopo una striscia positiva che nessuno avrebbe immaginato, un calo fisiologico fosse da mettere in conto, altrettanto che a livello inconscio ci possa essere un abbassamento di tensione figlio del match con la Cremonese in arrivo giovedì, ma dovrà essere soprattutto Italiano ad assicurarsi di una tenuta mentale che sia costante e non intermittente. Perchè pensare di effettuare scelte anticipate in vista degli impegni di coppe rischia di tramutarsi in delusioni cocenti, e perché solo tenendo alti i giri del motore questa Fiorentina sembra in grado di esprimersi.

Rileggendo i 90 minuti di domenica la squadra viola è parsa di nuovo poco incline alla gestione del match, costretta quasi per natura a scoprirsi anche avanti di due reti, e per questo nuovamente rimontata dopo il grande spavento del Lech Poznan. L’altra faccia della medaglia di questa Fiorentina, eppure condizione principale che obbliga Italiano a chiedere ai suoi di spingere sempre al massimo. D’altronde, dopo tanta difesa della rosa a disposizione, a Monza Italiano e la dirigenza hanno cambiato strategia, spingendo più su una condizione mentale non adeguata che non su altri problemi.

Di certo quel che più conta adesso è provare a mantenere un minimo equilibrio, perso di vista dopo vittorie in serie e di pari passo con il proseguio del cammino in campionato, sotto questo profilo sarà fondamentale anche l’apporto di una tifoseria che mai come oggi ha il dovere di lasciarsi alle spalle delusioni stagionali per stringersi intorno alla squadra in vista di appuntamenti fondamentali. Se il settimo posto oggi è sempre più lontano (10 punti dopo la vittoria dell’Atalanta sulla Roma) le sfide in arrivo nelle due coppe restano di enorme valore, In fondo prima di lanciarsi in bilanci anticipati su un’annata ancora lontana dalla sua chiusura (fosse solo per decisioni pendenti da parte della giustizia sportiva) serve prima di tutto spingere Cabral e compagni verso due finalissime che un po’ tutti, forse anche nello spogliatoio, già vedono spuntare all’orizzonte.

Nel frattempo sul fronte stadio piove la proposta del Senatore Renzi che riapre (oltre vecchie ferite per chi sperava che l'applicazione del "fast fast fast" commissiano si applicasse anche al Franchi così com'è avvenuto per il Viola Park) scenari dai contorni incerti, come incerte restano molte posizioni a fronte del no secco della Commissione europea ai fondi. A pochi giorni dal ritorno in città di Commisso, determinante anche nell'ottica di eventuali accordi per la nuova convenzione ancor prima che per un'ipotesi di futura concessione di uno stadio ristrutturato, il rischio che la vicenda stadio torni al punto di partenza c'è. E seppure da più parti piovano rassicurazioni sul fatto che, in qualche modo, questi 55 milioni (o più) da qualche parte arriveranno il futuro del Franchi resta un'incognita. A cominciare da quella data d'inizio lavori fissata per fine anno che ora sembra più incerta che mai.