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LETTERA APERTA AD ANDREA DELLA VALLE: LA GOVERNI LEI QUESTA PICCOLA GRANDE CRISI

di Stefano Prizio

Noblesse oblige dicevano i maggiori, a voler significare l'onere, il peso, della responsabilità di chi nato più fortunato degli altri doveva in qualche modo restituire. Il peso della nobiltà, schiacciante. E pericoloso, anche perché il nobile, il ricco, il potente, attira vicino a se la vil razza degli uomini dalla schiena a squadra, dalla lingua biforcuta, dalla parola sibilante. Genti da tenere lontana la lunghezza di una canna, senza mai fidarsi dei loro consigli. Si fidi invece, caro Andrea Della Valle, del consiglio di chi non è davvero sospettabile di piaggeria nei suoi confronti (l'eleganza ci impone di non sostare ulteriormente sui perché).

Si fidi, caro Andrea Della Valle, lei ha un'occasione, la sfrutti! Ha l'occasione unica di diventare uno dei "grandi" presidenti di una società dalla nobiltà antica e gloriosa come la Fiorentina. Non ci è lontano, ma adesso ha la possibilità, caro Andrea Della Valle, di ascrivere il suo nome al breve, ma aureo, elenco dei grandi uomini di sport, passione e vita che hanno condotto la società viola attraverso le peripezie del novecento calcistico italiano. Presidenti e dirigenti che non solo hanno vinto (poco ahinoi), ma anche convinto. Persone amate, rispettate e ricordate. Uomini di sport che hanno trattato senza timore la cosa Viola, hanno retto la barra del timone in momenti difficili. Dirigenti e presidenti che hanno governato.

Lo accetti questo piccolo e umile consiglio che non chiede riconoscenza, nè grazie, nè favori. Che arriva disinteressato, anzi interessato semmai solo al bene della Fiorentina che - da fiorentini - sentiamo nostra. Crediamo che lei, caro Andrea Della Valle, possa governare con polso fermo questa piccola grande crisi di una bella squadra rivoluzionata e già capace di donarci l'orgoglio di amarla e sostenerla in questo strano campionato. Crediamo di più, a dire il vero, che lei possa essere il presidente del terzo scudetto, ma questo è senz'altro un discorso diverso...

Ci crediamo perché l'abbiamo vista arrivare a Firenze, ormai più di dieci anni fa, molto giovane, un tantino digiuno di pallone. Un po' inadeguato e spesso all'ombra del suo fratello maggiore che avrà più fiuto negli affari, ma - ci perdonerà Diego e se il contrario poco importa - ha meno passione sincera di lei. Meno passione nel fare qualcosa come il calcio che serve soprattutto per dare agli altri. Caro Andrea Della Valle, l'abbiamo vista allora e la vediamo oggi, calibro di dirigente ben diverso, capace di tenere la voce ferma e decisa nei casi più confusi (pensiamo al dopo cazzotto di Delio Rossi l'anno scorso), protagonista nell'immagine e nella sostanza di una società rivoltata come un calzino e rilanciata nel grande calcio italiano. Appassionato vero e non di maniera.

La governi lei questa piccola grande crisi. Venga lei, caro Andrea Della Valle, a parlare con Jovetic, a capirne i problemi, a risolverli nel caso. Venga lei a riportare l'entusiasmo di una piazza calcistica rinata, un entusiasmo che è appena offuscato da qualche settimana stranissima e amara. La prenda definitivamente in mano lei questa Fiorentina. Senza troppi consigli o "consiglieri", perché anche quando le è toccato operare scelte tecniche ha dimostrato un "fiuto" non comune trai presidenti di società di pallone (Toni). Si affidi a questi due nuovi meravigliosi "ragazzi" della dirigenza, arrivati quasi per caso, l'uno per il gran rifiuto di Oriali, l'altro per i buoni uffici di chi poi ha dovuto lasciargli il posto. Si affidi, governi, decida e intervenga. Accetti il consiglio, è dato per amor di Fiorentina, muove da intenzioni insospettabili, viene da fonte altrettanto insospettabile di pruderie da maggiordomo. E' un buon consiglio. Stia bene.

Stefano Prizio

giornalista di Radio toscana e Squer.it