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LJAJIC NON È UN PROBLEMA, IL SUO PROCURATORE SÌ: FIORENTINA STUFA DI RAMADANI

di Mario Tenerani

Firenze si prepara a regalare un altro colpo d'occhio, degno di una grande sceneggiatura viola: il Franchi sarà pieno, spingerà la Fiorentina alla caccia dei tre punti contro gli amici di sempre, i granata del Toro. In città si respira un entusiasmo contagioso, si combina alla perfezione con questo anticipo di primavera. C'è voglia di Fiorentina, di rientrare in Europa da qualsiasi porta, di stupirsi e stupire.
Montella e i giocatori a Bergamo hanno dimostrato di aver recepito il messaggio, ora si tratta di reiterarlo. Intanto la formazione ha qualche dubbio: per la sostituzione di Pasqual ballano Tomovic e Savic, col primo favorito sul secondo. Compper giocherà centrale al fianco di Gonzalo. Roncaglia a destra, a meno che alla fine i terzini siano Tomovic e Savic. In avanti Toni partirà dalla panchina, per il ruolo di centravanti è in vantaggio El Hamdaoui, con Larrondo che incalza dopo il bellissimo gol di sabato notte. Stamani Montella deciderà tutto dopo la rifinitura.
Ljajic, invece, deve decidere se firmare il prolungamento di un contratto valido fino al 2014. Basterebbero 3 anni in più per riparlarne poi con calma tra un po' di tempo, diciamo nel 2016, cioè nella stagione che precederebbe la nuova scadenza.
Il giocatore ha lanciato messaggi positivi, la società ha la sensazione che il talento serbo voglia dire sì, insomma lui non temporeggerebbe. Lui, appunto. Non l'ineffabile Fali Ramadani, il Raiola dei poveri. Quello che gestisce i viola con desinenza in "ic" e che legittimamente da parte sua, ha un unico obiettivo: incassare tanti soldi. Altro che crisi e momenti di riflessione. Lui è determinato, dicono non sia abituato a fare prigionieri.
Fali mentre prepara la partenza di Jovetic da Firenze, immagina una trattativa dura e pura per Ljajic. Vuole fare strike. E' Ramadani che sta creando problemi alla Fiorentina, non l'attaccante.
I rapporti tra Fali e la Fiorentina prima erano buoni, poi sono diventati normali, ora sono tesi: quello che filtra dal quartier generale viola è una chiara insofferenza per il Raiola dei poveri. La prossima tappa saranno le reazioni urticanti. La Fiorentina è stufa di Ramadami, non fa niente per nasconderlo.
La cicatrici del caso Montolivo non sono suturate: aver perso in quel modo un grande giocatore - tradotto in milioni una rimessa minima di 10 milioni -, ha scritto una linea di non ritorno: nella Fiorentina dei Della Valle una situazione simile non sarà più vissuta. Chi non firma non va a scadenza come uno yougurt, viene ceduto 12 mesi prima. Ragionamento inattaccabile. E questo succederà con Ljajic se il viola non accettasse le condizioni del rinnovo. Del resto i compratori non mancano.
C'è qualcosa di più però in questa vicenda. La Fiorentina si aspetta un po' di riconoscenza da Ljajic: nel gennaio del 2010 lo ha pagato 7 milioni, era appena 19enne. Dopo il club viola lo ha aspettato a lungo, provando a capire quale fosse il suo ruolo, tra un'intemperanza e l'altra, in campo e fuori. Atteggiamenti sbagliati che avevano portato la Fiorentina sul punto di cederlo. Poi l'estate scorsa è arrivato Montella: Vincenzo ha dato fiducia all'anarchico Adem, gli ha trovato una collocazione tattica, gli ha insegnato disciplina e sacrificio, ha favorito la sua esplosione, speriamo definitiva. Per tutto ciò Pradè e gli altri dirigenti si aspettano un sì da Ljajic. A loro basta questo. Non pretendono che il Raiola dei poveri possa comprendere il valore etimologico del sostantivo riconoscenza.

Mario Tenerani

Il giornale