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LO STADIO NON PUÒ ESSERE IL CAVALLO DI TROIA PER LA VENDITA: TROPPO FACILE. L’AMMINISTRAZIONE CHIEDA GARANZIE. IL FUTURO DELLA FIORENTINA DEVE PASSARE DAL RILANCIO IMMEDIATO DELLA SQUADRA. CON IL CHIEVO DABO O NUOVO MODULO

di Enzo Bucchioni

Sarà anche un caso, ma quando le cose in campo vanno male, puntualmente escono fuori idee e progetti futuribili. Come se si volesse distogliere l’attenzione dalla seconda annata disastrosa consecutiva, ecco che si parla con sempre maggiore insistenza del centro sportivo giovanile o si rimette lo stadio al centro di tutte le discussioni. Intendiamoci, ben venga il centro sportivo per le giovanili. Magari fosse stato già fatto negli anni scorsi, forse le risorse erano anche superiori a quelle di oggi. Intendiamoci ancora, ben venga lo stadio il prima possibile. Da anni sottolineiamo che la crescita dei fatturati può passare soltanto attraverso la Cittadella Viola.

Quello che non riteniamo corretto è la continua commistione fra l’aspetto sportivo e quello economico-amministrativo. I Della Valle oggi devono dire soltanto una cosa: come immaginano il futuro prossimo, il domani, della Fiorentina squadra. Visto che non vendono, hanno voglia di rilanciare? Sono pronti per rifare una squadra in grado di competere per il livello della Fiorentina, cioè l’Europa League? C’è voglia di calcio e di passione o soltanto di bilanci e permali?

I tifosi sono stanchi e la stanchezza ogni domenica aumenta in maniera esponenziale non perché non si costruisce lo stadio o non c’è il centro giovanile, ma perché la Fiorentina è stata ridotta al livello del Genoa (lo ha detto ieri Perinetti parlando di Perin), non regala più soddisfazioni ed emozioni da troppo tempo.

Le infrastrutture dovranno essere il volano per una ulteriore crescita futura, oggi non si può farne la centralità del progetto, altrimenti queste opere rischiano di diventare l’Araba Fenice e la città non vuole sogni o illusioni, ma concretezza. Dico questo perché Diego Della Valle continua a non parlare. L’allenatore continua a spiegare che "si stanno mettendo basi per il futuro", ma io sinceramente se guardo la squadra queste basi fatico a vederle.

Credo di poter dire a gran voce che per la tifoseria e la città sarebbe intollerabile e inaccettabile una terza stagione sulla falsariga di quest’ultima, a vivacchiare, a sperare di battere il Chievo, a sperare che cresca qualche giovane o si vinca qualche scommessa corviniana. Firenze non è Udine, con tutto il rispetto. E perché ho acceso i riflettori sullo stadio e il centro giovanile? Perché qualcosa non mi è chiaro e forse è un problema mio. E perché i tempi di costruzione dello stadio non sono certi e questo mi sembra ormai acclarato.

Temo, ma spero di essere smentito oggi stesso, che la Fiorentina diventi prigioniera di questo benedetto stadio. Spero che il business del mattone non sia l’unico stimolo che tenga legati a Firenze i Della Valle. Dico queste cose perché il tentativo di vendita è andato fallito, non sono arrivati acquirenti. C’era da aspettarselo. La Fiorentina, come tante società calcistiche, è una scatola riempita soltanto dal valore dei suoi giocatori e di poche altre cose. Non ha beni immobili.

Seguendo questo ragionamento, sapendo che Della Valle per vendere vuole rientrare di quanto speso fino ad oggi (250 milioni?), di sicuro sarebbe molto più facile centrare l’obiettivo vendendo la Fiorentina con il permesso a costruire la Cittadella Viola. Ripeto, spero di essere smentito. E sono sicuro che il sindaco queste domande se le è già poste visto che i terreni sui quali dovrebbe sorgere lo stadio sono pubblici e saranno dati gratuitamente. E che, particolare non trascurabile, tra un anno ci saranno le lezioni. La logica impone di avere garanzie di stabilità e di progettualità.

Sottolineo questo aspetto non per farmi gli affari dei Della Valle, il che sarebbe anche legittimo visto l’aspetto pubblico della vicenda, ma soprattutto perché se l’iter burocratico si allunga, temo che aspettando la Cittadella o i permessi per la Cittadella, Ddv abbia intenzione di tenere la Fiorentina a galleggio, in questa situazione ancora per diverso tempo. Temo fino a quando non arriveranno i permessi non deciderà se riprovare a vendere o rilanciare. Questo è il nocciolo della vicenda. Aspetto e con me aspettano i tifosi: qualcuno faccia chiarezza e dica le cose come stanno. C’è il diritto di sapere.

Per questo le parole di Ddv sarebbero fondamentali, non certamente per distoglierlo dalle sue attività più importanti. Ci mancherebbe. Facci, facci, direbbe Fantozzi. Ma, ogni tanto, qualcosa sulla Fiorentina….

In attesa, restano tredici giornate di campionato. All’orizzonte un filotto buono, cinque gare per rialzare il morale e la classifica. Vedremo. Primo appuntamento il Chievo. Che farà Pioli senza Milenkovic e soprattutto senza Badelj. Non esiste una controfigura e allora si potrebbe passare al 3 (con Hugo), 4-3. Oppure tornare al 4-2-3-1 con Benassi e Veretout in mezzo, Gil Dias, Thereau (grande ex) e Chiesa dietro Simeone. Troppo fragile anche per il Chievo? Allora dentro Dabo che il fisico ce l’ha, nel classico 4-3-3, ma a quel punto il vice-Badelj lo farei fare a Veretout.