.

LO STUCCHEVOLE CONFRONTO TRA ITALIANO E PALLADINO È DAVVERO NECESSARIO? TANTO INUTILE QUANTO IMPROPONIBILE. FIRENZE GODA PER LA NUOVA FIORENTINA E NON PENSI AD ALTRO. LA CLAUSOLA DI KEAN? NON CONTA NIENTE

di Lorenzo Di Benedetto

Paragoni, numeri, punti fatti dall'uno e dall'altro, vittorie, posizione in classifica, gol segnati e subiti, possesso palla. Da una parte Vincenzo Italiano, il passato, dall'altra Raffaele Palladino, il presente e il futuro. La Fiorentina vola in campionato e in Conference League, grazie alle ultime sette vittorie consecutive ma oltre alla giusta euforia c'è anche un altro aspetto che la sta facendo da padrone tra i tanti commenti: il confronto tra i due allenatore, tra la passata stagione e quella in corso. Ma il confronto inizia a essere stucchevole e la domanda che sorge spontanea è una sola: è davvero necessario paragonare quello che è stato con quello che è adesso? La risposta è semplice: no. Il confronto è inutile e non è neanche lontanamente fattibile, visto che stiamo parlando di due squadre totalmente diverse, negli uomini soprattutto. In estate sono arrivati a Firenze Edoardo Bove, Robin Gosens, Danilo Cataldi, Matias Moreno, Yaceine Adli, Albert Gudmundsson, Amir Richardson, David De Gea, Andrea Colpani, Marin Pongracic e Moise Kean. Undici giocatori, dei quali almeno otto, lasciando fuori il croato arrivato dal Lecce, sono titolari. E allora che senso ha paragonare due squadre totalmente diverse? Della vecchia guardia, se vogliamo chiamarla così, gli unici ad aver mantenuto il posto sono Dodo, che lo scorso anno non è praticamente mai stato a disposizione, Luca Ranieri e Pietro Comuzzo, anche lui difficilmente impiegabile un anno fa, visti i suoi soli 19 anni, attuali.

Chiudere con il passato.
Inutile e improponibile il paragone, quindi perché non pensare solo al presente e godere del momento fantastico? Basta con il pensiero al passato, Firenze deve guardare solo avanti. Quello che è stato è stato, adesso conta soltanto il momento fantastico, che non deve finire. Giovedì ci sarà la Conference League, con la gara contro l'APOEL Nicosia, poi sarà il turno dell'Hellas Verona al Franchi, domenica alle 15. Centrare altre due vittorie (ma diciamoci la verità, ci andrebbe bene anche un pareggio europeo e un successo in Serie A) significherebbe tantissimo, dal punto di vista della classifica ma anche dal punto di vista del morale con il quale la squadra affronterebbe l'ultima sosta del 2024. Palladino pensa al campo, come è giusto che sia, non fa voli pindarici, come è giusto che sia, ma per i tifosi il discorso è diverso. I tifosi devono sognare, i tifosi devono vivere il momento con il sorriso e l'euforia giusta, dopo delusioni difficili da buttare giù, ma anche in questo caso, bisogna chiudere con il passato.

La clausola di Kean.
La notizia che ha allarmato tanti nella giornata che si è appena conclusa è quella relativa alla clausola da 52 milioni di euro presente nel contratto di Moise Kean. Le voci sono state tante e allora è giusto fare un po' di chiarezza. La clausola c'è e la conferma è arrivata indirettamente anche dalla Fiorentina, ma quanto peso ha? Non molto, quasi zero. In che senso? Nel senso che se da un lato è vero che chiunque dovesse arrivare con 52 milioni alla porta della società viola non potrebbe essere respinto, dall'altra dovrebbe fare i conti con la volontà del giocatore. E proprio la volontà di Kean fa capire che clausola o no sarà lui a decidere se vorrà sposare la causa della società che, parole sue, lo fa tornare a casa con il sorriso tutti i giorni, diversamente a quanto gli è capitato nelle ultime stagioni. Deciderà Kean, sempre e comunque, in un mondo del calcio dove in contratti contano sempre meno, figuriamoci dunque le clausole di risoluzione.