LOTTE INTESTINE E IMMOBILISMO PREOCCUPANTE
Per una volta concedetemi di parlare in prima persona, cioè di interpretare esclusivamente il mio pensiero. Confesso candidamente di non avere idea su chi possa allenare la Fiorentina nel prossimo, nei prossimi campionati. Non riesco a capire quale logica si stia seguendo e soprattutto non saprei dire chi sceglierà allenatore e diesse. Diego? Andrea? Cognigni? Mencucci? L’eminenza grigia? Gli oscuri burattinai? I rosiconi? Renzi? Boh, non si sa.
Sogno il ritorno di Cesare Prandelli nella doppia veste di allenatore e manager. Anche per risparmiare un ingaggio e magari dirottarlo verso un centravanti. Ma c’è qualcuno in società che scongiura questa ipotesi: Cesarone toglierebbe a tutti le luci della ribalta e stroncherebbe le correnti interne che hanno portato la Fiorentina alla deriva. Tapperebbe troppe bocche e taglierebbe troppe teste: quindi resistenza massima al ritorno di Prandelli.
Il punto è proprio questo: la decisione sull’allenatore e sul direttore sportivo non è stata ancora presa, perché siamo nel bel mezzo di un’intestina lotta di potere. Chi è rimasto in sella, dopo lo tsunami Juventus e l’allontanamento di Corvino, punta forte a conquistare nicchie di potere.
Per questo l’obiettivo – neanche troppo nascosto – è quello di dilatare al massimo i tempi e poi partire lancia in resta nel proporre la soluzione interna. Una scelta al ribasso che premierebbe o promoverebbe figure già attualmente in organico. E che dunque non garantirebbe alla Fiorentina quella discontinuità e quella strutturazione che il popolo viola ha chiesto a gran voce in questi mesi.
Sarebbe la scelta peggiore perché comanderebbero tutti e non rischierebbe nessuno. Sarebbe il tracollo.
Attorno a questo braccio di ferro accadono cose incredibili. Siamo appesi alla risposta di un dirigente, Oriali, che non è mai stato in prima linea e che dovrebbe fare i salti di gioia rispetto alla prospettiva di venire a lavorare a Firenze.
Sull’allenatore poi ne ho sentite di incredibili. Ogni giorno i giornali inseriscono un nome nuovo in un ventaglio infinito di candidature. Non mi meraviglierei di leggere domani le ipotesi Mazzone o Sonetti.
Diego Della Valle è abituato a confrontarsi con grandi nomi, con personaggi di spessore, se fosse per lui sceglierebbe in una ristrettissima rosa di 4-5 allenatori. Andrea Della Valle tenterebbe volentieri una scommessa, sa che deve portare un nome stuzzicante per la città. Ed in maniera esplicita è stato messo sulla ‘retta’ via dai pochi coraggiosi che domenica si sono presentati all’ultimo atto della tragedia “Il campionato degli orrori”. Ranieri è una persona veramente speciale, ma allenava già vent’anni fa e come concezione di lavoro è terribilmente superato.
In più è stato letteralmente ‘trombato’ dalla curva che inequivocabilmente ha fatto capire di non volerlo. Si obietterà: non è la Fiesole che decide l’allenatore. Verissimo. Ma si potrebbe contro-obiettare che quando un tecnico non ha la stima della città, sulla panchina viola dura in media meno di mezzo campionato.
E’ Zeman il grande vincitore delle primarie. Con lui si avrebbero due certezze. Primo: la Fiorentina non vincerebbe niente. Sai che novità… Secondo: Firenze si divertirebbe. Il popolo viola, ben sapendo che ogni grande traguardo negli anni a venire sarà praticamente irraggiungibile, si accontenta della seconda opzione: vuole divertirsi. Chiede forse troppo?
Cristiano Puccetti
direttore sport Lady Radio e Quotidiano Viola