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METTI CHE ADESSO DOPO TANTE PAROLE…SE INTITOLATE LA TRIBUNA STAMPA A RIALTI RENDETELA ACCESSIBILE AI DISABILI

di Stefano Prizio

Il cronista dev’essere impersonale, terzo, ma come diceva Terenzio Afro: "Sono uomo e nulla di ciò che è umano mi è estraneo", perciò il lettore perdonerà se stavolta c’è un po’ più di Stefano in questo articolo di Prizio.

Ma partiamo dalle cose belle che per buona nuova attengono al campo, dove la Fiorentina di Italiano, sempre troppo sprecona (rischia di diventare questo un marchio di fabbrica poco commendevole) centra la quinta vittoria consecutiva e riporta il sereno in casa viola, dove già si registrano precoci entusiasmi e qualche volo pindarico (anche questi ultimi in perfetto stile nostrano), la società i suoi obiettivi li ha già tracciati, come ha detto Barone, ma per adesso mantiene un saggio riserbo.

Solo qualche settimana fa, anche solo parlare di Fiorentina portava seco un pizzico di malinconia, ed è proprio a un verso della canzone di Fogli che ricorriamo: ‘metti che adesso dopo tante parole dietro la porta chi ti aspetta è l’amore’,  talvolta è vero che basta aspettare, gli alberi che sono lenti a crescere portano i frutti migliori, dice Moliere.

Prima della partita con la Salernitana, nella tribuna stampa del Franchi si è svolta la piccola cerimonia dell’intitolazione ad Alessandro Ciccio Rialti, dello spazio riservato ai giornalisti nella tribuna dell’impianto fiorentino.

Orbene, commentare un evento simile dovrebbe essere facile, facilissimo, anche senza soverchie parole, ma solo con una manciata di frasette banali di cui è pieno il bagaglio di uno che scrive per professione.

Quindi, tutto bello e tutti bravi madama la marchesa?

No, perché Sandro non era un uomo banale, ma uno che con la sua voce graffiata come un disco in vinile che ha suonato tante volte, ti diceva come la pensava.

Bene, tentiamo di seguire quella lezione: Rialti, scomparso due anni fa,  anche in vita aveva dovuto affrontare alcuni problemi di salute, non si muoveva più molto agevolmente, un po’ come me che debbo convivere con la mia disabilità dopo un ictus che mi ha colto nel 2013.

Ebbene, quella tribunetta stampa, peraltro rifatta dal club viola nel 2015 (sotto la precedente gestione Della Valle), non è accessibile alle persone disabili: non c’è un’ascensore che porti al livello della tribuna stampa, pare che non sia possibile installarlo a causa della copertura realizzata da Nervi, ma ci sovviene che l’ingegneria debba pur aver compiuto passi in avanti dal 1931 ad oggi e qualche soluzione esisterà pure.

Ad ogni modo, anche le postazioni non sono congegnate per facilitare la seduta a chi sia disabile (dei paraplegici manco parliamo per carità di patria poiché anche solo per portare su una persona in carrozzina ci vorrebbero i vigili del fuoco e  per farla entrare in postazione una sega industriale).

Perciò non vedo una partita in tribuna stampa da prima di ammalarmi, ora la vedo intitolata ad un collega ed amico, Sandro, generoso, paterno e dolce di consigli ed affetto, specie quando mi vide diventare da uomo sano, una persona che deve fare i conti con i limiti del corpo.

Gli intitolano la tribuna a Sandro Rialti, bene che la rendano accessibile!