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MI FIDO

di Stefano Prizio

La decisione è tutt'altro che umorale, anzi, è meditata, ponderata. E' una decisione razionale. Certo, condita da una spruzzatina di simpatia venuta su naturale, perché i personaggi che tra poco enumererò la captano, la conquistano. E la meritano.

Simpatia che però non basterebbe ad una profferta di stima e fiducia di queste dimensioni. Mi fido di tutti e tre, ma li nominerò assieme una sola volta, questa: Pradè, Macià e Montella. I quarantenni rampanti della Fiorentina, i rottamatori del pallone italiano, candidati alla leadership del torneo (di gioco e speriamo di classifica), hanno già ridato fiato alla passione sportiva di una città. Dopo anni di grigiume dal sapore bulgaro, di dismissione, di passione svenduta in nome dei freddi numeri, il terzetto romanpartenopeiberico ha dato gioco e mentalità vincente, in un torno di tempo brevissimo, ad una squadra rivoltata come un calzino. Una squadra di bravi ragazzi che si fanno amare ed ammirare.

Il terzetto lo nominiamo una volta sola poiché l'atto di fiducia preventiva che stileremo oggi riguarda uno solo del tre: l'uomo la cui firma è e sarà in calce alle scelte tecnico aziendali che la Fiorentina ha fatto e farà. Mi fido di Daniele Pradè e vi spiego perché. Potrei citarne l'ottimo lavoro alla Roma, con i risultati esaltanti ottenuti senza un quattrino. Invece partirò dal recente, dal recentissimo, dal lavoro - appunto - che ha già svolto nella Fiorentina. Il compito era titanico: rivoluzionare la squadra, ripulire l'ambiente, edificare una nuova rosa. E ancora giocar bene, stare su in classifica e riportare l'entusiasmo. Nel mezzo scegliere un tecnico che facesse dimenticare Mihajilovic e (in modo diverso) Delio Rossi. Un tecnico che raccogliesse finalmente l'eredità di Prandelli. Ultimo, ma non ultimo, come dicono gli inglesi, fare la spending review di casa viola. Ecco, comunque vada a finire la prossima gara, comunque vada a finire questo campionato (a proposito, sogniamo in grande! Divertiamoci! Crediamoci!), Daniele Pradè, il mietitore della nostra fiducia, ha centrato il compito.

Ma veniamo ai termini di questa fiducia: certo ho le mie idee sul mercato di gennaio, ho la forte sensazione che questa squadra con un pezzo da novanta in aggiunta, può dire la sua con ogni avversario. Il campionato è livellato, molte big hanno già bucato l'annata, la squadra di Montella gioca bene e accumula un patrimonio di autostima domenica dopo domenica. Insomma, ho la sensazione che quest'anno a Firenze si possa realmente puntare alle prime posizioni. Ma ho deciso di fidarmi, qualunque risoluzione sceglierà l'uomo che pone la firma sulle scelte sportive della Fiorentina.

Ho delle idee, ma mi affido a chi ha dimostrato di saper scegliere bene. Di saper rischiare. A chi ha dimostrato d'indovinarci. Pradè ha in cassa del danaro sonante (risparmiato da lui stesso in sede di campagna estiva), la volontà della proprietà è evidentemente quella di investirlo (rotta cambiata in mezzo all'estate checchè ne dica qualche impacciato cronista revisionista), i bisogni della squadra, ancorché nascosti da un gioco divertente e dai risultati, si svelano nel dipanarsi del campionato. Ma mi fido. E mi fiderò anche se Pradè, valutando gli equilibri più importanti dei bisogni, deciderà di rimandare a giugno ogni manovra sostanziale di mercato. Mi fido. Felice di potermi tornare a fidare di qualcuno con la casacca viola addosso.

Stefano Prizio
giornalista di Radio Toscana e Squer.it