.

MILENKOVIC: NO A UN ALTRO AUTOSABOTAGGIO AD UN PASSO DALL’INIZIO

di Stefano Prizio

Passano i primi giorni agostani e non si fermano le voci di un possibile, taluni dicono  ancora possibilissimo, addio di Milenkovic alla Fiorentina. Accadesse, assisteremmo tristi, anzi sgomenti,  al secondo atto di  autosabotaggio della Fiorentina in neppure un anno, un atto di puro autolesionismo: a gennaio con la cessione del capocannoniere del campionato Vlahovic e ad agosto con lo smontaggio della difesa,  reparto già critico, dopo il ritiro montano ( che serve proprio per provare e riprovare gli assetti tattici) e a poco dall’inizio del campionato e dalla sfida dentro-fuori europea.

A gennaio la buona scusa fu la cifra mostruosa che la Juve versò ai viola per il bomber serbo, adesso invece  l’harakiri viola si farebbe per l’amore di 15, forse 20 milioni di euro, cifra incredibile per noi comuni mortali, spiccioli per chi abbia detto e ridetto con fare tonitruante e tronfio: ‘ i soldi per me non sono un problema’, come ha fatto, anche se nessuno gli aveva chiesto alcunchè in merito alle sue possibilità, Rocco Commisso, il quale doveva sapere che una dichiarazione tanto spocchiosa gli sarebbe stata rinfacciata in saecula saeculorum, come infatti stiamo facendo. C’è tuttavia chi obietta: l’anno scorso con Milenkovic, e soprattutto col suo manager Ramadani fu sottoscritto un accordo  sulla parola che se si fosse presentato un club importante a richiedere il giocatore, la Fiorentina lo avrebbe liberato alla cifra indicata oggi appunto in 15-20 milioni.

Il sottinteso, immaginiamo, è che la pretendente si presentasse entro un tempo ragionevole, cosa che non è stata poiché il mercato è aperto dal 1° Luglio e chi voleva Milenkovic poteva prenderlo settimane fa, con buona pace di tutti. Oppure si ritiene che la Fiorentina, come una colonia dinanzi ad una potenza imperialista, sia a disposizione dei desiderata e delle esigenze di un altro club che si presenti a mercato inoltrato per scegliere giocatori dalle sue fila? Se è così, lo si dica, evitando operò i toni supponenti e gli atteggiamenti  sfrontati che non si ha la forza di reggere davanti a cifre neppure irrinunciabili. E il patto? E Ramadani?

Orbene, a parte che siamo nel paese dove lo scioglimento del patto dei patti, cioè il matrimonio, fu sancito con la legge sul divorzio nel 1970. Se proprio si ha il terrore di Ramadani, lo si può locupletare col lasciare Milenkovic a zero tra un anno, avendo cura di prendere con tutta calma un sostituto e inserirlo in rosa, in questo caso la Fiorentina perderebbe una quindicina di milioni e non un’ottantina come si disse ai tempi della cessione Vlahovic, mentre Ramadani e il suo assistito potrebbero offrirsi a chi vogliono, dividendosi allegramente la mancia di un club che vedrebbe arrivarsi tra le braccia un gran bel giocatore, senza pagare il cartellino.

"Personalmente ed egoisticamente lo terrei", ha detto a Radio FirenzeViola una vecchia volpe del pallone come Rino Foschi, aggiungendo che nel calcio succede di peggio che non mantenere una promessa verbale come quella di cui si sta qui parlando. Viceversa, proprio nell’anno in cui la Fiorentina torna in Europa dopo un lustro di assenza dalle coppe, e lo fa con un allenatore stimatissimo anzi di già amato a Firenze, ma pur sempre esordiente sul palcoscenico internazionale, andrà in onda un altro gesto autolesionista del ‘club gigliato in neppure un anno. La prima volta,con Vlahovic, la società è stata brava e fortunata riuscendo a centrare il settimo posto e l’Europa pur senza i gol del suo attaccante migliore.

Ma come diceva Giovanni Verga, quando uno non riesce ad acchiappare la fortuna è un minchione, perciò meglio andare sul sicuro e non tentare troppo la sorte smontando, per amore di una cifra ‘contenuta’, la squadra su cui Vincenzo Italiano ha lavorato finora. Perché poi, chiudendo con una critica positiva: la Fiorentina fin qui sul mercato ha fatto molto bene, decisa, veloce, prodiga. Questa squadra, con Milenkovic al suo posto e un altro centrocampista di qualità, può pensare in vista di un campionato così particolare ( dove gli esiti non saranno scontati proprio per via della difficile programmazione) di contendere le piazze dell’Europa più prestigiosa. Perché quindi farsi del male  ad una manciata di giorni dall’inizio del ballo?