MISSION IMPOSSIBILE AL FRANCHI: UNA TERAPIA D'URTO CHE POTREBBE ADDIRITTURA FUNZIONARE
Sono persino scontate determinate riflessioni in vista della gara di domani. Al Franchi arriva una squadra che sembra aver già archiviato la pratica scudetto, visto che gli otto punti di vantaggio in appena 13 giornate di campionato bene spiegano il dominio fin qui mantenuto dalla Juventus. La Fiorentina si troverà di fronte una squadra che ha concesso punti soltanto al Genoa nell’unico pareggio stagionale. E se la difesa di Pioli sembra persino tenere il confronto con il reparto avversario è nei numeri offensivi che emerge l’ennesimo divario tra viola e bianconeri.
La vena realizzativa di CR7 si è rapidamente propagata a tutta la squadra, con Mandzukic che fin dall’inizio si è imposto come partner ideale del portoghese. Contro questi due, al netto dell’inserimento di Dybala, servirà fare i salti mortali. Lo sa comunque alla perfezione la squadra viola, certamente consapevole del valore della sfida e di quanto l’ambiente la viva. Se le parole e gli scenari dell’ultimo mese hanno riportato un po’ d’amarognolo in bocca, non ci sono dubbi sul calore che si respirerà domani sugli spalti del Franchi, con un record di presenze che preannuncia bolgia come ai bei vecchi tempi.
Una partita che almeno come motivazioni non ha bisogno di essere preparata, e che potrebbe diventare una sorta di terapia d’urto ad hoc per l’apatia dell’attacco viola. In tal senso Pioli sta pensando di ribadire la fiducia a Gerson nel ruolo di esterno tenendo inizialmente in panchina Pjaca, ma c’è ancora un allenamento. Intanto il rientro di Pezzella al centro della difesa alzerà il tasso di personalità, mentre Veretout è pronto a battagliare in mezzo al campo. Di sicuro quel che servirà sarà un carattere e un atteggiamento diverso rispetto alle ultime uscite, in particolare a Frosinone e Bologna. Perché la mancanza di gol è stata causata anche da un mancato dialogo degli attaccanti, e perché soltanto giocando e comportandosi da squadra la Fiorentina può pensare di scalare un Everest chiamato Juventus.
Occorrerà perciò anche una lettura lucida delle varie fasi della gara, con Pioli per forza chiamato a rispondere in qualche modo alle critiche piovutegli addosso per come ha commentato gli ultimi pareggi. Non ci sarà tempo per pensare, ma certamente servirà non farsi prendere né dalla frenesia né dal timore reverenziale di una squadra per molti imbattibile. Testa e gambe per affrontare 90 minuti che arrivano in un momento che definire deludente è un eufemismo, ma che come in tutte le favole calcistiche potrebbero anche rappresentare la svolta inaspettata di una stagione tutta ancora da decifrare.
Tommaso Loreto - Direttore www.firenzeviola.it