MISSIONE COMPIUTA CON SOFFERENZA E FOLLIA. E ADESSO AVANTI PIÙ CONSAPEVOLI E MENO SPAURITI
Di vittorie, di passaggi di turno, di crocevia sportivi, ce ne sono di tanti tipi: quelli eroici e quelli sul velluto, persino quelli casuali e fortunosi. La gioia che riescono a provocare in chi li ottiene è varia. Nel caso del primato viola sul Twente di ieri sera, si è trattato di un lungo elenco di episodi in una gara dura, spigolosa, molto nordeuropea, fastidiosamente bagnata dagli schizzi di birra dei bicchieri che i poco civili tifosi olandesi lanciavano verso il terreno di gioco. La Fiorentina in Olanda soffre con ordine e convinzione, costruisce le proprie occasioni, alcune divorandosele clamorosamente, ma passa meritatamente grazie al risultato dell’andata, legittimato anche dalle molte occasioni nelle due partite.
‘Missione compiuta con sofferenza ed un po’ di follia, perché davvero non possiamo sbagliare così tanto’, dice un raggiante Vincenzo Italiano nel dopo gara. E poi, tra una rovesciata sul palo di Mandragora, una parata di Terracciano che vale un gol, un salvataggio sulla linea di porta di Cabral altrettanto decisivo, ci si metteva anche l’arbitro con una gestione discutibile dei cartellini che portava anche al rosso di Igor e poi palle gol preclare fallite da Ikone (autore di una buona prestazione) e Jovic.
Partita intensa insomma nel catino olandese, per una serata con pochi momenti morti e noia scarsa. Una serata che oltre a consegnare alla Fiorentina il passaggio del turno in Conference League, significa anche un passaggio notevole in termini di maturità e mentalità, non a caso Jung dice come non vi sia presa di coscienza senza dolore. Già i latini avevano caro il medesimo concetto ben espresso dal motto per aspera ad astra, attraverso le difficoltà si giunge alle stelle.
E quindi uscimmo a riveder le stelle, come dice Dante, dopo aver traversato l’inferno che aveva promesso ai viola il tecnico del Twente, lui rimasto lì mentre gli avversari giungevano di là, nel Paradiso.
Unico neo della prima trasferta della Fiorentina in terra straniera, gli scontri registrati nel centro di Enschede, frutto di un clima teso probabilmente alimentato anche dai toni troppo alti tenuti dal tecnico del Twente, Jans, e un po’ pure dal dirigente viola Pradè. Intendiamoci, né Pradè né Jans hanno partecipato ai tafferugli, ma certamente quando si agitino come spauracchi le larve psichiche dell’insensata violenza, c’è sempre qualche animuccia povera di spirito pronta a farsi possedere dalle forze più brune, e così qualora si carichi di soverchio significato una semplice partita di pallone (sentita ma sempre di pallone), in tal senso udire il tecnico olandese promettere ‘l’inferno’ ai viola ad Enschede e il dirigente gigliato rispondere col suo inopinato ‘in questa partita ci giochiamo la vita’, è stato segno di scarsa lucidità e saggezza, peraltro l’inferno vero e le vite in bilico stanno appena a qualche chilometro ad est nello stesso continente, nelle lande, si infernali, ucraine dove la vita umana vale davvero poco.
Chiudiamo così, coscienti del rischio di mischiare il culo con le quarant’ore. In ogni caso nessuno si è fatto male seriamente e la Fiorentina passa il turno e conoscerà presto il cammino che l’attende in Europa, sperando abbia imparato di più a confidare nei propri mezzi, evitando di dipingere ogni avversario come uno spaventapasseri dall’immane e insuperabile forza. Adesso avanti quindi, più consapevoli e meno spauriti, le son partite di pallone.