MONTELLA CI HA PROVATO: SPIRITO GIUSTO, VECCHI PROBLEMI. IL PAREGGIO È UNA COSTANTE, SENZA GOL È DURA…
Un pareggio senza reti che non ha spostato la monotonia viola. La prima di Montella è stata come tante altre di Pioli: per la cronaca i viola hanno fabbricato il pari numero 16 del campionato, roba quasi da record. Una costante di questa stagione. La Fiorentina perde poco, in compenso vince quasi mai. Ultimo trionfo in campionato a Ferrara il 17 febbraio scorso (1-4), da allora 5 pareggi e 3 sconfitte. I viola non vincono al Franchi dal 16 dicembre (3-1 nel derby con l’Empoli). Meno male che nel mezzo c’è stata la dolce parentesi della Coppa Italia, a Firenze, con la clamorosa vittoria per 7-1 contro la Roma.
Montella ci è piaciuto per lo spirito e soprattutto l’entusiasmo che ha prodotto in questa avventura bis in viola. La sua Fiorentina però non è apparsa lontana da quella di Pioli, ma francamente non avrebbe potuto fare tanto di più con quei pochi allenamenti in settimana. Solo chi non conosce il calcio avrebbe potuto aspettarsi un cambiamento epocale.
I difetti, per ora, sono gli stessi: un centrocampo con pochissime idee e un attacco che sbaglia le occasioni non trovando il gol. Se Benassi, un centrocampista, è con 7 reti il capocannoniere della squadra in campionato ci sarà un motivo…
La Fiorentina, comunque, pur all’interno di una partita triste ha fatto qualcosa per provare a vincere, laddove il Bologna ha pensato solo a difendersi. In tutto ciò ci stanno i pregi e i limiti della squadra viola: crea sempre - succedeva anche prima - alcune occasioni da gol, ma poi ha difficoltà a trasformarle. Due squilli di Orsolini, con Lafont protagonista, sono stati il mediocre bilancio del Bologna.
I viola hanno centrato un palo su un cross basso di Muriel - l’unico lampo di una brutta gara del colombiano - sul quale si era avventato Chiesa, ma senza riuscire a colpire il pallone di testa. Poco prima a Muriel era capitata una chance limpida, ma la punta viola ha voluto tirare subito, quando forse avrebbe potuto fare un paio di metri in più: il tiro è stato disinnescato da Skorupski.
Nel primo tempo, invece, Simeone dopo una fuga di 50 metri ha costretto Skorupski a parare. Poco dopo è stato Dabo ad impegnare seriamente il portiere rossoblu. Nella ripresa ci ha provato anche Chiesa, ma senza successo.
Montella è capace ed esperto, non e’ più un tecnico alle prime esperienze, quindi immaginiamo che abbia già capito tutto. Interverrà subito sulle criticità e proverà ad esaltare le positività. In sala stampa è stato chiarissimo. “Non voglio sentir parlare di possesso palla…”. Ha ragione: con Gerson, Dabo, Edimilson, Veretout e Benassi - quest’ultimo è più di inserimento - bisogna trovare un gioco sbrigativo, essenziale, mirato solo ad innescare i velocisti Chiesa e Muriel. Molta prosa, zero poesia. Questa è una squadra che fa legna, non ci sono ricami. Altrimenti non sarebbe saldamente, ormai da un po’ di tempo, al decimo posto.
La classifica non è mai bugiarda.
L’autocritica di Muriel ci è piaciuta: “Il riscatto dovrò guadagnarlo sul campo”. Infatti il colombiano deve far gol. Era partito benissimo, poi si è fermato: non segna da 5 gare, ultimo sigillo al 61’ di Fiorentina-Lazio del 10 marzo scorso. E’ ingessato a 6 centri in 13 partite. E’ curioso registrare come in campionato per le punte viola viga la regola del 6: Chiesa ha totalizzato quella cifra di gol in 31 incontri, mentre Simeone in 32 gare.
Senza gol è dura… Per Montella c’è tanto da lavorare, ma Vincenzo lo sapeva e non è tipo da spaventarsi di fronte alle difficoltà.