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MONTELLA È GIÀ NEL MIRINO. DUE MESI PER CONVINCERE. GATTUSO? LA FIORENTINA DICE NO. UN MERCATO DA 6,5-7, CON ATTIVO DA 2 MILIONI. PEDRO GRANDE COLPO. GHEZZAL, QUARTO ESTERNO. DUNCAN PER LA PRIMAVERA

di Enzo Bucchioni

Come era facile prevedere, sono bastate due sconfitte per mettere nel mirino Vincenzo Montella. Vi meravigliate? Neanche un po’. Che piaccia o no, le regole del calcio sono anche queste e di sicuro le conosce bene pure Rocco Commisso che forse si aspettava qualcosa di più dal suo allenatore. Ma nel momento in cui la nuova proprietà americana ha deciso di confermare il tecnico che ha portato la Fiorentina a un minuto dalla serie B, di sicuro avrà messo in preventivo tutto quello che questa scelta significa e significava. Montella non vince in serie A da nove partite, sette dello scorso torneo, due quest’anno, con un solo punto conquistato a fatica contro il Bologna. E se a queste sommiamo altre nove gare della Liga con il Siviglia, Montella non vince in campionato da diciotto partite. Un intero girone. Che dire? Trattasi di un allenatore sicuramente non sulla cresta dell’onda. Se a questo sommiamo una partita come quella con il Genoa che ha messo a nudo errori e difetti evidentissimi, era facile rimettere in moto dubbi e perplessità, di sicuro nei tifosi e forse anche nella dirigenza nonostante le smentite ufficiali.

Che fare? Siccome non mi nascondo, ho detto da subito che confermare Montella per me è stato un errore. Si porta dietro negatività e perplessità, con una nuova proprietà e tutto da rifare, sarebbe stato più logico cambiare anche l’allenatore. Buttarsi alle spalle il passato da dimenticare.

Le controindicazioni all’esonero erano l’ingaggio di Montella (licenziarlo sarebbe costato dieci milioni e più) e le difficoltà a giugno nel trovare sul mercato allenatori liberi più convincenti.

Detto questo, che è poi lo scenario sul quale ieri sono nate le voci poi smentite dalla Fiorentina di un possibile contatto con Gattuso, visto che ho appena ricordato come per me sia stato un errore confermarlo, dico anche che sarebbe un assurdo condannare Montella dopo appena due gare. Sarebbe solo un approccio Zamparinico al calcio che credo non appartenga a Rocco Commisso e Joe Barone. Che ci siano dei problemi è evidente, che questa squadra abbia parte dei difetti di quella dell’anno scorso che è arrivata sedicesima e che forse appartengono al gioco stesso di Montella è altrettanto chiaro, ma pronunciare sentenze oggi sarebbe assurdo.

E’ giusto pretendere di più, è logico tenere sotto pressione l’allenatore, questa squadra deve avere maggiore personalità, gioco più equilibrato e le scelte devono essere più razionali, ma per quel che so io, un giudizio su Montella dai dirigenti viola non sarà dato prima della prossima sosta della Nazionale all’incirca a metà ottobre. Viste anche le difficoltà del calendario.

Perciò Montella ha il futuro nelle sue mani e se posso dare un consiglio non richiesto, pensi solo a lavorare e migliorarsi, con umiltà, non cerchi più pubbliche scuse e non dica che la squadra è stata rivoluzionata. Domenica sera Montella ha preso una lezione di calcio da Andreazzoli che allena una squadra nuova, per di più cambiata profondamente nell’organico quasi come la Fiorentina. La squadra viola ha evidenti difetti nella fase difensiva, non sa stare compatta, è chiaro che Boateng non possa giocare dall’inizio (non è in condizione) e soprattutto non possa fare il centroavanti nel 4-3-3. Poi, non si può più nascondere che Pulgar e Badelj siano troppo simili per giocare assieme con questo modulo. Anche la condizione atletica complessiva mi sembra scadente, pur tenendo conto del caldo e del resto. Infine accendo i riflettori su Chiesa. E’ l’unico giocatore sopra la media di questa squadra (Ribery è un discorso a parte), mi sembra poco coinvolto, se Montella nella manovra offensiva pensa di considerarlo come Sottil o altri (ma sbaglierò) non è una grande idea. Rovescio il discorso. La manovra andrebbe costruita sugli strappi e le accelerazioni di Chiesa. Ma forse sono io che capisco poco di calcio tanto che non ho mai fatto parte del Club della Bistecca.

Basta con Montella. Mi sono dilungato anche troppo, ma se ci credete davvero (e lo dico alla società) questo allenatore andrà protetto e messo in grado di lavorare al meglio, non soltanto con i comunicati. Se poi ci fossero davvero delle perplessità, le decisioni vanno prese in fretta.

Veniamo al mercato chiuso da poco. La mia sintesi è nel voto: 6,5-7.

Sarebbe stato 7,5 se fosse arrivato De Paul, ma adesso vedo una squadra ben costruita, pensata, con ottimi affari (Pedro, Pulgar, Lirola), intuizioni (Ribery), usato garantito (Badelj, Caceres, Boateng), scommesse (Dalbert, Ghezzal), ma carente in mezzo al campo. Manca un centrocampista di qualità e quantità, sta crescendo Castrovilli, ma serviva un giocatore già pronto perché Badelj e Pulgar (come detto) potrebbero faticare a giocare assieme, sono due registi bassi. Se fossi Pradè dare un’occhiata al mercato degli svincolati

Gli ultimi acquisti ufficializzati ieri sono tre: Pedro, Ghezzal e Duncan.

Ho sentito poca eco mediatica e poco entusiasmo attorno a Pedro che invece potrebbe essere davvero il colpo dell’estate viola nel rapporto qualità-prezzo. Due anni fa questo ragazzone di quasi un metro e novanta, era pronosticato da tutti come futuro centroavanti della nazionale brasiliana, quella nazionale che ha sfiorato prima di un infortunio al crociato del ginocchio. E’ guarito, non è tornato ai livelli pre-infortunio, ma gioca con continuità, per tornare al top serve soltanto un po’ di tempo in più. E quando era al top lo stava per comprare il Real Madrid. Come caratteristiche (per capirci) è un tipo alla Toni o alla Dzeko, fa gol, ma fa anche giocare la squadra. Per questo, appena si sarà inserito, lo vedo centroavanti titolare con i suoi 22 anni e dietro Vlahovic, un altro ventenne.

Ghezzal, fratello del Ghezzal che giocava nel Siena, è un esterno destro di fantasia e qualità Nel Lione ha fatto bene, nel Leicester s’è un po’ perso. Firenze può essere l’occasione per il rilancio, è in prestito. L’inglese Duncan, 18 anni, sarà invece aggregato alla Primavera di Bigica. E’ un attaccante che può somigliare a Rooney (sempre come caratteristiche), ma soprattutto cugino di Gerrard.

Gli ultimi tentativi per prendere De Paul (ultimo rilancio 30 milioni più tre di bonus) sono invece andati a vuoto come s’era capito da due-tre giorni. Sono operazioni che vanno preparate per tempo e qui veniamo al giudizio sull’intera campagna acquisti.

Barone e Pradè hanno fatto un grande lavoro. Non bisogna mai dimenticare che questa squadra era arrivata sedicesima, Pradè aveva ereditato una settantina di giocatori, soltanto una manciata dei quali da Fiorentina. Ancora oggi c’è una zavorra (Cristoforo, Eysseric, Dabo e Thereau) che costa moltissmo. Macerie sulle quali è stato difficile ricostuire. Se poi aggiungiamo che il passaggio di proprietà c’è stato soltanto in giugno, chi conosce il calcio sa quali difficoltà ha incontrato Pradè. Le squadre si programmano a marzo-aprile. Certi colpi si mettono in cantiere prima, bisogna fare un grande lavoro preparatorio con gli intermediari e tutto il carrozzone. Poi ti capita di fare anche un colpo in poche ore, ma l’intelaiatura delle squadre va pensata con anticipo e con relazioni e alleanze sul mercato. In questo poco lasso di tempo è stata costruita una squadra con soltanto tre titolari del passato (Chiesa, Milenkovic e Pezzella) e la voglia di ripartire pensando al presente, ma soprattutto al futuro.

Questo sarà un anno di transizione. Gli americani vogliono capire il nostro calcio, valutare tutte le potenzialità presenti, capire su quali giocatori poter contare prima di gettare le basi per la prima squadra forte, vera, che sarà presentata l’estate prossima. Oggi molti sarebbero stati soldi buttati e fumo negli occhi tra i tanti giocatori che sono stati proposti. Commisso vuol fare le cose con oculatezza, spenderà quando troverà giocatori veri, al prezzo giusto, per il futuro.

Si poteva fare di più? Di sicuro, tutto si può migliorare. L’ho detto, qualche milione in più l’avrei buttato per De Paul. Ma complessivamente è nata una squadra giovane, che ha l’idea di giocare un calcio brillante, infarcita di qualche uomo d’esperienza in grado di ispirare e trascinare lo spogliatoio e con una di quelle ciliegine che piacevano a Vittorio: Ribery . Sono convinto che il francese darà ancora parecchio in campo e sarà determinante per il rilancio del brand Fiorentina nel mondo.

Il bilancio del mercato, se poi vogliamo parlare di soldi, è in leggero attivo (due milioni circa) e qui non possiamo dimenticare che un altro colpo di Rocco è stato quello di tenere Chiesa. E’ vero che l’ha voluto Diego Della Valle in fase di cessione, ma comunque trattasi di sacrificio economico non da poco.

Inoltre ricordiamo il fair play finanziario e il fatturato basso della Fiorentina, con un salary cap che non può andare oltre i 57-58 milioni.

Tutte situazioni con le quali una nuova proprietà ha dovuto convivere immettendo una cosa che non ha prezzo e che nel bilancio non è scritta, ma conta moltissimo: una passione trascinante.

Per la Fiorentina è cominciata una nuova era, dalle macerie Commisso, Barone e Pradè hanno appena ricostruito parte delle fondamenta. Diamogli tempo e accompagniamo questa squadra nella rinascita.