MONTELLA FA DA PARAFULMINE E PROTEGGE IL GRUPPO. MERCATO: MEGLIO TANTE BELLE SCOMMESSE O UN GIOCATORE PRONTO? INFORTUNI, E' IL PREZZO DELLA MANCATA PREPARAZIONE
Chissà che le parole di Vincenzo Montella non possano essere la medicina giusta per motivare ancor di più i giocatori in un momento così delicato. Proprio adesso c'è bisogno di tirare fuori il massimo da ogni calciatore: gli infortuni a catena che hanno colpito la squadra richiedono sforzi che questo gruppo non aveva messo in preventivo.
Le critiche di inizio stagione sono arrivate per una serie di risultati al di sotto delle aspettative, soprattutto in casa (e al di là delle occasioni da rete). Ma stavolta Montella ha fatto bene a fare da parafulmine e a proteggere la squadra: Quando dice “prendetevela con me e non con i giocatori”, vuole togliere il peso delle responsabilità dai calciatori stessi, ma al tempo stesso si augura che il gruppo possa trovare ulteriori stimoli e ripagarlo con una serie di prestazioni sullo stile della 'vecchia' Fiorentina. L'intenzione di Montella, pare di capire, è quella di compattarsi ancor di più con il suo gruppo, provando a non ascoltare il vento contrario delle critiche. E allora aspettiamo la reazione della Fiorentina magari già da oggi con il Torino, anche se le polemiche hanno riguardato per la verità non solo i giocatori (alcuni sono sotto tono, è chiaro a tutti). Nell'anno in cui c'era la speranza – giusta o sbagliata – che la squadra potesse ripetersi subito sui livelli dell'anno passato o addirittura migliorarsi c'è chi fa fatica ad accettare una realtà per adesso differente. Il gioco che non decolla, l'incapacità di esplodere da parte di Gomez (e una manovra che non lo ha fin qui favorito), il suo stop per infortunio, hanno scatenato tante discussioni. Che hanno toccato però anche altri temi: ad esempio la campagna acquisti. Montella ha spiegato che “la Fiorentina non è il Manchester City o il Psg”. In effetti nessuno ha mai chiesto Messi o Ronaldo e l'aver riscattato Cuadrado ha rappresentato un bel colpo, anche se una decisione se tenerlo o cederlo doveva essere presa prima, almeno a metà agosto, senza che il mercato venisse totalmente condizionato dal colombiano. C'è poi da chiedersi fino a che punto sia stato utile in questi anni insistire così tanto sulle scommesse, ovvero sui giocatori dal recente passato di ottimo livello, ma che a Firenze sono chiamati a rilanciarsi dopo un lungo infortunio o dopo un periodo al di sotto delle attese. E' il caso, per fare alcuni nomi, dei vari Matri, Anderson, Iakovenko, Sissoko e adesso ad esempio Marin (potremmo inserire anche Rossi, ma quella era certamente giusto farla e per cinque mesi in effetti aveva dato risultati straordinari): se per vederli tornare abili e arruolabili occorre aspettarli abbastanza e senza sapere poi quanto potranno incidere, il sospetto è che sarebbe meglio puntare su qualche giocatore in meno e anche tecnicamente un po' inferiore, ma subito pronto all'uso e a dare battaglia.
E veniamo al capitolo infortuni: per essere obiettivi, anche le altre squadre ne hanno parecchi, la Roma in primis. I giallorossi hanno però una rosa di grandissima qualità con cui riescono a sopperire bene alle assenze. Il punto però è un altro: gli infortuni a catena che hanno colpito la Fiorentina sono probabilmente ascrivibili alla mancata preparazione estiva. Ci spieghiamo meglio: ormai i tempi sono cambiati e le esigenze di marketing e esportazione del brand implicano una serie di partite e tournèe all'estero che fruttano soldi in cassa ma che poi penalizzano i veri e propri allenamenti - anche sul piano fisico - utili per prepararsi all'intera stagione (lo stesso Montella da questo punto di vista è stato chiaro, avrebbe fatto a meno di girare il Sudamerica). Per molte società - vedi anche la Roma - sono alla fine quasi un prezzo da pagare. Anche se per la Fiorentina è un po' troppo salato.
Lorenzo Marucci