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MONTELLA NON E’ L’ALLENATORE DI CORVINO. HA DECISO TUTTO DIEGO: I RETROSCENA DI DUE GIORNI DI FUOCO. RIVOLUZIONE SOCIETARIA IN VISTA, MA SOLO DOPO LA SEMIFINALE. ADV HA VOGLIA DI MOLLARE. FAGGIANO IN POLE PER FARE IL DS. E SE TORNASSE PRADE'?

di Enzo Bucchioni

Montella 2 il Ritorno, ha già firmato il suo contratto, due anni e qualche settimana in viola. Guadagnerà qualcosa meno di due milioni, ma questi sono quasi dettagli. Oltre a Montella, è successo di tutto e di più negli ultimi tre giorni e c’è la forte sensazione che la rivoluzione in atto sia soltanto all’inizio. Del resto dopo tre anni di non-calcio non può essere che così, un piano di lavoro ampiamente fallito va cambiato.

Ha fatto tutto Diego, da lontano, da Hong Kong, e quando si muove Ddv non succedono mai cose banali. Erano settimane che, in silenzio, stava osservando quello che succedeva nella Fiorentina e dintorni, insoddisfatto e irritato dai risultati e della negatività che si sta riversando da tempo sulla sua famiglia. E in vista di idee e strategie future, non a caso si era già mosso anche prima della disastrosa sconfitta con il Frosinone. Aveva fatto pace con Montella (come riferito in esclusiva venerdì scorso), stava pensando a cambiamenti e forse meditava anche quel rilancio tanto auspicato.

Poi tutto è precipitato, c’è stata una accelerazione per una sconfitta inattesa, ma Diego stava già "covando" qualcosa.

E infatti nel post-Frosinone ha fatto tutto lui. Ha chiamato immediatamente Cognigni, ha manifestato la sua rabbia, ha minacciato una sua durissima presa di posizione pubblica (poi rientrata). Come vi abbiamo già rivelato, per tutta la serata di domenica s’è cercato di ottenere da Pioli le dimissioni con la assoluta garanzia del pagamento di tutti gli emolumenti in sospeso. L’allenatore non ha mollato e la Fiorentina non ha avuto il coraggio di esonerarlo.

Il vertice di lunedì fra Milano e Hong Kong non ha trovato altre soluzioni se non scrivere un comunicato per spronare tecnico e squadra. A quel punto, però, è intervenuto ancora Diego. E’ stato lui a volere una presa di posizione più netta, a dettare personalmente qualche passaggio del comunicato che suonasse come una sorta di "schiaffo" per il tecnico e i giocatori. Diego è stato così machiavellico da volere un comunicato durissimo convinto che Pioli non l’avrebbe accettato e se ne sarebbe andato? O più banalmente s’è esagerato soltanto per la rabbia di una situazione calcisticamente sgradita e sgradevole? Non lo sapremo probabilmente mai, però l’obiettivo delle dimissioni è stato centrato. Pioli s’è n’è andato mettendo la sua dignità davanti allo stipendio. Bravo.

A quel punto che fare? In società c’era chi spingeva per una soluzione-tampone, un traghettatore per consentire di andare con calma a scegliere il prossimo allenatore. Corvino avrebbe sponsorizzato fortemente la soluzione Bigica, ma in questo momento è stata ritenuta troppo debole e rischiosa.

Diego è stato netto: alla decisione forte di Pioli serviva un’altra soluzione altrettanto forte per la Fiorentina. Così Adv al telefono ha rimesso in moto quel discorso che aveva riaperto con Montella. L’allenatore aveva già dato l’ok agli intermediari per trattare per la prossima stagione, ma Diego l’ha convinto anche ad accollarsi la difficile gestione dei prossimi due mesi, con la grande sfida della coppa Italia. Il Patron, evidentemente, ha trovato gli argomenti giusti. A Corvino, poi, è toccato il compito di parlare di calcio con Montella, di entrare nei dettagli della situazione tecnica della squadra, delle cose positive e di quelle da migliorare. Tre ore di colloquio l’hanno convinto definitivamente. E l’ok dato a Diego è diventato una sigla sul contratto.

L’ex Aeroplanino è scaltro, intelligente, dopo due esoneri (Milan e Siviglia), sa benissimo che deve rilanciarsi per non bruciarsi definitivamente e per farlo ha bisogno di progetti seri, di programmi affidabili. Se è così, ben venga Montella. Se davvero Ddv vuole tornare a fare calcio, a investire, a mettere in campo idee, sia lodato questo ribaltone. Non ne possiamo davvero più di giocatori non da Fiorentina, di grigiore, di risultati scarsi, di pianticelle, di prestiti, di esperimenti e di bilanci da anteporre alle partite.

Se Montella ha accettato di riprendere in mano la Fiorentina spero che abbia avuto delle promesse importanti da parte di Ddv. Ma cosa succederà nelle prossime settimane? Cambiare l’allenatore servirebbe a poco se non cambieranno davvero i programmi e se non cambierà la guida del comparto tecnico.

Montella non è l’allenatore di Corvino, questo è sicuro. Il Dg avrebbe voluto Bigica traghettatore, un suo uomo, per mettere poi Liverani o qualche altro allenatore di sua fiducia. Diego ha scelto una soluzione diversa, forte. Come è forte la personalità di Montella. Se da leone che era non è diventato agnello, credo che Montella faticherà ad accettare i sistemi di Corvino. E Corvino accetterà di essere messo in discussione, di fare un calcio diverso da quello che ha sempre fatto?

Penso proprio di no. Come finirà? Corvino ha ancora un anno di contratto, l’evidentissimo fallimento della sua gestione potrebbe far pensare a una chiusura anticipata. Ma anche lui, come ha fatto Pioli, potrebbe anche decidere di dimettersi se non gli sarà garantita la completa autonomia che ha avuto fino ad oggi. C’è una soluzione diversa, già ipotizzata da Cognigni: a Corvino potrebbe essere offerta la gestione del settore giovanile. Vedremo.

Non a caso nelle ultime ore si torna a parlare con insistenza di Faggiano che potrebbe arrivare a Firenze e stavolta non solo come il direttore sportivo di Corvino. Ma ricordiamo che è sempre forte il legame Montella-Pradè. Dopo averlo portato a Firenze, Pradè l’ha voluto anche alla Sampdoria. Intermediari sarebbero pronti per proporre in Fiorentina una soluzione del genere, ma al momento mancano riscontri certi. Nessun segnale è arrivato. Qualcuno (e non da oggi) ha messo nell’orecchio dei Dv anche il nome di Giovanni Galli. Con Antognoni che potrebbe avere un ruolo più ampio nell’area tecnica e non fare soltanto le pubbliche relazioni come oggi. Però al momento è tutto bloccato, la fase decisionale s’è fermata a Montella ed è tutto logico. In queste ore difficili in Fiorentina è stato fatto un patto: proviamo a stare tutti uniti per altri quindici giorni, fino al 25 aprile. Eliminare l’Atalanta è difficilissimo, ma nel calcio niente è impossibile. Società, dirigenti, allenatore nuovo e squadra proveranno a lavorare duramente e in armonia proprio per provare a centrare l’obiettivo che resta. Non a caso nella prima conferenza stampa di ieri si sono presentati anche Corvino e Antognoni con parole al miele e proprio il Dg ha tenuto a dire che per far passare messaggi positivi.  Anche Montella ha invitato a remare tutti nella stessa direzione per ritrovare compattezza e forza. Per rendere al massimo. Giusto così. I processi, caso mai, si faranno e le decisioni, caso mai, verranno prese dopo quella data o, eventualmente si spera, dopo la finale.

Comunque la situazione non è semplice. Si racconta anche di un Andrea Della Valle molto disamorato. Da mesi, ancora prima di questo ribaltone, avrebbe manifestato al fratello e anche ad altri membri del Cda della Fiorentina e a persone vicine, la sua stanchezza per il calcio. E’ stufo delle contestazioni e degli insulti, l’altra domenica era allo stadio con la famiglia e la sua stizza è apparsa evidente. Se n’è andato al ventesimo della ripresa. Adv già due anni fa dopo la gara di Sassuolo disse al fratello che non aveva più intenzione di seguire la Fiorentina, di stare nel calcio. Poi l’hanno convinto, quasi costretto. L’entusiasmo e la passione di prima, però, non sono più tornate e l’idea di mollare è forte. Questo è un altro problema che peserà nei programmi futuri che Diego sta mettendo a fuoco. Vedremo. C’è da considerare che il rapporto con la città e la tifoseria che è tornato ai minimi termini, forse il più basso di sempre.

Montella però ricorda i tempi belli, i quarti posti, i grandi giocatori, il buon calcio, se l’intenzione è quella di tornare a quegli anni servono segnali concreti. Concreto è arrivato il segnale di Pioli che sta pensando e valutando se impugnare legalmente, per difendere la sua immagine e il suo futuro, il durissimo comunicato della Fiorentina di lunedì sera. Ieri ha avuto l’appoggio dell’Associazione allenatori e lo avrà anche in sede legale. Se lo deciderà, naturalmente. La Fiorentina, nel frattempo, ha fatto un controcomunicato per cercare, è evidente, di controbilanciare la situazione. Volano gli stracci, ma era prevedibile. Ieri ho incontrato casualmente un Pioli amareggiato, ma sereno, è convinto di avere fatto il massimo e con questa squadra forse ha ragione.