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NASCE LA VIOLA AMERICANA: LUNEDÌ VERTICE PRADÈ-MONTELLA-ANTOGNONI, VIA AD ACQUISTI E CESSIONI. ECCO I SEGRETI SUL PERCHÉ DEL RITORNO DEL DS. DOMANI L’ALLENATORE INCONTRA COMMISSO. BATI CLUB MANAGER, PRESTO LA RISPOSTA. BOOM USA: PIACE IBRA

di Enzo Bucchioni

Daniele Pradè torna a Firenze per finire un lavoro che aveva interrotto troppo presto e troppo bruscamente: far tornare grande la Fiorentina. E’ una scelta intelligente (una delle tante) di Rocco Commisso, Pradè piace, fa tornare alla mente tre anni di grande calcio, di campioni in viola (Salah e una lunga lista), di quarti posti, finali e semifinali nelle coppe, di bel gioco e soddisfazioni enormi come il 4 a 2 alla Juve firmato Pepito Rossi. Si riprende da lì, da quello che Pradè e Montella avevano fatto assieme e da lì si vuole ripartire.

Pradè fa tornare alla mente anche una persona di calcio, competente e vincente (lo scudetto a Roma), dai modi gentili, capace di coniugare le competenze tecniche alla gestione del gruppo. Non a caso fu sostituito, sapeva troppo di calcio per qualcuno nato per deprimere e demotivare che per giustificare il contratto non rinnovato la buttò sui conti che non tornavano. Peccato che a fronte di un disavanzo dichiarato di 70 milioni (?), Pradè avesse lasciato una grande squadra e un patrimonio di calciatori che venduto da Corvino ha fruttato 120 milioni di euro.

Ora, per fortuna, Pradè è tornato e la catena di comando dell’area tecnica è fatta. Giancarlo Antognoni direttore generale, Daniele Pradè direttore sportivo e Vincenzo Montella allenatore. Era il comparto societario da mettere a posto subito, in fretta, c’è una squadra da rifondare, un mercato alle porte e la coppia italo-americana Commisso-Barone dalle idee chiarissime, in cinque giorni ha fatto tutto.

Domani Montella di ritorno dall’India, volerà direttamente a New York per conoscere di persona Rocco Commisso e poi dopo una rituale stretta di mano, tornerà immediatamente operativo.

Un vertice è già stato convocato per lunedì prossimo, Pradè, Montella e Antognoni getteranno le basi della nuova squadra. In agenda, per prima cosa, una approfondita analisi dei 47 giocatori in organico fra prima squadra, ritorni da prestiti e Primavera. Nascerà una lista degli incedibili (Chiesa, forse Pezzella e pochi altri), dei rivedibili e dei tanti che dovranno andare sul mercato e non sarà neppure facile vendere. Veretout sarà il primo a  partire per volontà di Commisso, alla faccia di quelli sempre informatissimi (pensano loro) che hanno appena detto che non sarà più venduto. Probabilmente non andrà al Napoli dove lo avrebbe mandato Corvino che aveva un rapporto speciale con il suo procuratore, ma le offerte non mancano, a cominciare dal Milan.

E’ presumibile che altri invece finiranno in una sorta di limbo, saranno convocati per il ritiro di Moena per dar modo a Montella di vedere da vicino quelli che non ha mai allenato (Saponara) o giovani ritorni da prestiti (Venuti, Ranieri, Castrovilli), ai quali saranno aggregati Primavera come Vlahovic o Montiel e diversi altri.

Soprattutto, però, sarà fatta una lunga analisi dei giocatori che piacciono per costruire attorno a Chiesa la Fiorentina del futuro. Giocatori tecnici, in grado di giocare il calcio che piace a Montella. Si farà una squadra di talento, il primo obiettivo è tornare a far divertire i tifosi, la Fiorentina dovrà giocare un bel calcio, Firenze ha la cultura del bello e Commisso l’ha capito e detto subito. La lista degli acquisti avrà naturalmente un budget che sarà stabilito presto da Joe Barone che ha la delega da Commisso. Ma le intenzioni sono buone, tanto che dagli Usa rimbalza una voce che registriamo per dovere di cronaca (come dicono quelli che parlano forbito) ben sapendo che nel calcio non bisogna meravigliarsi di nulla e aspettarsi sempre di tutto. Si racconta che Commisso sia innamorato di Ibra che gioca nei Los Angeles Galaxy. Lo stesso Ibra aveva più volte fatto capire che tornerebbe volentieri in Italia (ha 36 anni) per chiudere la carriera. A gennaio ha trattato con il Milan, poi non se n’è fatto di niente. Guadagna sei milioni, ma si può liberare. Un presidente come Commisso, un uomo di passione e entusiasmo, potrebbe pensarci eccome. Una roba campata in aria, intendiamoci, arriva dagli Usa, sottolineo, ma teniamola lì, come le famose ciliegine di Cecchi Gori. Pensate un po’ cosa sarebbe di Firenze con Ibra (che è ancora valido) centroavanti.

Fine della divagazione. Chi vivrà vedrà e vedrà comunque una bella Fiorentina. Lo zio Rocco non lascia niente al caso. Sapete come hanno ingaggiato Pradè?

Lo studio Chiomenti, uno dei più importanti al mondo, nelle ultime settimane su mandato di Commisso e Barone, ha fatto uno screening (come vi avevamo anticipato) per valutare le professionalità più adatte alla Fiorentina. Alla fine sono rimasti due-tre, la scelta è caduta su Pradè perché ha guidato la Fiorentina nel suo momento migliore degli ultimi vent’anni, per il curriculum e una serie di parametri di valutazione fatta da avvocati ed esperti. Sarà così anche per l’amministratore delegato che sarà scelte in queste ore.

Pradè ha prima incontrato Joe Barone, poi ha parlato per telefono con Commisso. Lasciata Udine, aveva già in tasca un accordo con la Samp, dopo la chiamata della Fiorentina ha chiesto a Ferrero 48 ore di tempo per decidere, poi ieri ha definito proprio con un avvocato dello studio Chiomenti e in tarda serata firmato il contratto per un anno con opzione per la Viola su un’altra stagione.

Pradè sarà presentato ufficialmente il 24 o il 25 giugno, probabilmente il 24 per San Giovanni, se la Fiorentina riuscirà a organizzare un evento, magari con la presentazione delle nuove maglie e di altri nuovi ingressi in società.

Potrebbe esserci anche Batistuta e questo sarebbe un altro grandissimo colpo nel segno della passione, dell’entusiasmo, della fiorentinità e della storia. Se pensate per quanti anni nella sede della Fiorentina e dei Della Valle non s’è vista neppure una foto delle Fiorentine prima di loro… non serve aggiungere altro.

Bene l’idea. Bene tutto. Però non è fatta. Bati è felice, finalmente hanno pensato a lui, si tratta di mettersi a sedere e valutare il ruolo e l’offerta fino in fondo. La soluzione potrebbe essere quella di affidare a Bati la poltrona che fu di Antognoni, come nuovo club manager, con un ruolo di icona viola a contatto con la squadra, ma anche adattissimo per le relazioni esterne. Speriamo accetti perché una Fiorentina con gente operativa come Antognoni e Batistuta si metterebbe immediatamente al pari di quei grandi club che con la loro storia alimentano il presente. Campioni si nasce e io nacqui, direbbe qualcuno….

E quando i campioni ce li hai usarli fa bene, dal campo alla scrivania, il calcio per loro scorre nelle vene.