NÉ RUFFIANI NÉ ROSICONI, IL VOTO AL MERCATO DELLA FIORENTINA
Nè ruffiani nè rosiconi. Ma non è un modo per svicolarsi dalla responsabilità di un giudizio. Non è l'esaltazione del cerchiobottismo. E' ricerca di equilibrio, di un giudizio equilibrato, di una media ragionata tra il "10 in pagella" dato da Montella (comprensibile ed apprezzabile il suo aziendalismo) e la strisciante delusione di qualche tifoso amareggiato dal rocambolesco finale di campagna acquisti. Quello dell'infido Berbatov e dei tentativi disperati della Fiorentina di trvare un punta importante, concluso dall'operazione "emergenziale" chiamata Luca Toni.
Andrà pur raccontato che Daniele Pradè s'era preparato tre piani, uno principale e due di riserva, saltati uno ad uno nel giro di qualche ora: Berbatov, poi Bendtner e Borriello, quest'ultimo bocciato dall'interno della Fiorentina. Ma insomma parliamo di risultati e quindi di voti e tra il massimo di Montella, qualche "7" e la sufficienza ingenerosa che qualcuno pure affibbia c'è differenza!
Andiamo con ordine: il mercato della Fiorentina è stato una rivoluzione, un cambiamento radicale, tante, tantissime erano le operazioni da ideare, imbastire, cesellare e infine concludere. Un lavoro titanico. Svolto peraltro da chi si è trovato la scrivania sommersa di fascicoli e scartoffie (modello Fantozzi) il giorno stesso in cui è approdato in azienda viola. C'era da chiudere violentemente un ciclo putrido. E poi da ripulire l'ambiente malsano. Tutto con un occhio sempre attentissimo ai quattrini (a proposito la rivoluzione s'è conclusa con tantissimi dobloni rimasti in cassa). Difficile accusare chi ha operato di non esserci riuscito.
Il nuovo progetto della Fiorentina - pazienza se non vi piace la parolina, stavolta un disegno coerente e ragionevole c'è e lo chiamiamo col suo nome - ha bisogno di una declinazione più lunga, diciamo due stagioni, diciamo tre sessioni di mercato, quella appena passata, la prossima (importantissima) di gennaio e quella dell'estate 2013. In questa prima finestra si è fatto il grosso, tra qualche mese si dovrà completar di fino (con un attaccante importante?). A fine campionato verrà il momento del bilancio con seguenti aggiustamenti.
Il fervorino l'abbiamo ammannito nel principiare. Adesso tuttavia saremmo vili se non ci sbilanciassimo, se non sintetizzassimo con un voto - nostro, opinabilissimo, magari sbagliato - il lavoro svolto dai dirigenti viola. Un voto di media, tra quello per la mole svolta (9), a quello per la qualità media rapportata alla spesa spalmata sulla squadra (8), all'esito finale compromesso dalla mancanza, feroce, evidente, pericolosa, di un grande attaccante (5). La media fa 7 e spiccoli. Un buon voto che può e deve migliorare. Un voto nè da ruffiani nè da rosiconi.
Stefano Prizio
giornalista di Radio Toscana e Squer.it