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NEL CALCIO SOLITA GUERRA PER BANDE, OCCHIO FIORENTINA. MA NON C’È PACE NEPPURE IN CASA VIOLA: DOPO TORREIRA TOCCA A GONZALEZ, PANNI SPORCHI IN PUBBLICO

di Stefano Prizio

Il filone nacque nel 1968 con ‘Banditi a Milano’, pellicola di Carlo Lizzani con Tomas Milian e Gian Maria Volontè, ispirata ad un fatto di cronaca che inaugurò il genere del poliziottesco all’italiana, molto apprezzato dai cinefili e persino da grandi autori americani come Quentin Tarantino. Milano calibro 9, Il trucido e lo sbirro, La mala ordina, Roma a mano armata. Il plot è spesso simile: un generoso e dedito poliziotto, un tantino recalcitrante alle regole, insegue senza requie i rapinatori. La banda dei gangster invece, dopo il colpo, spesso col malloppo ancora caldo sul tavolo, si trova in disaccordo ed iniziano le faide interne che sfociano in una sanguinosa guerra intestina tra singoli e sotto bande che non fa che favorire la vittoria finale del poliziotto, interpretato spesso da Maurizio Merli.

Guerra intestina, come quelle che piacciono tanto alla Fiorentina che su quell’altare ha già sacrificato Torreira, che pure aveva reso bene, ma fu giubilato e adesso Gonzalez, al centro proprio in queste ore di un lancio incrociato di stracci per la sua evidente predilezione per la patria rispetto a chi gli paga lo stipendio, argomento serissimo, si badi bene, ma gestibile in camera caritatis tra il club e il giocatore, senza sciorinare i panni maculati e olezzanti in pubblico, causando spiacevoli tiri a segno al piccione sui social( che andrebbero levati ai calciatori  ai politici e agli imbecilli).

Ma le guerre civili avvengono anche nei palazzi borghesi del pallone dove tra intercettazioni telefoniche che vengono pubblicate e riportano al clima di Calciopoli, come quelle in cui Giovanni Malagò, membro del Cio definisce i presidenti di serie A ‘delinquenti veri’. E j’accuse come quello che pare sia stato rivolto a Joe Barone da altro dirigente del patrio pallone: ‘ tu vuoi vedere fallire due società ( come ha riportato il quotidiano Repubblica). Ecco, climi da guerra civile come questo marcano una situazione di pericolo per un club come la Fiorentina che ha scelto di non allinearsi alle altre società le quali attendono, come passerotti col becco spalancato la mamma, ogni aiuto che uno Stato in brache di tela, ma pur sempre inesorabilmente calcio orientato, potrà elargire a spese pubbliche.

Viceversa, per chi non ci sta o , come già scrive qualcuno che 'come la Fiorentina solleva la questione morale', che è già bello a vederlo scritto così con queste poche, iconiche, parole. Il rischio, è che dopo 5 vittorie in campionato, ti inviino il sor Sozza, nomen omen, il cui arbitraggio in Milan-Fiorentina l’Aia ha giudicato ‘ adeguato’( da un determinato punto di vista difficile dar loro torto).

Come diceva Mao, c’è grande confusione sotto il cielo la situazione è eccellente e infatti Michela Tamburrino sulla Stampa ha parlato di ‘Rai nel pallone’ in relazione alle polemiche di Fiorello sui mondiali qatarioti che verranno trasmessi dal servizio pubblico in barba al reiterato spregio del regime del Qatar per i diritti umani e civili, pecunia non olet, disse Vespasiano. Ecco, uscendo di metafora per rientrarne in una più greve: l’intera situazione del calcio patrio ed expat somiglia a quando piove troppo o con eccessiva violenza e dalle ritirate vien su la cacca ed è tutto un gran puzzo. Perciò conviene turarsi le nari e camminare schiena ai muri. Meno male che ci si ferma.