NELLA PROSSIMA SETTIMANA ALLENAMENTO A PORTE APERTE. I CASI INSIGNE E JOVETIC: MA QUANTO VALE DAVVERO LA NAZIONALE? E A MILANO NON È STATO ANCORA DIGERITO L'1-4...
La Fiorentina si gode meritatamente in testa alla classifica questa sosta di campionato, due settimane in cui rifiatare dopo l’eccellente inizio di stagione e per preparare al meglio l’ottava giornata che vedrà i viola scendere in campo al San Paolo, in casa della rivelazione Napoli (per tanti aspetti - spesso ingiustificati - spesso celebrata anche più dei viola sui media nazionali). Il club sa quanto delicato sia l’appuntamento di Fuorigrotta ed è per questo motivo che nel corso della prossima settimana (probabilmente giovedì 15 o venerdì 16) l’allenamento della Fiorentina sarà spostato a porte aperte all’Artemio Franchi sotto gli occhi di tutti i tifosi viola che vorranno accorrere per caricare i loro beniamini. Portare via anche solo un punto da Napoli - dove fino ad oggi gli azzurri hanno sempre segnato una media di più di tre gol a gara (contando campionato ed Europa League) - sarebbe un segnale pazzesco per tutta la Serie A, che confermerebbe la squadra di Sousa in testa alla classifica e che garantirebbe notevoli chances in più di cullare il sogno scudetto.
Lo stesso, per inciso, che anche negli uffici di De Laurentiis si sospira da anni e che ha senza dubbio spinto la società partenopea a richiamare dalla Nazionale italiana Lorenzo Insigne, partito ieri da Coverciano per un sospetto affaticamento muscolare che ha creato un vero e proprio caso nelle ultime ore: i ben informati infatti sostengono che il fantasista campano non abbia nessun tipo di acciacco particolare ma che piuttosto il Napoli abbia insistito per far tornare a Castel Volturno il giocatore pur di averlo al top per il match contro la Fiorentina. Una scelta legittima, ben inteso, che però ha mandato su tutte le furie Conte e che ha inevitabilmente aperto (anzi, acuito) un grande interrogativo: ma davvero ormai la Nazionale è diventata così di scarso interesse per i club nostrani tanto da indurre un giocatore a rinunciare al prestigio di vestire la maglia quattro volte campione del Mondo? Dubbi, questi, destinati a rimanere irrisolti ma che trovano una risposta agli antipodi, ad esempio, in quello che è stato invece il “caso” relativo a Jovetic: il numero 10 nerazzurro, ko con l’Inter e out nel match contro la Sampdoria, è partito ugualmente per il Montenegro, col quale JoJo intende giocare per rincorrere il sogno di Euro2016 nonostante uno stato fisico che poi lo porterà a saltare il derby d’Italia con la Juve alla ripresa del campionato.
Questa volta, quindi, ad arrabbiarsi non è stata la Nazionale bensì la dirigenza dell’Inter, che oltre a fare i conti con la grana JoJo si sta leccando ancora le ferite per il 4-1 inferto dalla Fiorentina dieci giorni fa. Da più parti infatti, nei dintorni di San Siro, fa ancora discutere la prestazione complessiva di Kalinic, l’uomo rivelazione di questo inizio anno per i viola, che contro il biscione - oltre ad una storica tripletta - si è guadagnato un rigore e poco dopo ha fatto espellere Miranda. Una abilità questa - cioè capitalizzare al massimo per ridurre gli avversari in inferiorità numerica - di cui da un lato Kalinic e la Fiorentina si sono giovati sin qui in tre occasioni (due delle quali con il croato protagonista) ma che dall'altro a molti ben pensanti e puristi del pallone (che chi sa per quale recondito motivo non vedono di buon grado il primato viola) ha fatto storcere quanto meno il naso. Li compatiamo, ma ce ne faremo una ragione.