NIENTE GUERRE DI RELIGIONE. ANCHE SULL'ALLENATORE
Processi prematuri, rese dei conti, battibecchi tra tifosi sulla rete, polemiche tv tra giornalisti.
L’ennesimo scivolone in campionato, coniugato all’avvilente media punti della squadra di Prandelli, innesca circoli viziosi e pericolosi, in una fase di campionato che vede i viola ancora in pericolo di essere risucchiati nella zona critica della classifica.
Sono amico di Cesare Prandelli e me ne vanto, lo stimo, gli voglio bene, e non prescinderei mai da lui, dai suoi pareri, dai suoi consigli, dovendo gestire un club di calcio…. Questo è giusto che io lo dica, per onestà intellettuale e correttezza verso chi legge, prima di proporre i ragionamenti che seguono: dicevamo la scorsa settimana, no alle guerre di religione, alle contrapposizioni manichee e ciò vale anche per il tema allenatore, per l’argomento Cesare Prandelli.
L’allenatore viola, non fa bene da alcuni anni, forse troppi, l’apice della sua carriera da allenatore c’è già stato ed ha coinciso con quegli anni ventosi e tesi (eppure belli) in cui la viola frequentò i grandi campi europei (più di dieci anni fa), gli anni dopo i quali se ne andò, poiché il tecnico faceva ombra ai proprietari e chiedeva di fare il salto di qualità, ponendosi nell’onorata ma pericolosa posizione di garante dei tifosi. Siccome Prandelli ingombrava, i fratelli DV fecero di tutto per giubilarlo, scacciarlo, accompagnarlo alla porta.
Adesso, a 64 anni, Prandelli sembra un altro, non nell’immagine, sempre bella, o nell’eloquio e il ragionamento, sempre pacati e saggi, ma nel fare calcio e, drammaticamente, nei risultati.
Prandelli è un grande uomo di calcio, ma non deve per forza sedersi in panchina per declinare le sue doti, anzi potrebbe essere lui stesso a scegliere il prossimo tecnico, ad aiutarlo nell’inserimento in una città che conosce così bene, o almeno potrebbe dare ottimi consigli in merito a Rocco Commisso.
Prandelli potrebbe ricoprire molti ruoli dirigenziali, coi soldi in mano saprebbe persino costruire una squadra, adatta al futuro allenatore o almeno coadiuvare l’uomo che verrà scelto per farlo, non Pradè crediamo, visto che il Ds ha fatto persino peggio di Prandelli.
E ancora, Prandelli potrebbe ricoprire ogni ruolo del comparto tecnico, con un occhio speciale alle giovanili che furono il suo ramo d’esordio nel calcio.
Certo, adesso l’unica realtà si chiama corsa alla salvezza, un po’ più ardua dopo la gara piuttosto falsata di ieri sera.
Senza voler piangere troppo, la gomitata di Mancini su Ribery è evidente e doveva esserlo anche al Var, eppure persino i telecronisti Sky l’hanno bellamente ignorata senza alcun pudore.
Intanto il calendario si complica, la squadra che ha fatto punti quasi solo in casa e pochissimi fuori, affronta un ruolino complicato.
Ma, tralasciando soluzioni estemporanee che servirebbero solo a farsi ridere dietro, non c’è che dar fiducia alla squadra, a chi la compone e a chi la conduce.