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“NON CI POSSO CREDERE”, LA FIORENTINA SI BUTTA VIA. I LIMITI DI UNA SQUADRA CHE SA GIOCARE, MA RESTA SENZA CONTINUITÀ. MARTEDÌ URGE UNA REAZIONE, ASPETTANDO LE MOSSE DI ROCCO

di Leonardo Bardazzi

“Non ci posso credere”. Il labiale di Bonaventura dopo il colpo di testa fallito a botta sicura nel primo tempo, è la fotografia di una partita persa nel peggior modo possibile, con una vittoria quasi in tasca, diventata bruciante sconfitta nel giro di due minuti. A Empoli la Fiorentina si è buttata via, consegnandosi a un avversario inferiore e per larghi tratti in balìa del gioco viola, ma più cattivo e più convinto nel momento decisivo. Ancora una volta infatti, i viola hanno pagato il finale di gara e un secondo tempo non all’altezza del primo, per colpa di cambi poco produttivi (a volte perfino dannosi) e imperdonabili distrazioni in difesa. Stavolta è stato Terracciano a sbagliare l’uscita sul primo gol, mentre Quarta prima e Odriozola poi, sono stati incapaci di mettere una pezza sul raddoppio di Pinamonti. Le rimonte subite, e più in generale i punti persi in quelle che una volta si chiama zona Cesarini, però, sono troppi per ridurre tutto al fato: Roma, Inter e Napoli in casa, il gol nel finale di Cuadrado a Torino e i rischi presi contro il Milan sul 3-0. 

Si chiama immaturità, ovvero la differenza che passa tra una buona e una grande squadra. Se insegui obiettivi prestigiosi, non puoi permetterti certi passi falsi, se vuoi rincorrere l’Europa e stare al passo con le grandi, la continuità di risultati fa la differenza. E l’unica costante della Fiorentina, purtroppo, è quella di essere incostante. Anche all’interno della stessa partita. Nel primo tempo, Vicario ha sventato almeno due palle gol, poi sono arrivati gli errori di Bonaventura e Quarta sotto porta, senza dimenticare la traversa dopo la deviazione di Parisi. Nella ripresa ci ha pensato il solito Dusan, su bell’assist di Callejon, a piazzare il colpo che gli vale lo storico sorpasso di Hamrin nella speciale classifica dei gol segnati in un anno solare (ora sono 28, complimenti ragazzo). Pensare di farne a meno già a gennaio è pura follia. E non solo perché chi gli fa la corte, chi flirta coi procuratori (la Juve), è ancora una volta con la finanza alle calcagna. 

Fa gol sempre e solo lui, in questa squadra. E questo è un altro tema da non sottovalutare, soprattutto ora che Rocco è tornato e che il mercato si avvicina. Quando cala l’intensità poi, altri nodi vengono al pettine. Senza Torreira la squadra perde in aggressività e in logica, Maleh è ancora troppo leggerino, mentre Castrovilli è lontanissimo parente del ballerino che ci faceva spellare le mani. Di Amrabat poi, avevamo già detto dopo Torino: sembra aver la testa altrove. A gennaio sarà bene trovargli una sistemazione, perché ormai la sua avventura viola sembra proprio agli sgoccioli. Col senno di poi, forse anche Jack Bonaventura andava tenuto in campo, anche se fare l’allenatore del giorno dopo è fin troppo facile. Di certo, con un centrocampo a dir poco inedito, la squadra ha perso campo e brillantezza, consegnandosi al piccolo ma coriaceo Empoli, che l’ha messa sulla foga e ha finito per vincere. Tra l’incredulità generale, la gioia dei suoi tifosi e la rabbia del popolo viola. Commisso se n’è andato senza proferire verbo, anche lui avrebbe meritato un’accoglienza diversa. Le partite però durano novanta minuti e con la regola dei cinque cambi, le sostituzioni ormai sono sempre più decisive nei risultati. La Fiorentina ha troppo poco in panchina (niente se parliamo solo dell’attacco) ed è ancora fragile come uno Swarovski. Fortuna che martedì si gioca di nuovo. Sarà una domenica complicata, coi nervi a fior di pelle e lo stomaco pesante. La squadra gioca e crea, la strada indicata da Italiano resta quella giusta. Ora però serve reagire. Piangersi addosso sarebbe solo il modo migliore per cadere ancora.