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NZOLA E BELTRAN, PROBLEMA SERIO. SENZA CENTRAVANTI NON SI PUÒ GIOCARE. MERCATO DI GENNAIO: IL CLUB INTERVENGA. PRIME POSIZIONI: VIOLA NON ANCORA PRONTI. UN TERZO DEL CAMMINO: CLASSIFICA DI SEMPRE

di Mario Tenerani

È presto per emettere sentenze definitive, siamo soltanto ad un terzo del campionato. Fermiamoci al giudizio di primo grado: il mercato estivo della Fiorentina, quello dei numeri 9, è bocciato. Nzola e Beltran sono un problema serio. Purtroppo San Siro ha messo a nudo, ove mai se ne sentisse il bisogno, l’impalpabilità del cuore del reparto offensivo viola. 

Settimane a discutere, a dividerci, su quale tra i due dovesse partire dal primo minuto, ma abbiamo visto che invertendo l’ordine dei fattori il prodotto non cambia. Chi parte o chi subentra non riesce a fare meglio dell’altro che poco o niente ha fatto. Magari a primavera Nzola e Beltran saranno in doppia cifra, il calcio è materia scivolosa, indecifrabile, sfugge a qualsiasi elemento che abbia a che fare con la razionalità, ma le valutazioni non si fanno con l’oroscopo in mano, è necessario affidarsi ai numeri. Non è difficile sciorinarli, sono sempre gli stessi, aumentano solo le giornate: siamo alla tredicesima e la coppia dei “9” ha fabbricato un solo gol, per altro ininfluente (Nzola, il 3-0 sul Cagliari). In Conference ne hanno fatti 3 (Beltran 2 e un altro l’angolano). Questi sono i fatti che evidenziano una criticità. Tra l'altro nell'era Commisso mai la Fiorentina al tredicesimo turno aveva fatto un solo gol con i propri centravanti.

Giocare senza un centravanti, cioè senza un leader offensivo a cui appoggiarsi o a cui affidare i frangenti tempestosi di una partita, diventa impossibile. Quando l’area si trasforma in una tonnara, lì, nel mezzo al caos, devi avere gente che la butti dentro anche con un gluteo, Italiano ci perdonerà se gli rubiamo questa esaustiva citazione rilasciata a Sky nel dopo gara a Milano. Qualsiasi modalità recepita dal regolamento del calcio è ammessa pur di far gol. Nella casistica potremmo inserire altri parti del corpo: punta del piede, stinco, coscia, pancia… 

La rete sbagliata da Beltran a San Siro è l’indice del momento che sta vivendo l’ex River, considerazione che potremmo girare su Nzola, irriconoscibile rispetto a La Spezia

Che fare allora? Italiano le sta provando tutte e il suo volto, sempre a Milano, era la fotografia di quello che gli sta passando per la testa. Il tecnico ha parlato di mancanza di “ferocia”. Alessandro Bonan da studio è stato ancora più diretto: “Mister, non sarà anche un problema di talento?” Vincenzo ha tergiversato e poi se l’è cavata con diplomazia mettendo tutto insieme, chiudendo con un “bisogna fare di più”. Del resto non avrebbe potuto dire che con un centravanti più forte le cose sarebbero andate diversamente. E’ pur vero che Nzola è stato voluto da Italiano. Ma se il budget era quello forse il tecnico ha pescato nel mazzo che conosceva meglio. 

Comunque ormai è andata così, da quando nel gennaio 2022 è stato ceduto Vlahovic, la caccia al sostituto è stata poco fortunata… Si può sempre ritentarla, mai darsi per vinti. Di sicuro la situazione attuale impone una riflessione seria. Il club a gennaio dovrebbe intervenire sul mercato cercando un attaccante centrale. Non è immaginabile disputare due terzi di stagione con queste trasparenti difficoltà. La finestra invernale delle trattative è un terreno astio da calpestare, ma chi fa calcio ha il dovere di provarci. La differenza la esercitano i calciatori decisivi, prima degli ottimi allenatori. I giocatori che determinano non si allenano, si comprano. 

Prendiamo due esempi di scuola: Giroud, che contro la Fiorentina non ha giocato per squalifica, con i propri gol (sono 7) ha portato 10 punti ai rossoneri sui 26 totali. 

Berardi che ieri ha contribuito ad affondare l’Empoli con una doppietta e un palo, ha donato con le sue reti (sono già 7) 10 punti al Sassuolo su 15 complessivi. 

Intanto Italiano e la sua truppa devono rimettere i risultati al centro del villaggio perché da sosta a sosta, ovvero nelle ultime 5 gare di campionato, i viola hanno rimediato 4 sconfitte su 5 totali, con soli 2 gol (al Bologna). La classifica che dopo Napoli aveva fatto sognare anche i più realisti, sfida dopo sfida è dimagrita fino ad arrivare al settimo posto di ieri, ma che stasera potrebbe addirittura trasformarsi in ottavo se il Bologna battesse il Torino. Niente di irreparabile, ci mancherebbe, la strada per maggio è assai lunga però anche in questo caso si possono elaborare delle riflessioni. 

Tredici turni, come detto, sono un terzo del cammino e solitamente in questo periodo si cominciano a vedere con nitidezza pregi, difetti e potenzialità di un gruppo. Rispetto ad un anno fa i viola hanno 4 punti in più, ma 12 mesi fa il bilancio era in rosso con un decimo posto che faceva imbestialire i tifosi. Alla fine, però, la Fiorentina sarebbe arrivata ottava. Il piazzamento della stagione precedente, la prima di Italiano, fu il settimo in graduatoria. Adesso la Fiorentina staziona sul medesimo pianerottolo. San Siro, con quel Milan così rimaneggiato, rappresentava un’occasione fantastica da cogliere al volo. Invece la Fiorentina l’ha fallita e non è la prima volta che accade. Significa che i viola non sono ancora pronti per le prime posizioni. 

Forse non c’è niente di strano. Forse la classifica adesso è più aderente alle potenzialità di questa squadra rispetto alla zona Champions

Se veramente è così, non si devono fare drammi, ma guardare alla realtà con maggiore serenità. Sperando, comunque, che la Fiorentina attraverso il lavoro sul campo possa normalizzare la propria marcia, tentando anche di approfittare dei problemi di qualche concorrente. Sperando, soprattutto, nella volontà robusta della società di rafforzare il telaio di Italiano. E’ un banale ragionamento di ambizioni, di dove si vuole arrivare. 

La qualità non si inventa, si acquista.