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OGNI PARTITA COME LA FINALE DI CHAMPIONS, LA NUOVA MENTALITÀ DELLA FIORENTINA. CATALDI E COLPANI DA GREGARI A PROTAGONISTI. QUESTO BELTRAN CI PIACE. KEAN È LO SPIRITO GUIDA DEI VIOLA

di Mario Tenerani

Citterio non è abituato a parlare nel dopo gara perché lui è il vice di Palladino, ma la sua spiegazione a Lecce è stata molto chiara. Si discuteva della svolta che ha avuto la Fiorentina nelle ultime gare, un passo diverso sorretto da 3 trionfi e un pari. Si sottolineava come la squadra avesse capito alla perfezione quale fosse l'approccio da usare nella sfida con un Lecce in piena crisi, reduce da 2 stop consecutivi (tre con la Coppa Italia), con solo 3 gol all'attivo in 7 gare. Non si poteva venire al Via del Mare a traccheggiare, magari aspettando l'errore degli avversari. No, era necessario dettare l'agenda della partita, togliendo qualsiasi speranza al Lecce, aggredendolo e aumentando la paura tipica delle formazioni con l'acqua alla gola. Così fanno di solito le grandi squadre e la Fiorentina come tale si è comportata. Che il Lecce fosse debole si sapeva, ma con un atteggiamento diverso i viola avrebbero potuto rianimarlo. Questo è stato il cambio di passo e infatti Citterio lo ha sottolineato. Ha spiegato che la Fiorentina gioca col Lecce come se avesse davanti il Milan, come se ogni gara fosse la finale di Champions League... Se davvero gli uomini di Palladino - ieri in tribuna per squalifica - sapranno attenersi a questo comandamento, allora ci sarà da divertirsi, i tifosi potranno godere. E comunque già da qualche ora gongolano perché uno 0-6 in trasferta, in Italia, è merce rara. Chi non lo riconosce mente sapendo di mentire. 

La crescita di autostima e la consapevolezza della propria forza, sono elementi imprescindibili per chi desidera vincere. "Dobbiamo puntare molto in alto", ha affermato Gosens, un altro che a proposito di mentalità non prende lezioni da nessuno. Nessun paragone, ma il tedesco a Bergamo qualche anno fa ha assistito e partecipato ad una mutazione genetica di un gruppo di provincia in viaggio per diventare prestigioso. Perché non ripetere un'identica operazione a Firenze con la differenza che questa è una piazza ancora più grande e con tanta più storia rispetto a Bergamo? Fidiamoci di Gosens, non pare uno sprovveduto...

E allora al di là del set rifilato al Lecce, piuttosto che i gol pesiamo una nuova testa di questa Fiorentina. Attendiamo altre verifiche, a partire dalla Roma e nel mezzo la parentesi San Gallo in Conference, ma forse la strada è davvero quella giusta. 

Stanno uscendo fuori protagonisti che fino a qualche giorno fa erano gregari o considerati tali. Le doppiette di Cataldi e Colpani - un fattore C che non c'entra nulla col fondo schiena - sono lì a testimoniarlo. Danilo è entrato pure nel primo gol dell'ex Monza. E Beltran? Subentrato al 9' del primo tempo al posto dello sfortunato Gudmundsson, l'argentino ha giocato alla Raspadori, legando il gioco con qualità. Aveva tanta voglia, lo abbiamo visto nitidamente. Un Beltran così può servire? Eccome, guai a trascurarlo. E Bove? Dove lo metti lui sta. E bene. Sa dosare la quantità con la qualità. Un altro gregario che sta diventando protagonista. 

Un discorso a parte lo merita Kean che lotta per la maglia viola come l'avesse cucita sulla pelle da sempre. Sembra incredibile, ma è così. Con la caviglia gonfia come un melone ha fatto di tutto per non uscire, costringendo il team manager viola a riporre almeno un paio di volte la lavagna luminosa, pronta a fare luce sul numero 99 Kouame che aveva finito il riscaldamento. Kean è rimasto a ruggire, zoppicando come un giocatore degli amatori, usando il corpo per l'autoscontro con Baschirotto e trovando la forza di far partire un missile da fermo deviato da Falcone in corner. Kean oggi incarna lo spirito di rinascita della Fiorentina. Un trascinatore vero. Se tutti i viola faranno proprio questo modello, la Fiorentina diventerà una squadra con la quale sarà dura averci a che fare. 

Purtroppo adesso Kean e Gudmundsson preoccupano per le loro condizioni fisiche. Più il secondo del primo. L'italiano per la Roma potrebbe essere pronto, l'islandese potrebbe stare fuori per settimane. Un'assenza pesantissima che solo il Beltran ammirato a Lecce potrebbe mitigare in parte. 

Intanto la classifica comincia ad assumere un profilo più consono alla tradizione della Fiorentina: un quinto posto in condominio con Atalanta, Lazio e Udinese che consente qualche sogno. La sestina di Lecce ha consentito ai viola di diventare ora il quarto attacco del campionato insieme al Napoli, mentre la difesa con 8 reti subite ha davanti solo Juventus (1), Empoli e Napoli (5), Roma (6). 

Mancano 30 giornate alla fine, con 90 punti in palio, c'è un mondo da conquistare, ma la rotta che ha preso la Fiorentina ci incoraggia a darle fiducia. Il viola adesso non è più pallido.