ONORE ALLE RAGAZZE SCUDETTATE. L'AUGURIO? CHE LA FIORENTINA IMPARI (DI NUOVO) DAGLI ERRORI DEL PASSATO.
La copertina va necessariamente alle ragazze scudettate. Si fa presto a voler ribadire le distinzioni tra categorie, ma quando si vince uno scudetto non c'è niente di casuale. La Fiorentina Women's, al suo secondo anno di vita, centra un vero e proprio trionfo al termine di una cavalcata irrefrenabile, roba che in ambito maschile servirebbe rifarsi al ruolino di marcia della Juventus per stilare un paragone. Un titolo che non sarà esattamente quel che i tifosi sognano da un decennio a questa parte, ma che certamente la Fiorentina può godersi a patto di programmare una stagione importante, il prossimo anno, in Champions League. Per questo è giusto applaudire tutti e tutte: da Mencucci fino a Fattori passando per ogni singola giocatrice.
Nel momento viola, tuttavia, quanto vivono i colleghi maschi riporta tutt'altra atmosfera. Lo sa bene Andrea Della Valle che si è diviso tra il ritiro in Emilia e la festa al Franchi, dimostrando finalmente che non è poi così impossibile vivere da vicino la propria squadra. Bene ha fatto il patròn a concedersi questa full immersion viola (decisione sensata, ma arrivata in ritardo come troppo spesso capita in casa viola su tanti, troppi aspetti) ma altrettanto bene farebbe a rendere tutto l'iter se non proprio un'abitudine, almeno un rituale il più possibile ricorrente. Anche e soprattutto in trasferta e più in generale durante i percorsi decisionali. Perchè una stagione come quella che sta terminando dovrà restare a lungo nella memoria come cartina tornasole anti-errori.
E' soprattutto in questo ambito che il club viola deve crescere. E riflettere. Perchè se quanto si vive oggi ricorda maledettamente quanto già vissuto cinque anni fa al termine della prima esperienza di Corvino (e sarebbe bene il d.g. ricordasse anche lo 0-5 interno con la Juve tre le gare più orribili del millennio, non solo Palermo o Monchengladbach) significa che qualcosa, di nuovo, si è sbagliato. E anche che, nonostante l'ottima ripartenza avvenuta con i vari Pradè, Macia e Montella, alla lunga qualche ingranaggio si è guastato esattamente come capitato all'apice dei precedenti cicli.
Quanto avvenuto dal gennaio scorso a oggi, in altri termini, rientra evidentemente in quelle dinamiche gestionali che non solo non pagano, ma che si portano dietro il peso dell'apatia e della disaffezione. Perchè poi, gira e rigira, sempre lì (e sugli investimenti) cade il malumore di una delle piazze più passionali d'Italia. In una città che sfida l'acqua per rendere il doveroso omaggio alle ragazze tricolore non è ammissibile lasciare che la distanza tra club e gente si allarghi sempre di più, e non sono ammissibili divergenze interne alla società che alla lunga non fanno altro che disgregare un ambiente che necessiterebbe compattezza. Fare tesoro del passato, oggi più che mai, sarà altrettanto importante quanto programmare il futuro.
Tommaso Loreto - Direttore www.firenzeviola.it