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ORA BASTA: ROCCO NON LASCIA FIRENZE, MA È FURIBONDO PER L’ALLUCINANTE STORIA DEL FRANCHI. PERSO UN ANNO. I TIFOSI IN EBOLLIZIONE. CHI OSTEGGIA CAMPI. GOTZE PISTA GIUSTA. VIOLA TUTTI NEGATIVI. CAMPIONATO 2021 CON I PLAY OFF

di Enzo Bucchioni

Dallo stadio già fatto alla Mercafir che non si farà mai, al Franchi restaurato senza la possibilità di toccarlo, ormai siamo dentro a una farsa d’autore. Un anno di novelle dello stento raccontate bene, novelle da far invidia a Pirandello, ma che non fanno certamente sorridere Rocco reduce da un week end di ordinaria follia.

Provate un po’ a immaginare lo Zio d’America nella sua villa nel New Jersey in una serena domenica di maggio. D’improvviso ecco la notizia che aspettava da sempre: “Le curve del Franchi si possono abbattere, basta salvare la torre di Maratona, le scale elicoidali e l’ingresso monumentale, ci penso io”. Parole di Rosa Maria di Giorgi, autorevole onorevole del Pd al lavoro su una nuova legge per gli stadi, forse colta da un attacco di Ottimismo Nardelliano.

Bingo. Allegria.

Ma il pover’uomo a stelle e strisce non ha fatto in tempo neanche a esultare urlando “minghia, ci siamo”, che manca poco la politica italiana gli fa venire un infarto. Niente po’ po’ di meno che, il ministro Franceschini in persona personalmente, poco dopo le parole della Di Giorgi, ha scritto una nota ufficiale per smentire seccamente e seccatamente qualunquemente, le parole dell’onorevole fiorentina, fra l’altro sua compagna di partito.

Della serie “almeno una volta si mettessero d’accordo”.

Il colpo alla credibilità e alle tante parole illusorie dette e ridette a tutti i livelli cittadini in questi giorni, è veramente basso. Da schiantare dè…direbbe quello….

La Di Giorgi dirà poi che ha parlato a titolo personale, ma cambia poco o niente. Anzi, forse è peggio. E peggio ancora è prendersela con il Sopraintendente che rispetta le leggi. Vi abbiamo già detto come la storia di San Siro sia diversa e non paragonabile al Franchi. Non fatevi infinocchiare da chi vi dice che il sopraintendente di Milano è buono e quello di Firenze è cattivo, non è così, entrambi fanno le cose rispettando le normative che esistono. Come ha detto Franceschini.

E adesso che si fa? Cosa si inventa?

Dopo aver scommesso su una causa persa e venduto illusioni fin dai tempi dei Della Valle, vale a dire la possibilità di fare tranquillamente lo stadio alla Mercafir, ora che avevano puntato tutto su un’altra causa persa, quella del facile restauro del Franchi, e va in frantumi pure quella, che strada prenderanno?

La mia sensazione, ma non da oggi, è che attorno allo stadio si stia vivendo una situazione simile a quella di Sansone con i Filistei. S’è ampiamente capito che la Mercafir non va bene, che il Franchi non si può toccare come vorrebbe Rocco, ma pur di non far fare lo stadio fuori dai confini di Firenze, forse per Nardella è meglio non farlo proprio. Spero di sbagliare, ma in questi mesi se non è andata così, quello che è successo non è altrimenti spiegabile. Se in Firenze le soluzioni purtroppo non ci sono, non si può continuare a non pensare, non valutare e rigettare una soluzione extra-comunale, non si può continuare a dire che a Campi (ad esempio) non ci sono le infrastrutture come se Campi fosse nel Congo belga. Se le infrastrutture non ci sono si fanno e in poco tempo, siamo in pianura, mica ci sono da costruire trafori o ponti. Ma parlo di Campi per fare un esempio, il problema è la volontà di fare o non fare certe cose a Campi o in altre zone possibili. Ingegnatevi e impegnatevi.

Scrivo da mesi (e insisto) che davanti a un imprenditore che ha 300 milioni in mano e li vuole investire dando lavoro e creando infrastrutture, la politica dovrebbe convocare una riunione per capire, analizzare, proporre e risolvere. Coinvolgendo tutti, dalla Regione (per le infrastrutture e i permessi) agli altri enti coinvolti. Per ragionare, per far presto, per sfruttare l’occasione. Fra l’altro sono tutti dello stesso partito, dovrebbe essere più facile…E invece niente.

Così fra dieci giorni Rocco Commisso festeggerà un anno di Fiorentina, di Firenze e di fiorentinità. Un anno bellissimo per molti aspetti e per molte ragioni, ma anche un anno buttato via a inseguire l’idea di uno stadio che non c’è. Lo stadio è diventato l’isola di Rocco, non c’è e forse non ci sarà mai.

E pensare che proprio dallo stadio lo zio d’America voleva ripartire per rifondare la Fiorentina per farla poi diventare una società moderna, dinamica e (con il tempo) vincente.

Oggi chi parla con Rocco non sa neppure come descriverlo. Non riesce a capire se è più arrabbiato o più deluso, forse tutte e due. Ai suoi occhi questa vicenda dell’ultimo week end ha dell’incredibile. Di una cosa però i suoi interlocutori sono certi: Rocco non mollerà. E’ troppo legato a Firenze, ai fiorentini, ai tifosi, al calcio, ha vissuto un anno straordinario e da lì vuole ripartire. E al di là delle implicazioni del cuore, anche imprenditorialmente oggi non converrebbe mettere in vendita la Fiorentina, sarebbe soltanto una rimessa, soprattutto dopo la crisi del Coronavirus.

Dunque Rocco resta, ma presto dirà chiaramente alla città e ai tifosi la verità sulle sue intenzioni: il suo sogno di fare una Grande Fiorentina potrebbe infrangersi sulla politica e sulla burocrazia. Se non si fa lo stadio con gli investimenti annessi e connessi, se non si alza il fatturato, la Fiorentina di Rocco è destinata a navigare nelle posizioni degli ultimi anni.

E questo a Rocco non piace, vuole essere competitivo, vuol lottare, vuol provare a vincere, è nel suo carattere.

Il Sogno americano rischia di essere infranto dagli incubi dello stadio e di questo anche i tifosi sono molto preoccupati. Un documento chiaro e duro è già stato diramato dal Centro di coordinamento di Pucci. Tutti i tifosi stanno con Rocco ed era scontato.

Cosa faranno adesso a sostegno del loro presidente?

Si studiano azioni e prese di posizione cercando di evitare in tutti i modi delle strumentalizzazioni politiche. Quello che interessa è la Fiorentina e avere lo stadio è il bene della Fiorentina, non averlo è il male. Punto.

Ma potrebbe anche succedere che Nardella si ricordi di essere il sindaco metropolitano e si faccia promotore di un qualcosa di fattibile e di percorribile per trovare una soluzione. Ripeto anche questo: se lo stadio si facesse due chilometri fuori dai confini fiorentini, secondo voi non sarebbe più lo stadio di Firenze e della Fiorentina, ma della Campigiana? Vaiavaiavava…

Parlando di calcio, negli ultimi giorni hanno smontato e rimontato la Fiorentina. Ho già letto 37 nomi di acquisti e il mercato deve ancora cominciare, salvo poi sentire Joe Barone ricordare che “sarà un mercato difficile, fatto di scambi e prestiti”. Ma quelli mica lo sentono Barone… Avanti tutta.

Qualche notizia da seguire in questo mare magnum però c’è. L’altro giorno vi dicevo di Cistana del Brescia. Piace. Dalla Germania raccontano invece di un interesse per Mario Gotze in scadenza con il Borussia. Si tratta di capire come sta, ha avuto diversi problemi, ma un giocatore di 28 anni di quella levatura potrebbe anche essere quel “colpo” del quale parlava Joe Barone tempo fa. Mi fermo qui. So solo di intermediari al lavoro, lo hanno proposto anche alla Fiorentina. Ci stanno lavorando però pure Roma e Milan. La Fiorentina è attenta, osserva e può giocare la carta Ribery, compagno di Gotze al Bayern. Non sarà facile, ma questa è una pista da tenere aperta e con un senso logico anche in relazione a quello che vuole Rocco, nomi di livello per ragioni di brand internazionale. Come vi abbiamo detto anche per il futuro allenatore.

Intanto, passando all’oggi, ottima notizia: i giocatori viola sono tutti negativi al tampone. Avanti a gonfie vele con gli allenamenti in vista della ripresa. Fra oggi, riunione di Lega, e giovedì vertice ministro-FIGC, si decideranno le date per la ripartenza. Forse il tredici giugno i quattro recuperi, il 20 la ripresa di tutto il campionato.

Per il futuro tenetevi forte. Siccome non ci sono i tempi per giocare 38 partite e l’anno prossimo ci sono pure gli europei, si sta studiando per il 20-21 una serie A di 19 giornate e successivi play-off per le prime dieci, play-out per le altre dieci. Se ne discute, c’è consenso.