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ORA O MAI PIÙ: PIOLI E LA FIORENTINA SI GIOCANO IL FUTURO

di Tommaso Loreto

Non tirano più venti di condanna intorno a Federico Chiesa (eppure pareva che al club dei "cascatori" si fossero abbonati nomi pesanti, roba tipo Piatek, Cristiano Ronaldo, o Lautaro Martinez per restare a quanto accaduto ieri ma nessuno ha voluto stigmatizzare i tuffi in questione) e come prevedibile sul talento della Fiorentina sono tornate a piovere cifre iperboliche in ottica mercato. Valutazioni monstre e una schiera di pretendenti che cresce ogni giorno, almeno a giudicare dalle voci che di recente avrebbero inserito anche Roma e Milan, insieme a Juve e Inter, nella corsa al numero 25. 

La Fiorentina dal canto suo è oggettivamente troppo impegnata nell’affrontare il presente per anticipare troppo il futuro, tanto più di fronte a un ragazzo che certamente non smania di andarsene come qualche predecessore. Quanto sia nevralgica l'intera vicenda è chiaro a tutti, altrettanto che la questione ruoti intorno a un aumento necessario del monte ingaggi. Molto più complicato sarebbe semmai provare a rilanciare un progetto sportivo degno della permanenza di Chiesa, almeno nel malaugurato caso in cui i viola restassero nuovamente fuori dall’Europa. 

Già, perché al di là di futuribili prospettive su un aumento immobiliare delle disponibilità societarie (che riguardi gioco forza il centro sportivo per le giovanili più che lo stadio che ha ben altri tempi) sono sempre e comunque i risultati a fare la differenza in ambito calcistico, ed è per questo che nei prossimi due mesi Pioli e i suoi si giocheranno una grandissima fetta di futuro. In particolare è il tecnico che si ritrova in una condizione non propriamente piacevole. Da un lato forte di rassicurazioni sul rinnovo arrivate da più parti, dall’altro ancora in attesa che la società eserciti quell’opzione sulla prossima stagione che lo stesso presidente esecutivo Cognigni definiva una pura formalità nei mesi scorsi. Traducendo la posizione del tecnico è ancora sotto esame, e non è così scontato che possa restare anche se i viola dovessero mancare il ritorno in Europa League. 

La battuta che ha chiuso l'intervista resa ieri a Radio Bruno ("Speriamo di vederci l'anno prossimo") conferma come i giochi siano tutt'altro che fatti. Resta tuttavia da capire, cambi o conferme a parte, come la Fiorentina gestirà un patrimonio di fiducia che si è ristretto stagione dopo stagione, promessa dopo promessa. Se la squadra si è ampiamente guadagnata stima e affetto del suo pubblico per attaccamento e abnegazione, il rapporto con la proprietà resta questione irrisolta, e un altro fallimento avrebbe conseguenze preoccupanti

A un passo dal termine del primo triennio bis di Pantaleo Corvino i dati sul valore della rosa danno economicamente ragione al dg, ma sul piano dei risultati sportivi il piatto piange. Una vittoria in Coppa Italia significherebbe tagliare un doppio traguardo: consentire alla Fiorentina di oggi una continuità importante anche per i suoi protagonisti (dall’allenatore a quel Chiesa che più facilmente resterebbe in viola con l’Europa) e soprattutto azzardare un minimo passo in avanti in quelle ambizioni che l’autofinanziamento degli ultimi tre anni ha drasticamente ridotto. Anche perchè dover ripartire potrebbe essere molto più difficile rispetto alle condizioni di tre anni fa.

Tommaso Loreto - Direttore www.firenzeviola.it